Sembra un castello delle fiabe, ma è un santuario e si trova in Molise

In provincia di Isernia, fra la verde vegetazione sorge un santuario dalla bellezza disarmante, che regalo un colpo d'occhio fiabesco: è la basilica dell'Addolorata di Castelpetroso, uno dei tanti gioielli (poco conosciuti) del Molise

A vederlo da lontano sembra un castello fiabesco, una struttura immensa e affascinante incastonata in una valle verde. In realtà è il Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso, in Molise.

La sua costruzione è un omaggio alla Madonna, si dice infatti che esso sorga nel luogo in cui nel 1888, due contadine furono spettatrici dell’apparizione della Vergine. Fabiana Cicchino e Serafina Valentino si trovavano a Cesa Tra Santi a lavorare la terra e avevano portato con sé due pecore.

Nel pomeriggio, prima di rientrare a casa le due pastorelle si resero conto di averne smarrita una. Dopo essersi divise, cercando tra le siepi Fabiana vide la pecorella vicino a una strana luce. Incuriosita la donna si avvicinò e si trovò di fronte l’immagine della Madonna inginocchiata con ai piedi Gesù morto, lo sguardo rivolto verso il cielo e le braccia allargate in atto di offerta.

Dopo lo sgomento, Fabiana chiamò Serafina che non riuscì però a vedere nulla. Dieci giorni dopo, il primo aprile, giorno di Pasqua, l’apparizione si rinnovò e questa volta anche l’altra contadina riuscì a vedere la Vergine.

Le voci si diffusero in paese tra lo scetticismo di molti. Ma il 26 settembre dello stesso anno, anche mons. Francesco Macarone Palmieri vescovo di Bojano, ebbe la stessa apparizione. In più ai piedi della rupe era sfociata una sorgente d’acqua rivelatosi miracolosa, perché aveva fatto guarire un dodicenne malato di tubercolosi ossea.

Proprio dopo quest’ultimo episodio e nuove apparizioni si decise di edificare un tempio intitolato alla Madonna Addolorata. Nel 1890, venne posta la prima pietra ma la consacrazione ci fu solo nel 1975. Oltre a essere un simbolo per i tanti credenti, il Santuario è un esempio affascinate di architettura.

Progettato in stile neogotico dall’ingegnere Francesco Gualandi di Bologna, esso è interamente scolpito in pietra molisana. La sua forma è allo stesso tempo semplice ma grandiosa, il suo stile rientra nel movimento artistico del Gothic Revival.

In circa 2800 metri quadrati vi sono sette cappelle che rappresentano i sette dolori di Maria. La cupola è alta 52 metri, di contorno vi sono le torri campanarie e una facciata opera di artisti locali, i fratelli Chiocchio di Oratino e Pasquini di Pietrasanta.

Insomma una costruzione perfettamente inserita nel panorama che esalta la bellezza della splendida regione Molise.

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