Cantine di Hercegkùt, le “case degli hobbit” scavate a mano nelle rocce per il vino del Re Sole

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Il villaggio ungherese di Hercegùt colpisce per le sue caratteristiche cantine scavate nella roccia che ricordano le case degli Hobbit

La regione del Tokaj-Hegyalja, nella zona nord-orientale dell’Ungheria, produce vino fin dai tempi dei Romani.

Nel corso dei secoli, i vini di quest’area hanno goduto di grande fama fino a diventare apprezzati in tutta Europa, in particolare dal re Luigi XIV. Il Re sole, infatti, dopo aver assaggiato la bevanda restò conquistato dal suo sapore e dalla sua consistenza e la dichiarò “Vino dei Re, Re dei Vini”. Ben presto, il vino prodotto nell’area vinicola più importante dell’Ungheria divenne la bevanda più servita alla corte di Versailles e divenne celebre con il nome di “Tokay”.

Ancora oggi questa regione ungherese produce ottimo vino, tra cui quello da dessert chiamato Tokaji Aszù, ma colpisce anche per il suo paesaggio caratteristico fatto di vigneti e fattorie. Il posto più sorprendente è senza dubbio Hercegkút, che dista circa 3 km da Sárospatak.

Si tratta di un piccolo villaggio svevo costellato di cantine dalla forma triangolare, scavate nel pendio delle colline. Il loro tetto è ricoperto di erba e sembrano delle minuscole case degli Hobbit. Trattandosi originariamente di un insediamento tedesco, gli abitanti più anziani del villaggio parlano ancora la lingua tedesca.

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@Wojciech Bobrowicz / Shutterstock

Nonostante a primo impatto possano sembrare molto piccole, in realtà queste cantine scavate a mano nella roccia sono profonde tra i 10 e 40 metri e alcune si estendono nel sottosuolo, formando un sistema di cantina a più livelli.

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@boyoz / Shutterstock.com

La regione ungherese del Tokaj-Hegyalja, composta da oltre 20 villaggi, è stata una delle prime ad essere dichiarata Patrimonio UNESCO, grazie alla sua tradizione secolare legata al vino.

Fonte: UNESCO/Hungary Today

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Laureata in Media, comunicazione digitale e giornalismo all'Università La Sapienza, ha collaborato con Le guide di Repubblica e con alcune testate siciliane. Appassionata da sempre al mondo del benessere e del bio, dal 2020 scrive per GreenMe

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