Diritto alla riparazione: la petizione contro l’obsolescenza programmata per prodotti più longevi

Tra poche ore verrà presentata al governo la petizione per garantire il diritto alla riparabilità degli elettrodomestici.

Tra poche ore verrà presentata al governo la petizione per garantire il diritto alla riparabilità nel pacchetto sull’economia circolare in Europa, contro l’obsolescenza programmata e consumismo

Verrà presentata domani 5 dicembre al Ministero dell’Ambiente la petizione di Giacimenti Urbani e Restarters Milano sul diritto alla riparabilità degli elettrodomestici. Una misura che si trova nel pacchetto Economia circolare dell’Europa e che vede contrarie l’Italia, la Germania e l’Inghilterra. C’è ancora tempo per firmare su Change.org: obiettivo 100mila firme.

Un’occasione, questa, che abbiamo per tentare di trasformare la nostra economia usa e getta in economia circolare se solo si pensa che, a livello globale, solo per il 2018 si stima produrremo circa 50 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici. Eppure, l’Italia compare tra i Paesi che stanno bloccando il voto (insieme alla Germania e al Regno Unito, infatti, il Belpaese sta facendo opposizione all’approvazione del pacchetto “Ecodesign e Requisiti Energetici”).

Con la petizione, che in soli 3 mesi ha raggiunto più di 76mila firme, Giacimenti Urbani e Restarters Milano si fanno portavoce dei tanti cittadini che rifiutano la cultura dell’usa e getta a sostegno del Pacchetto europeo ‘Ecodesign e Requisiti Energetici’ che intende obbligare i produttori di dispositivi elettronici, come le televisioni, gli schermi, i frigoriferi, le lavastoviglie, le lavatrici, computer e altri elettrodomestici a ridurre il consumo energetico. spiega Donatella Pavan, Presidente di Giacimenti Urbani. Quello che chiediamo al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa è che il governo italiano si impegni a votare il pacchetto normativo proposto dall’Europa sostenendo, in particolare, quelle misure che vincolano i produttori a facilitare la riparazione degli elettrodomestici fornendo pezzi di ricambio per almeno 7 anni, rendendo accessibile la documentazione per ripararli e favorendo il design per la riparabilità”.

La lotta contro gli sprechi, dunque, che non si deve tradurre soltanto in un consumo mirato di cibo e nella lotta contro il packaging selvaggio, ma anche nel diritto ad avere prodotti migliori e maggiormente riparabili. Secondo un’inchiesta realizzata da Eurobarometer, il 77% dei cittadini europei è a favore di elettrodomestici e prodotti elettronici più riparabili. D’altronde, ostacolare una misura del genere sarebbe antieconomico (anche) per il nostro Paese se si pensa ai costi elevati che comporta lo smaltimento di elettrodomestici e dei metalli di cui sono composti: ad oggi, il consumatore medio acquista un nuovo telefono cellulare ogni due anni. L’estensione della direttiva consentirà di migliorare l’efficienza energetica, che i prodotti siano progettati in modo ottimale e che i metalli rari al loro interno vengano riciclati. Le regole prevedono inoltre che le batterie si possano facilmente rimuovere e sostituire.

Oggi siamo tutti concentrati sul tema dei rifiuti plastici e trascuriamo invece rifiuti ben peggiori come quelli legati agli elettrodomestici che hanno un costo altissimo sia per le risorse utilizzate per produrli sia in termini di spreco quando vengono dismessi”, spiega Francesco Cara che ha curato il testo della petizione per Restarter Milano.

La Commissione Europea ha lavorato per anni sul Pacchetto sull’economia circolare con politiche per governare le risorse e i rifiuti, che fissano obiettivi per il riciclo più ambiziosi e nuove misure che renderanno elettrodomestici e prodotti elettronici più riparabili e longevi garantendo:

  • l’accesso ai pezzi di ricambio
  • la documentazione per la riparazione
  • la facilità di smontaggio

Come la grande maggioranza dei cittadini europei, anche molti in Italia sono stanchi dell’obsolescenza prematura dei prodotti che compriamo. Qui potete firmare la petizione per il diritto alla riparabilità nel pacchetto sull’economia circolare in Europa.

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Germana Carillo

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