Questo albergo galleggiante è costruito con 800 mila bottiglie di plastica raccolte nelle spiagge della Costa d’Avorio

Situata ad Abidjan, nel mezzo della laguna, “L'île flottante” è stata progettato riutilizzando le bottiglie di plastica verso un ecoturismo.

Situata ad Abidjan, nel mezzo della laguna, “L’île flottante” è stata progettata per denunciare l’inquinamento della plastica nelle nostre acque e per riutilizzare le bottiglie verso un turismo più ecologico.

Esistono diversi progetti di riciclo con i rifiuti plastici, ma nessuno come L’île flottante. L’imprenditore francese Eric Becker ha visto nell’invasione di bottiglie di plastica che galleggiavano nelle acque della Costa d’Avorio un’opportunità di guadagno. Quello che è iniziato come un piccolo contributo al pianeta pulendo le spiagge, ha finito per diventare il primo albergo fatto con la “spazzatura”.

L’albergo è una piccola isola situata nel lago Ébrié ad Abidjan con le stanze realizzate in legno o con materiali di recupero. Ciò che sorprende è il fatto si tenga a galla grazie alle 800.000 bottiglie di plastica raccolte nel lago stesso e lungo le spiagge del litorale della Costa d’Avorio. L’elettricità dell’hotel è alimentata da panelli solari e al suo interno ha anche un ristorante in cui si preparano cibi locali.

Riceve circa 100 clienti a settimana, per lo più ivoriani curiosi e ecoturisti. Trascorrere una giornata di relax sull’isola costa 15.000 franchi CFA (circa € 22) a persona al giorno, con un pasto e il traghetto inclusi, mentre per passare una notte servono 60.000 franchi CFA (circa € 90).

Ormai tutti conosciamo I danni provocati dalla plastica monouso, è come se ne scaricassimo un carico di camion nell’oceano ogni minuto. Nel cammino che abbiamo intrapreso per diventare plastic free, il progetto di Becker sottolinea l’importanza di trovare modi innovativi per affrontare ora il volume di plastica nell’ambiente. Sicuramente per salvare gli oceani bisogna fare molto di più che il solo raccogliere la plastica dal mare. Cercare di eliminarla dalla nostra quotidianità e ridurre il consumo di pesce per disincentivare la pratica della pesca intensiva potrebbe essere una formula vincente.

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