Il caricabatterie che produce energia sfruttando i campi magnetici

I campi elettromagnetici, presenti ovunque, potrebbero essere utilizzati per caricare le batterie dei gadget elettronici. Ne è convinto Dennis Siegel, studente di media digitali dell'Università delle Arti di Brema, che ha progettato un caricabatterie portatile, l'Electromagnetic Harvester, in grado di recuperare parte dell'energia dei campi elettromagnetici

I campi elettromagnetici, presenti ovunque, potrebbero essere utilizzati per caricare le batterie dei gadget elettronici. Ne è convinto Dennis Siegel, studente di media digitali dell’Università delle Arti di Brema, che ha progettato un caricabatterie portatile, l’Electromagnetic Harvester, in grado di recuperare l’energia dei campi elettromagnetici.

L’idea ad una prima analisi potrebbe apparire bizzarra e anche difficilmente realizzabile. Da tempo i ricercatori del Georgia Tech stavano valutando la possibilità di recuperare i campi elettromagnetici ma una delle difficoltà legate a questa forma di raccolta di energia è che ad esserne accumulata è una quantità incredibilmente piccola.

Nonostante i campi elettromagnetici siano praticamente ovunque, il dispositivo realizzato da Siegel impiega ancora un giorno intero per ricaricarsi del tutto. Spiega lo studente però che il suo sistema implica il fatto che tutto ciò che ci circonda è ricco di campi elettromagnetici, da smartphone e tablet alla macchina per il caffè, dal treno alle linee elettriche.

Electromagnetic Harvester1

Come funziona l’Electromagnetic Harvester? La tecnologia alla base del dispositivo è ancora tenuta sotto chiave dal suo ideatore. Si sa comunque che una volta che si entra in un campo abbastanza forte, un LED rosso si accende per indicare che è in carica.

Electromagnetic Harvester3

Electromagnetic Harvester cover

Esso ha anche un magnete sul retro per poterlo attaccare vicino ad una fonte di campi elettromagnetici. Seigel ha progettato due versioni diverse del dispositivo: uno per le frequenze inferiori a 100 Hz (come quelle che si trovano nella rete elettrica) e uno per le frequenze superiori a 100 Hz (come quelle che si trovano in Bluetooth, WLAN, e trasmissioni radiofoniche).

Electromagnetic Harvester2

L’inizio di una rivoluzione? Non ancora. Nonostante l’idea senza dubbio sia degna di nota, ciò non significa che presto tutti i dispositivi potranno fare a meno delle normali prese di corrente normali per ricaricarsi. Il potenziale di questo tipo di tecnologia va comunque esplorato. Ancora oggi occorre comunque un giorno intero affinché l’Electromagnetic Harvester possa ricaricare una singola batteria AA.

Francesca Mancuso

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