World Emoji Day: anche le celebri faccine sono cambiate ai tempi del coronavirus

Il 17 luglio è il World Emoji Day, la giornata dedicata alle celeberi faccine, inventate tra il 1998 e il 1999 dall'informatico giapponese Shigetaka Kurita.

Il 17 luglio è la giornata mondiale dedicata alle emoji, le celebri “faccine” che utilizziamo quotidianamente sui social e nelle chat per esprimere le nostre emozioni e rafforzare i concetti espressi. Questi simboli pittografici, da non confondere con le antenate emoticon, hanno letteralmente rivoluzionato il nostro modo di comunicare. Il World Emoji Day è stato istituito nel 2014 e la data scelta non è casuale: se non ve ne foste accorti, il giorno che compare sull’emoji raffigurante il calendario è proprio il 17 luglio.

Le faccine ai tempi del coronavirus…

Il Covid-19 ha rivoluzionato anche l’uso degli ’emoji’ sui social. Secondo un’indagine condotta dal brand di telefonia franco-cinese Wiko, le ‘faccine gialle’ con la mascherina e quelle ‘disperate’ (51%) hanno sopravanzato nel periodo quello ottimistiche dell’arcobaleno o delle mani giunte.

Se dovessi mettere un’emoji per esprimere la nostra cultura ai tempi del Covid-19, quale sarebbe? Se hai detto “mascherina, benvenuto nella maggioranza. ???
Emojipedia ha analizzato quali emoji erano più spesso incluse nelle conversazioni sul coronavirus. Il risultato migliore è stato il volto che indossa la mascherina, ma le persone usano anche l’emoji nauseata ?, la faccina che starnutisce ? e quella con un termometro ?.

La storia delle emoji

Le emoji potrebbero essere definite come un’evoluzione delle emoticon, realizzate con segni grafici come punti, parentesi e trattini per esprimere ad esempio allegria o tristezza. Era il 19 settembre 1982 quando Scott Fahlman, informatico e professore alla Carnegie Mellon’s School of Computer Science, mise insieme qualche simbolo per dar vita alle classiche emoticon 🙂 e 🙁 . Il suo intento era semplicemente quello di distinguere i messaggi telematici seri da quelli ironici che si scambiava con i colleghi.

Qualche anno dopo, tra il 1998 e il 1999, un designer giapponese di nome Shigetaka Kurita creò le prime 176 emoji, ispirandosi ai manga, ai caratteri cinesi e ai segnali stradali. Questo primo set di simboli pittografici da 12 pixel per lato fu utilizzato all’interno del sistema nipponico i-mode, una piattaforma web progettata per collegare i telefoni cellulari a Internet.

Il termine emoji non altro che il risultato della crasi di due parole giapponesi che significano “immagine” e “carattere scritto”.

@Dmytro Onopko/Shutterstock

Curiosità sulle emoji

Le emoji più usate

Lo scorso anno, proprio in occasione della Giornata mondiale delle emoji, il consorzio Unicode ha stilato una classifica delle emoji più usate: al primo posto si è piazzata la faccina che piange fino alle lacrime, seguita dal cuore e dall’emoji con gli occhi a cuore.

“Emoji Dick”: il classico “Moby Dick” in versione emoji

Nel 2010 il programmatore americano Fred Benenson ha tradotto il classico della letteratura “Moby Dick” di Herman Melville nel linguaggio universale delle emoji. L’originale libro si è rivelato un gran successo, tanto da essere divenuto un testo degno di far parte della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

@Accademia5sinergie

L’emoji che ride con le lacrime parola dell’anno 2015

Nel 2015 gli Oxford Dictionaries, che ogni anno stilano una classifica delle nuove parole più usate, ha addirittura incoronato come parola dell’anno una non-parola: la faccina che ride fino alle lacrime.

“È ciò che riflette meglio l’ethos, l’umore e le preoccupazioni del 2015” è stata la motivazione del dizionario britannico.

Fonte: Wired

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