Le conseguenze della siccità sono più nefaste del previsto (e non riguardano solo il clima)

C'è una piaga che rischia ormai di diventare quasi globale nel giro di 30 anni: la siccità. I suoi effetti sono drammatici: sulla biodiversità, l'agricoltura, ma non solo. Questo fenomeno, strettamente connesso all'aggravarsi della crisi climatica, sta mettendo a rischio la sopravvivenza di milioni di persone

La siccità avanza a ritmi sempre più veloci e non sta stravolgendo solo interi ecosistemi e cambiando il volto dei paesaggi terrestri. Questo fenomeno provocato dalla crisi climatica sta avendo un impatto pesantissimo anche sulla vita degli abitanti del nostro Pianeta. Dal 1900 al 2022, secondo un recente report realizzato dall’Onu, infatti causato la morte di oltre 10 milioni di persone. Un bilancio tragico su cui bisognerebbe soffermarsi a riflettere e non soltanto oggi che si celebra la Giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e la siccità.

Il continente più colpito da questa piaga è sicuramente l’Africa: in Paesi come l’Etiopia, scimmie e facoceri – sempre più affamati – stanno attaccando le persone, seminando il panico. Ma la crescita del tasso di desertificazione inizia a destare grande preoccupazione anche in Europa, in particolare nel Paesi del Mediterraneo come l’Italia.

Quest’area, infatti, è una delle più vulnerabili in assoluto a causa dei cambiamenti climatici e le conseguenze sulla biodiversità e la popolazione potrebbero essere catastrofiche.

In Italia è cominciata la guerra dell’acqua: il Po è ormai irriconoscibile

Nel nostro Paese è allarme siccità: la neve sulle Alpi si è sciolta con largo anticipo, lasciando spazio ai fiori, il Lago Maggiore è ai minimi storici, mentre il Po sta praticamente sparendo a vista d’occhio. Il più importante fiume italiano è agonizzante per via dell’assenza di piogge e delle ondate di caldo estremo: il corso d’acqua sta affrontando la più grave degli ultimi 70 anni.

Il settore agricolo è ormai in ginocchio, mentre in diversi comuni del Nord sono già in azione le autobotti per l’approvvigionamento di acqua, visto che i serbatoi locali afferiscono a sorgenti che ormai non esistono più. Per far fronte alla crisi nel frattempo Utilitalia, la federazione di aziende che distribuiscono l’acqua potabile, ha chiesto ai sindaci di 125 comuni piemontesi e lombardi di valutare sospensioni notturne.

Le ondate di calore e l’assenza di piogge stanno mettendo a dura prova anche il Tevere, che ha subito una riduzione del 15% e i laghi come quello di Nemi, che al momento presenta un livello medio di 50 centimetri, mentre lo scorso anno nello stesso periodo era di 162 centimetri.

La prolungata siccità di quest’anno ha provocato e sta provocando danni alla biodiversità, soprattutto a tutti quegli organismi legati alle acque interne: il prosciugamento di molte piccole e grandi zone umide, tra marzo e maggio, ha impedito o ridotto drasticamente la riproduzione di molte specie di anfibi, alcune delle quali in uno stato di conservazione già critico come il Pelobate fosco insubrico, la Rana di lataste o il Tritone crestato italiano. – spiega il WWF, lanciando l’allarme sulla crescita della desertificazione in Italia – Ci sono state morie di pesci in tratti fluviali e zone umide rimaste completamente a secco;

inoltre l’asciutta di molti ecosistemi sta mettendo ancora di più in crisi molte specie autoctone favorendo l’ulteriore diffusione di specie alloctone: è il caso delle “cozze d’acqua dolce” (generi Unio, Anodonta, Microcondylea), poco conosciute ma molto diffuse, almeno fino a un recente passato, nelle nostre acque interne, che si stanno rarefacendo sempre più a causa del degrado ambientale e della loro condizione di “filtratori” – sono il gruppo faunistico in assoluto più a rischio – a scapito di alcune specie aliene come la grande cozza asiatica, Sinanodonta woodiana che riesce a sopravvivere per lunghi periodi di asciutta dei corpi idrici senza particolari problemi.

