Copyright: i Verdi Europei vogliono legalizzare file-sharing e P2P

Parola d'ordine condivisione. Legalizzare al più presto il file-sharing di ogni tipo di documento per uso personale, mettere al bando le soluzioni DRM e fissare una durata massima per il diritto di copyright di soli 5 anni: è la proposta lanciata in un nuovo documento programmatico (Creation and Copyright in the Digital Era) dal gruppo politico ambientalista - Gruppo Parlamentare dei Verdi - che oggi occupa ben 57 seggi del Parlamento UE.

Parola d’ordine condivisione. Legalizzare al più presto il file-sharing di ogni tipo di documento per uso personale, mettere al bando le soluzioni DRM e fissare una durata massima per il diritto di copyright di soli 5 anni: è la proposta lanciata in un nuovo documento programmatico (Creation and Copyright in the Digital Era) dal gruppo politico ambientalista – Gruppo Parlamentare dei Verdi – che oggi occupa ben 57 seggi del Parlamento UE.

L’iniziativa e il tema delle proposte redatte nel documento aderiscono pienamente all’ideologia del Piratpartiet (il partito pirata nato sul web), probabilmente per merito dell’associato Christian Engstrom.

Penso che sia grandioso – ha commentato Christian Engstrom, a proposito delle proposte – Il documento inizia con l’analisi della situazione e quali sono gli obiettivi nella prospettiva Verde, e termina con le stesse proposte per la riforma del copyright che sostiene il Partito Pirata. Il senso è lo stesso“.

“La condivisione non commerciale tra individui dovrebbe essere consentita, ad esempio ampliando il perimetro delle eccezioni legate alla copia privata – hanno scritto i Verdi nella proposta – Dovrebbe essere sempre legale aggirare le restrizioni DRM, e dovremmo considerare nella normativa dei diritti dei consumatori un bando per le tecnologie DRM che limitano l’uso di un’opera“.

Secondo il gruppo ambientalista, anche la questione della durata del copyright è ormai fuori luogo: 5 anni con l’opzione di estendere la copertura fino 20 dovrebbero essere più che sufficiente. “La tempistica di oggi è assurda. – hanno scritto gli esponenti verdi – Nessun investitore baderebbe a un’opportunità di business dove il ritorno di investimento è così lungo“.

Prendendo atto che “con le tecnologie digitali e Internet, la produzione, la diffusione, l’accesso e l’utilizzo di produzioni culturali è molto cambiata nel corso degli ultimi 20 anni“, per “The Greens – European Free Alliance” andrebbero modificate di conseguenza anche le impostazioni giuridiche ed economiche che dovrebbero tenere conto delle importanti trasformazioni sono in atto. Per questo i Verdi auspicano nel manifesto che queste trasformazioni vengano colte come “opportunità per aumentare l’accesso alle produzioni culturali per tutti e trovare soluzioni sostenibili per migliorare il finanziamento della creazione e lo status di coloro che stanno creando, autori e artisti”.

Che dite, è tempo di cominciare a “condividere” nella legalità?

Verdiana Amorosi

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