Questo combustibile derivante dalla senape riduce le emissioni inquinanti degli aerei fino al 68%

Sostituire i combustibili fossili derivanti dal petrolio con carburanti di origine vegetale è la sfida di alcuni ricercatori americani

Sostituire i combustibili fossili derivanti dal petrolio con carburanti di origine vegetale è la sfida dei ricercatori dell’Università della Georgia verso una mobilità più sostenibile

L’aereo è il mezzo di trasporto più inquinante in assoluto, responsabile di circa il 2,5% di tutte le emissioni di diossido di carbonio mondiali e del 3,5% del riscaldamento globale. Tuttavia, esso resta insostituibile in molti casi – soprattutto per le lunghe tratte da un continente all’altro. Rendere questo vantaggioso mezzo più sostenibile e meno dannoso per l’ambiente è la sfida di un gruppo di ricercatori dell’Università della Georgia, che hanno messo a punto un nuovo tipo di combustibile aereo sostenibile (sustainable aviation fuel, o SAF) derivato dalla Brassica carinata, una pianta da cui si ricava un olio non adatto al consumo umano. Questo studio è parte di un più ampio progetto finanziato dal Department of Agriculture’s National Institute of Food and Agriculture degli Stati Uniti con 15 milioni di dollari per comprendere come favorire la coltivazione della carinata e come ricavarne carburante supportando i coltivatori locali e aiutando la salvaguardia dell’ambiente.

La proposta dei ricercatori arriva in un momento propizio: solo lo scorso settembre, il presidente americano Joe Biden ha proposto un sostegno economico alla produzione di SAF come parte del Sustainable Aviation Fuel Grand Challenge, per stimolare la produzione di combustibili aerei alternativi su scala nazionale: per ottenere il finanziamento governativo, il combustibile deve garantire una riduzione nelle emissioni di CO2 pari al 50% – un requisito ampiamente soddisfatto dal combustibile a base di Brassica carinata. Il presidente, inoltre, ha stabilito come obiettivo per il 2030 una riduzione del 20% nelle emissioni di diossido di carbonio da parte dell’industria dell’aviazione e per il 2050 il raggiungimento della neutralità carbonica del settore.

Il prezzo per produrre SAF dalla carinata è stimato fra i 12 centesimi di dollaro e l’1,28 dollari per litro, in base alla presenza degli incentivi governativi. Il prezzo per il carburante aereo tradizionale, derivato dal petrolio, è invece di 50 centesimi di dollaro per litro – molto di più rispetto al prezzo del SAF prodotto con gli incentivi statali. Secondo i ricercatori, l’attuale politica di sostegno a questo tipo di tecnologia dovrebbe continuare all’insegna di una mobilità più sostenibile e attenta all’ambiente.

Nel sud del paese, possiamo coltivare la carinata durante l’inverno perché il clima non è molto rigido – spiegano i ricercatori. – Trattandosi di una stagione in cui non vengono coltivate altre piante destinate all’uso alimentare, la carinata non entra in competizione con altre colture (generando problematiche di preferenza fra la produzione di cibo e quella di carburante). Inoltre, la coltivazione della carinata non danneggia l’ambiente in termini di qualità dell’acqua, salute del suolo, biodiversità e impollinazione.

Purtroppo, però, non esistono ancora infrastrutture locali per frantumare i semi e trasformare l’olio ricavato in SAF. Ecco perché il lavoro dei ricercatori sta continuando nella direzione dello sviluppo di infrastrutture e pratiche economicamente sostenibili per produrre combustibile aereo sostenibile in alcuni stati del sud degli Stati Uniti – come Georgia, Alabama e Florida.

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Fonti: University of Georgia / GCB Bioenergy

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