L’acqua è il vero convitato di pietra della crisi climatica. Se la siccità rischia di diventare una piaga costante in Europa Meridionale, in particolare nei Paesi del Mediterraneo, nel mondo la preoccupazione per questo fenomeno è altrettanto alta.

Leggi anche: Il Po sta affrontando la più grave siccità degli ultimi 70 anni: chiesti i razionamenti dell’acqua in decine di comuni

La siccità sta mettendo in ginocchio diversi Paesi del mondo: le immagini satellitari sono spaventose

Quella della siccità è una piaga che sta affliggendo porzioni sempre più vaste dei Paesi del mondo. Sta avanzando in diverse nazioni europee, fra cui il Portogallo, come mostrano le immagini satellitari diffuse dal programma europeo Copernicus:

siccità portogallo

@Copernicus

Il mese appena trascorso è stato il più caldo e secco in assoluto da quando sono state avviate le rilevazioni dell’IPMA, il servizio nazionale di metereologia. Nel mese di maggio è caduto appena il 13% della media del periodo che va dal 1971 al 2000. E la grave siccità ha messo in ginocchio i fiumi e i laghi del Paese e di conseguenza il settore agricolo.

Estremamente drammatiche anche le immagini satellitari che riguardano Stati mediorientali come l’Iraq. Qui il lago Al Sawa appare ormai prosciugato nel 2022. Il confronto con il 207 è sconvolgente:

siccità iraq

@Copernicus

In Etiopia gli animali affamati stanno attaccando persone e invadendo le abitazioni

Nel continente africano la siccità sta mettendo a dura prova l’esistenza di milioni di persone, alle prese con la carenza di acqua e cibo. Uno dei Paesi che sta soffrendo di più questa situazione è l’Etiopia. Qui negli ultimi tempi sono aumentate le segnalazioni di attacchi da parte di animali selvatici, come scimmie e facoceri, in preda alla fame.

A lanciare l’allarme è l’organizzazione umanitaria Save the Children, che racconta come la situazione stia degenerando: tantissime famiglie, specialmente nelle zone più aride di Daqa e Shebelle, si ritrovano a difendersi con bastoni per allontanare creature che generalmente vivono in pace con le persone.

E spesso a essere colpiti dagli animali a caccia di cibo sono i bambini, che rischiano di essere feriti.

Quelli che una volta erano animali selvatici che scappavano all’odore delle persone ora si rifiutano di andarsene, infastidiscono le persone ed entrano nelle case per cercare acqua e qualsiasi cosa sia commestibile. Arrivano nei villaggi senza paura, solo per sopravvivere” – spiega Abdirizak Ahmed, Responsabile Operativo di Save the Children per le regioni orientali dell’Etiopia. – Gli anziani con cui abbiamo parlato ci dicono che anche per loro è la prima volta. Le scimmie scendono dalla boscaglia e attaccano i bambini e le donne che trasportano qualcosa. Pensano che sia acqua e cercano di bere o di prendere gli effetti personali.

Molti villaggi nella regione Somali segnalano la presenza di animali, soprattutto scimmie, nelle loro comunità. Oltre agli animali domestici, stanno morendo anche diversi animali selvatici. Anche gli impala stanno morendo, cadono a terra senza vita, come le capre. Le segnalazioni di animali selvatici che invadono le comunità sono iniziate tre mesi fa con le scimmie, e poi si sono aggiunti i facoceri.

Purtroppo, con l’aggravarsi della crisi climatica, la situazione è destinata a diventare ancora più drammatica. Secondo le previsioni dell’Onu, infatti, entro il 2050, la siccità potrebbe colpire oltre il 75% della popolazione mondiale: ciò significa che da 4,8 a 5,7 miliardi di persone si ritroverebbero a vivere in aree con carenza d’acqua per almeno un mese all’anno e circa 216 milioni potrebbero essere costretti ad abbandonare le loro case. Una vera tragedia. L’unico modo per evitare il peggio è adoperarsi per combattere in maniera efficace l’inquinamento e limitare il riscaldamento globale prima che sia davvero troppo tardi.

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