I gatti robot che aiutano gli anziani malati di Alzheimer a non dimenticare

Molto spesso le persone anziane soffrono la solitudine, un amico a quattro zampe può essere un amico fedele, ma se i nonnini non sono del tutto autosufficienti non riescono a prendersene cura e rinunciano ad avere la loro compagnia. Ecco perché in America sono nati i gatti robot.

Molto spesso le persone anziane soffrono la solitudine, un amico a quattro zampe può essere un amico fedele, ma se i nonnini non sono del tutto autosufficienti non riescono a prendersene cura e rinunciano ad avere la loro compagnia. Ecco perché in America sono nati i gatti robot.

I ricercatori della Brown University in collaborazione con la Hasbro, hanno ottenuto un finanziamento di un milione di dollari dalla National Science Foundation statunitense per lo sviluppo e l’implementazione dell’intelligenza artificiale in gatti robotici che siano di aiuto agli anziani.

Robot che nella forma ricordano appunto normalissimi gatti, ma che non hanno bisogno di cibo e acqua. In commercio ci sono già da due anni quelli che sono in grado di miagolare, fare le fusa ed essere accarezzati.
Adesso il finanziamento mira a renderli più efficienti nell’assistenza alle persone anziane. Infatti, i ricercatori della Humanics-Centered Robotics Initiative stanno lavorando per determinare quali compiti sono più importanti per i nonni, ad esempio la ricerca degli occhiali, il promemoria per medicine e telefonate al medico.

Un altro valido aiuto per i nonnini, sono le bambole dette empatiche (Empathy Dolls) usate non solo dai bambini, ma anche dagli anziani malati di Alzheimer o demenza senile come sostegno complementare a quello farmacologico e ad altri tipi di interventi

Grazie al loro significato simbolico e al fatto di potersi prendere cura di loro, queste bambole sono in grado di migliorare il benessere delle persone anziane servendo anche come compensazione affettiva. Aiutano poi a modulare gli stati di ansia, l’aggressività, l’insonnia e a sviluppare alcune doti motorie.

Il gatto robot,invece, si chiama “Joy for All” ed è stato presentato da Bertram Malle, un professore di scienze cognitive, linguistiche e psicologiche presso Brown, un’intervista a WQAD 8 .

“Di certo non stirerà e laverà i piatti. Nessuno si aspetta che possano parlare o che prendano un oggetto con le zampe, ma possono essere bravi nel fornire dei comfort”.

Nessun miracolo, quindi, ma solo l’intenzione di far sì che attraverso il gatto robot gli anziani possano mantenere un po’ di indipendenza. Il modello attuale costa 100 dollari e nella comunità americana ha riscosso successo.

robot gatto

Secondo Diane Feeney Mahoney, professore emerita alla MGH Institute of Health Professions School of Nursing, il progetto è promettente e potrebbe essere uno strumento utile per chi adesso soffre di demenza senile o Alzheimer.

Guardate quanta dolcezza:

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Attualmente, gli scienziati stanno lavorando per capire, attraverso dei sondaggi e interviste, quali sono le necessità degli anziani, insomma un’idea valida per i nonnini che non possono avere un amico a quattro zampe in carne e ossa.

Dominella Trunfio

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