Dieta Scarsdale: come funziona, esempi, cosa mangiare e CONTROINDICAZIONI

La dieta Scarsdale è stata ideata negli Stati Uniti. Si tratta di un regime alimentare lampo (dura infatti solo 2 settimane + 2 di mantenimento) di tipo iperproteico. Scopriamo come funziona, cosa è possibile mangiare e le controindicazioni di questo tipo di dieta.

La dieta Scarsdale è stata ideata negli Stati Uniti. Si tratta di un regime alimentare lampo di tipo iperproteico (dura infatti solo 2 settimane + 2 di mantenimento). Scopriamo come funziona, cosa è possibile mangiare e le controindicazioni di questo tipo di dieta.

All’elenco delle diete per dimagrire definite iperproteiche o low carb, di cui la più nota resta comunque la Dukan, dobbiamo aggiungere anche la dieta Scarsdale. Questo regime alimentare è stato ideato dal cardiologo americano, Herman Tarnower in collaborazione con un collega, Samm Sinclair Baker. Insieme hanno messo per iscritto tutti i dettagli della dieta nel libro “The complete Scardale Medical Diet”.

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L’idea nacque in seguito ad alcune considerazioni fatte sui reduci della guerra del Vietnam. Il medico notò infatti come i militari avessero un minor rischio cardiovascolare. Ciò sarebbe stato da imputare al regime alimentare seguito in guerra di tipo ipocalorico e a basso contenuto di grassi. Si è voluto così studiare uno schema simile anche per le persone che volevano perdere peso.

La dieta Scarsdale promette un dimagrimento di circa 450-500 grammi a settimana ma viene definita una dieta lampo in quanto gli stessi ideatori la propongono per un massimo di due settimane salvo poi proseguire con un mantenimento molto simile per ulteriori due settimane prima di ritornare al regime alimentare precedente.

COME FUNZIONA LA DIETA SCARSDALE

Ma come funziona concretamente la dieta Scarsdale? Come tutti i regimi iperproteici, anche la Scarsdale propone una dieta in cui prevalgono nettamente le proteine, in particolare quelle di origine animale, e si limitano invece fortemente i carboidrati. La tecnica di dimagrimento proposta è quindi simile a quella della dieta Dukan, della dieta a Zona, della Plank e di tutte le altre varianti di dieta proteica.

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Evitando i carboidrati, di cui comunque il corpo ha bisogno, si fa in modo che l’organismo vada ad attaccare le riserve di glucosio che si trovano in particolare nel fegato e nei muscoli, e che vengono utilizzate nei casi di urgenza, quando è necessaria dell’energia velocemente e non si può attendere di ottenerla da nuovo cibo consumato. Non è indicato il quantitativo di cibo che si deve consumare, questo perché si dimagrisce indipendentemente dalle calorie ma la perdita di peso si basa proprio sul fatto di eliminare completamente (o quasi) i carboidrati.

La dieta Scarsdale propone che i macronutrienti vengano così ripartiti: 43% proteine, 22,5% di grassi e 34,5% di carboidrati. La colazione è semplicemente a base di caffè (o tè), pompelmo o altra frutta e una fetta di pane proteico. A pranzo e cena, invece, devono essere consumati alimenti proteici, senza condimenti grassi, accompagnati da verdure. Per tenere a bada la fame tra un pasto e l’altro si possono fare spuntini a base di verdure crude oppure utilizzare tisane in grado di agire sullo stimolo della fame.

Esistono in realtà delle regole ben precise a cui attenersi stilate dagli stessi autori: non si possono effettuare sostituzioni a ciò che si consiglia di mangiare, è vietato bere alcool e fumare, come spuntini sono concessi esclusivamente carote e sedano, come bevande è concesso caffè, tè e acqua tonica. Come condimenti sono accettati limone e aceto assolutamente no olio, le verdure quindi vanno mangiate senza alcun tipo di grasso, così come la carne di cui bisogna sempre scegliere i tagli più magri. Si può anche non mangiare tutto ciò che viene proposto ma le combinazioni devono rimanere tali inoltre quando si è raggiunta la sazietà bisogna immediatamente smettere di mangiare.

La dieta Scardale si può seguire per un massimo di 14 giorni e come per la maggior parte delle altre diete iperproteiche non vengono stabilite le porzioni in grammi ma si stabilisce per ogni giorno la combinazione di cibi che, in teoria, si possono consumare a volontà. Molto importante anche bere molto.

