Stonehenge: gli antichi architetti usarono il teorema di Pitagora 2mila anni prima del matematico

I geniali costruttori del suggestivo complesso di Stonehenge potrebbero aver utilizzato il teorema di Pitagora. Anche se l'antico matematico greco è considerato il primo ad aver fornito la prova dell'utilizzo del celebre teorema che porta il suo nome,potrebbe essere stato usato millenni prima, dalle culture di tutto il mondo

I geniali costruttori del suggestivo complesso di Stonehenge potrebbero aver utilizzato il teorema di Pitagora. Anche se l’antico matematico greco è considerato il primo ad aver fornito la prova dell’utilizzo del celebre teorema che porta il suo nome, potrebbe essere stato usato millenni prima, dalle culture di tutto il mondo.

Secondo gli autori del nuovo libro, “Megalith: Studies in Stone” (di Hugh Newman, Howard Crowhurst e Robin Health), Stonehenge e altri siti neolitici sono stati creati utilizzando geometrie complesse che a un certo punto sono andate perdute nei secoli.

I costruttori degli antichi monumenti di pietra della Gran Bretagna avrebbero dunque applicato il teorema di Pitagora 2.000 anni prima della nascita del matematico greco.

Nel loro libro, i tre studiosi hanno riesaminato l’antica geometria dei monumenti neolitici e hanno concluso che sono stati costruiti da astronomi molto preparati, che avevano ben compreso i lunghi cicli lunari, solari e quelli delle eclissi e costruito enormi calendari di pietra usando geometrie complesse.

Robin Heath ha persino proposto l’esistenza di un grande triangolo pitagorico nel paesaggio britannico che collega Stonehenge, il sito da cui sono stati tagliati i bluestones (ossia le pietre più piccole di Stonehenge) che provengono dalle colline di Preseli, in Galles, e Lundy Island, un importante sito preistorico.

“Le persone spesso pensano ai nostri antenati come rozzi cavernicoli ma erano anche sofisticati astronomi”, ha detto al Telegraph il collaboratore e redattore John Matineau. “Sapevano applicare la geometria pitagorica oltre 2.000 anni prima della nascita di Pitagora stesso”.

Il libro, pubblicato in concomitanza con il solstizio d’estate, mostra come all’interno di una delle prime fasi di costruzione di Stonehenge, risalente al 2750 aC, vi fosse un rettangolo formato da quattro pietre di Sarsen (quelle di grandi dimensioni) che se divise a metà diagonalmente formavano un perfetto triangolo pitagorico.

Le otto linee che si irradiavano dal rettangolo e dai triangoli si allineavano perfettamente anche con le date importanti del calendario neolitico, come i solstizi d’estate e d’inverno e gli equinozi di primavera e d’autunno.

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Segnavano anche l’Imbolc, l’antica data di inizio della primavera, il 1° febbraio, ma anche altre date importanti, legate ai cicli naturali, dei raccolti o dei pascoli.

Non solo Stonehenge

Circa 3 km a nord-est di Stonehenge, sorgeva Woodhenge, anch’essa costruita usando un triangolo pitagorico. Ne esistono altri anche ad Avebury, l’anello interno del tempio dei druidi a Inverness, Castlerigg a Keswick, Cumbria, Barbrook, nel Derbyshire, Borrowston Rig, ai confini scozzesi, e a Daviot ‘B’, nell’Aberdeenshire.

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Di conseguenza molti “cerchi” di pietra non erano completamente circolari, ma avevano una geometria derivata da triangoli pitagorici.

Le enormi pietre di Stonehenge erano un tempo circondate da 56 pali di legno o pietre che potevano essere usate per prevedere le eclissi e per mostrare la posizione del Sole e della Luna e le fasi lunari. E si ritiene che il ferro di cavallo formato dai bluestone al centro contenga 19 pietre, pari al numero di anni necessari al ciclo metonico (del sole e della luna) di arrivare al punto di partenza.

Quest’ultimo è infatti un ciclo di 19 anni, basato sull’osservazione del fatto che 19 anni solari corrispondano (quasi) esattamente a 235 mesi lunari e a 6940 giorni.

Gli autori ritengono che gran parte della conoscenza sia andata perduta in seguito all’ascesa del cristianesimo in Gran Bretagna.

In questi giorni è visto come hippy dippy o New Age, ma in realtà è un’omissione colossale alla storia della scienza il fatto di non vedere questi monumenti per quello che sono. La gente considera i costruttori neolitici di Stonehenge come barbari urlanti, quando erano invece molto istruiti” ha detto Heath.

Chissà quante altri misteri racchiude Stonehenge sul suo significato…

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Francesca Mancuso

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