Sochi 2014: un doodle arcobaleno per la Carta Olimpica e i diritti gay

Carta Olimpica e diritti gay. È così che Google ha voluto accogliere, appena scattata la mezzanotte del 7 febbraio a Sochi, l'apertura dei Giochi Olimpici invernali 2014, creando un doodle arcobaleno come condanna delle discriminazioni perpetrate dalle legge russa approvata a giugno.

Carta Olimpica e diritti gay. È così che Google ha voluto accogliere, appena scattata la mezzanotte del 7 febbraio a Sochi, l’apertura dei Giochi Olimpici invernali 2014, creando un doodle arcobaleno come condanna delle discriminazioni perpetrate dalle legge russa approvata a giugno.

Il colosso di Mountain View prende una netta posizione in favore degli omosessuali e accompagna l’immagine con un’eloquente didascalia: “La pratica dello sport è un diritto dell’uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play”.

Il testo, spiega ancora la didascalia, è tradotto da Google direttamente dalla Carta Olimpica. È un messaggio chiaro e semplice. Cliccando sul Doodle o sul link di “Carta Olimpica” Google rimanda alla pagina di ricerca del documento, il tutto mentre la fiaccola olimpica arriva a Sochi, dopo un viaggio di oltre 65mila chilometri tra i ghiacci e persino nello spazio.

gay

In Russia i gay sono accusati persino di non collaborare – a causa delle loro inclinazioni sessuali – al superamento dei problemi demografici e di fare ostracismo alla rinascente Chiesa ortodossa russa che, negli ultimi 13 anni, ha intrecciato legami sempre più stabili con il governo. Per questo Anna Goodson, che dirige un’agenzia di illustrazioni ed è convinta che l’arte possa veicolare un messaggio “forte”, ha realizzato una serie di immagini in favore degli omosessuali.

Anche il Canadian Institute of Diversity and Inclusion ha voluto dare il proprio contributo, con un video irriverente con protagonisti due atleti della disciplina dello Slittino, dimostrando che “i giochi olimpichi sono sempre stati un po’ gay”.

Sullo sfondo della competizione sportiva aleggiano non solo le contestate politiche sui gay, ma anche la triste vicenda delle Pussy Riot, le presunte minacce terroristiche, le accuse della scarsa sostenibilità e il mancato rispetto anche dei diritti animali, che va dalla detenzione di due orche da spettacolarizzare al massacro dei randagi.

Roberta Ragni

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