Ricapitolando la dieta Scarsdale:

• È una dieta iperproteica

Si può seguire per un massimo di 14 giorni

• Non si seguono porzioni in grammi

• Bisogna rispettare le combinazioni di cibi proposte

• Non si possono effettuare sostituzioni

• È vietato bere alcool e fumare

• Gli spuntini sono a base di carote e sedano

Si consigliano tisane e prodotti erboristici in grado di tenere la fame

• Condimenti concessi: limone e aceto

No olio

• Scegliere tagli magri di carne

• Smettere di mangiare immediatamente quando si è sazi

• Bere molto

dieta scarsdale cibi

COSA MANGIARE

Come per le altre diete iperproteiche anche la dieta Scarsdale ha una lista di alimenti consentiti e consigliati e un’altra invece di alimenti che andrebbero evitati.

I cibi che si devono inserire ogni giorno e si possono consumare in grande quantità sono ovviamente quelli di origine animale: carne (soprattutto pollo, tacchino, agnello, coniglio, hamburger di vitello), uova, pesce e formaggio magro, verdure e frutta di stagione, caffè e tè. Assolutamente da evitare invece patate, pasta, riso, pizza, legumi ad alto indice glicemico (lenticchie, fagioli, piselli).

Ricapitolando i cibi e le bevande consentiti sono:

Carne bianca magra

Carne rossa magra

Pesce

Crostacei

Formaggi magri

Uova

Pane proteico

Verdure di stagione

Frutta di stagione

• Dolcificanti artificiali

• Limone

• Aceto

• Tisane depurative

• Acqua tonica

• Caffè

• Tè

Quelli da evitare invece:

Pasta

Riso

Patate

• Pizza

• Lenticchie

• Fagioli

• Piselli

• Burro

• Panna

Olio

• Maionese

• Alcool

Zucchero

• Bevande zuccherate

dieta scarsdale cibi2

ESEMPI

Ma cosa si mangia nel corso di una giornata seguendo la dieta Scarsdale? Ecco un esempio di menù giornaliero settimanale

Primo giorno

Colazione: caffè o tè senza zucchero (sono concessi dolcificanti artificiali), mezzo pompelmo o un frutto di stagione, una fetta di pane proteico o integrale

Pranzo: carne bianca a scelta e pomodori

Cena: pesce magro o crostacei, insalata mista, una fetta di pane integrale e frutta di stagione

Secondo giorno

Colazione: caffè o tè senza zucchero (sono concessi dolcificanti artificiali), mezzo pompelmo o un frutto di stagione, una fetta di pane proteico o integrale

Pranzo: frutta mista a piacere caffè o tè

Cena: hamburger magro con verdure, caffè o tè

Terzo giorno

Colazione: caffè o tè senza zucchero (sono concessi dolcificanti artificiali), mezzo pompelmo o un frutto di stagione, una fetta di pane proteico o integrale

Pranzo: pesce a scelta tra tonno fresco e salmone condito con limone o aceto, insalata, frutta di stagione, caffè o tè

Cena: carne di agnello o vitello, lattuga, pomodori, sedano e cetrioli, caffè o tè

Quarto giorno

Colazione: caffè o tè senza zucchero (sono concessi dolcificanti artificiali), mezzo pompelmo o un frutto di stagione, una fetta di pane proteico o integrale

Pranzo: due uova cotte, formaggio magro, a seconda della stagione zucchine o cavoletti di bruxelles o pomodori, una fetta di pane integrale, caffè o tè

Cena: pollo e verdure di stagione alla griglia

Quinto giorno

Colazione: caffè o tè senza zucchero (sono concessi dolcificanti artificiali), mezzo pompelmo o un frutto di stagione, una fetta di pane proteico o integrale

Pranzo: formaggio magro (ad esempio ricotta, o fiocchi di latte) con spinaci, una fetta di pane integrale, caffè o tè.

Cena: pesce o gamberetti, insalata, una fetta di pane integrale.

Sesto giorno

Colazione: caffè o tè senza zucchero (sono concessi dolcificanti artificiali), mezzo pompelmo o un frutto di stagione, una fetta di pane proteico o integrale

Pranzo: frutta mista a piacere , caffè o tè.

