Algeria: le 5 citta’ sulla costa mediterranea da non perdere

Quali sono le più belle città dell'Algeria che si affacciano sul Mediterraneo che vale davvero la pena visitare?

L’Algeria è il più grande stato del continente africano, da quando il Sudan si è diviso tra Nord e Sud. Nonostante le sue dimensioni, però, ha una popolazione di “appena” 36 milioni di abitanti che convivono su 2.381.741 chilometri quadrati di territorio, per una densità di 16 persone per ognuno di essi. Questo è dovuto naturalmente alla grandissima porzione della sua superficie che è completamente immersa nel deserto del Sahara.

Giusto per fare un confronto, l’Italia ha una superficie di 301.340 chilometri quadrati, in cui vivono quasi 61 milioni di persone con una densità di 202 abitanti per chilometro. Tipo scatoletta di sardine. Un altro dato assolutamente incredibile (per noi) e per il quale non serve fare confronti è che il 70% circa della popolazione ha meno di 30 anni.

La stragrande maggioranza vive, com’è ovvio, sulle coste del Mediterraneo, a nord del paese, dove si trovano anche le città più europeizzate dalla colonizzazione francese. Vedere come tradizione berbera, araba e francese si mescolano più o meno armoniosamente nella forma delle finestre e nella disposizione delle vie è uno spettacolo che lascia col naso all’insù. Non bisogna tuttavia dimenticare che la Francia ha massacrato e oppresso la popolazione algerina per anni, e da quando la rivoluzione ha portato l’indipendenza nel 1962 c’è un forte rigetto di tutto ciò che è francese.

Quali sono, dunque le più belle città che si affacciano sul Mediterraneo che vale davvero la pena visitare?

Algeri

Algeri

È la capitale, ed è meravigliosa. Fa un milione di abitanti, ma non è tutta ammassata contro il mare come ci si aspetterebbe da una città di porto: spesso tra un quartiere e l’altro ci sono ampi spazi verdi, zone “libere” e aperte. Tanto lo spazio, lì, non è mai stato un problema. La città francese è bella ed elegante, con evidenti richiami ai palazzi di Parigi, con finestre finemente elaborate e stuccate di bianco, con viali ampi e alberati.

E poi c’è la casbah, la parte più antica, di origine fenicia i cui primi insediamenti risalgono al 1200 a.C., secoli prima della fondazione di Roma. Un luogo da dove puoi andartene, ma non senza lasciare una parte di te in pegno. Le viuzze qui sono tortuose, hanno uno sviluppo irregolare ed è possibile sentire il tempo rallentare e portarti in un’altra epoca. Le case bianche e diroccate, i fili della corrente ricoperti di edera, le finestre come gocce e, qua e là, mosaici straordinari che sembrano buttati lì come se niente fosse. Artigiani di ogni tipo hanno minuscole botteghe, dai falegnami ai ciabattini, dai pasticcieri ai fabbri. E tutti, per questi vicoli, hanno un’espressione semplice negli occhi, e una umiltà curiosa negli sguardi. Poi c’è il museo sulla storia della rivoluzione, quello delle belle arti, quello della fotografia, un parco enorme con alberi provenienti da tutto il mondo, il porto, le moschee, i bazar…

Contantine

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Non è sulla costa, ma rimane comunque nella parte più a nord del paese. Letteralmente arroccata su un picco di roccia, un canyon di oltre 500 metri di profondità la divide dalle terre circostanti. Per questo è chiamata la città dei ponti, e ce ne sono alcuni da lasciare a bocca aperta. A parte quello di epoca romana, che giace quasi sul fondo del fossato naturale, ce n’è uno di più recente costruzione che ha dell’incredibile. Non potendo costruire pilastri abbastanza alti da arrivare fino alla base del canyon, i progettisti si sono trovati costretti a non utilizzarne affatto: il ponte oggi sembra volare, sostenuto appena da neri cavi d’acciaio che lo ancorano al terreno, dall’alto.

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Qui c’è un mercato che farebbe impallidire Ballarò, a Palermo, che sembra ordinato al confronto. Le ragazze portano quasi tutte un velo a coprire i capelli e hanno visi aggraziati. Passeggiano a braccetto, spettegolando e lasciandosi tentare dai banchetti di foulard di seta e profumi. Ci guardano come se arrivassimo da Marte e ridacchiano senza malizia. Constantine è caotica ma accogliente, vi si percepisce una diversità di cultura profonda, ma anche quanto simili sono gli esseri umani di tutto il mondo.

Annaba

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annaba

Quasi al confine con la Tunisia, Annaba dà su un mare stupendo, cristallino, con spiaggie libere che sono dei gioielli. L’acqua non è mai troppo fredda ed ha un colore che non è facile dimenticare.Una volta era chiamata Ippona, ed è la città del famoso Sant’Agostino, fine teologo e scrittore delle Confessioni, il tormentato diario sul dubbio nella fede cristiana.

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I resti della città romana sono, purtroppo, completamente lasciati a se stessi, ma passeggiando fra terme e templi da immaginare si scorge la chiesa cattolica dedicata al santo ergersi sul monte che si affaccia proprio sulle rovine. Un luogo in cui l’antico politeismo latino sembra fondersi con un timido cristianesimo ospite di un tollerante islamismo. Persino noi, dall’alto della nostra grande cultura, dovremmo forse imparare qualcosa.

Oran

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Sempre sulla costa, ma poco lontanta dal Marocco, Oran è una città dai molteplici volti. Grande potenza industriale del paese, è uno dei centri commerciali più attivi, con stabilimenti siderurgici, ma anche tessili, chimici, vetrari, alimentari. Fortunatamente, però, la bellezza del mare in questa zona ha permesso la preservazione dei luoghi più affascinanti, dedicati ora a un turismo balneare ancora non troppo sfruttato. Non è difficile trovare luoghi isolati da cui scorgere albe e tramonti intensi, da cui sbirciare il volo di grandi uccelli marini e respirare brezze di mondi sconosiuti. E nuotare nelle sue acque azzurre e trasparenti lascia un profumo sulla pelle che si vorrebbe non poter lavare via. Purtroppo, come su tutta la costa algerina, in mare aperto quasi all’orizzonte ci sono sempre diverse petroliere, in attesa di caricare oro nero e riportare quello biondo.

5. Bijaya

promontorio

È la città più importante della Cabilia, la parte tutt’oggi berbera del paese. Fu fondata dai romani poco prima dell’anno 0, e da allora ha sempre ricoperto un ruolo di primissimo piano grazie alla sua posizione strategica sul Mediterraneo. È tuttavia anche famosa per le opportunità che offre dal punto di vista turistico: montagne che scivolano direttamente in un’acqua limpida e calda; sentieri panoramici che si inerpicano fin su Cap Carbon, il meraviglioso promontorio da cui si erge un faro a picco sul mare. La Soummam è una manna: si tratta del fiume che attraversa la valle in cui si è sviluppata la città e sulle cui rive crescono rigogliosi bei giardini di fichi, olivi, aranci. Qui hanno la splendida abitudine di chiamare con nomi femminili (la fiume) gli elementi della natura che portano vita, come accade anche in alcuni dialetti italiani. Seguendone il corso si arriva fino a un complesso di gole naturali che offrono uno spettacolo da mozzare il fiato.

Niccolò Panozzo

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