Cena: pollo o tacchino, insalata di pomodori o lattuga, frutta

Settimo giorno

Colazione: caffè o tè senza zucchero (sono concessi dolcificanti artificiali), mezzo pompelmo o un frutto di stagione, una fetta di pane proteico o integrale

Pranzo: carne di pollo o coniglio, verdura e frutta di stagione, caffè o tè

Cena: vitello con verdura di stagione

Tendenzialmente la colazione rimane sempre uguale così come anche pranzo e cena, in cui sostanzialmente a variare sono le tipologie di carne e pesce, il formaggio oppure le verdure in base alla varietà di stagione.

dieta scarsdale pompelmo

FASE DI MANTENIMENTO

Dopo aver seguito le due settimane di dieta si può continuare con una dieta di mantenimento (altre due settimane) in cui si possono scegliere liberamente i menù da seguire considerando sempre che sono permessi esclusivamente:

• Carne bianca magra

• Pesce crostacei

• Formaggi magri

• Latte scremato

3 uova a settimana

• Frutta e verdura di stagione

2 fette di pane al giorno

• Dolcificanti artificiali

• Condimenti come aceto e limone, spezie

Da evitare ancora invece:

• Pasta

• Riso

• Patate

• Pizza

• Farinacei in genere

• Carni grasse

• Condimenti grassi

VERSIONE VEGETARIANA

Esiste anche una versione vegetariana della dieta Scarsdale in cui si sostituiscono le proteine animali con quelle vegetali. In particolare gli alimenti consentiti sono:

Soia

Tofu

Seitan

burger vegetali

• polpette di legumi

• verdure

• frutta

formaggi magri

In questo caso particolare si possono inserire anche la patate, ortaggio invece bandito nella versione classica e il riso bollito in piccole quantità.

CONTROINDICAZIONI

Le diete iperproteiche come la Scarsdale rischiano di affaticare i reni e il fegato. Introdurre troppe proteine, infatti, porta alla produzione di molto acido urico che se non correttamente smaltito può portare danni ai reni formando ad esempio dei calcoli (ecco perché quando si intraprende una dieta iperproteica viene consigliato di bere molto). Gli scarti del metabolismo delle proteine sono poi difficili da smaltire anche per il fegato che a lungo andare può arrivare ad intossicarsi e a far comparire di riflesso diversi disturbi anche in zone lontane del corpo. Dovrebbero quindi categoricamente evitare di sottoporsi ad una dieta iperproteica le persone che già soffrono di disturbi ai reni e/o al fegato.

C’è poi la possibilità che una volta interrotta la dieta iperproteica con la quale si sono ottenuti ottimi risultati in perdita di peso, tornando a mangiare normalmente si possa incorrere nel cosiddetto effetto yo-yo, ovvero si riprendano tutti i chili persi. Altra cosa da non sottovalutare è infine il fatto che questa dieta può portare a problemi di stipsi. E un intestino che non riesce ad eliminare bene le tossine per lunghi periodi può far insorgere diversi problemi.

Tra l’altro gli ideatori della dieta Scardsdale non hanno previsto di unire al regime alimentare proposto anche una moderata attività fisica anche se è concessa una camminata di 30 minuti a passo spedito.

Lo svantaggio più grande di questa, come delle altre diete iperproteiche, è quello di non infondere una corretta educazione alimentare proponendo invece un regime ipocalorico da tenere sporadicamente e in cui la ripartizione dei nutrienti non è equilibrata.

Leggi anche: DIETA IPERPROTEICA: I RISCHI E LE CONTROINDICAZIONI


Tra le possibili controindicazioni ricordiamo dunque:

Affaticamento di reni e fegato

Stipsi

Effetto yo-yo una volta terminata la dieta

Non fornisce una corretta educazione alimentare

Se volete seguire una dieta iperproteica rivolgetevi sempre ad uno specialista.

IL PARERE DELLA NUTRIZIONISTA

Abbiamo chiesto a Roberta Martinoli, medico e nutrizionista, cosa ne pensa dei fondamenti della dieta Scarsdale. Ecco cosa ci ha detto:

“Si tratta di una dieta storica. Il libro sulla dieta Scarsdale è stato pubblicato nel 1978 da un cardiologo di New York, il dottor Herman Tarnower. Nel libro (The Complete Scarsdale Medical Diet) si dice che … “la dieta Scarsdale apporta meno di 1000 kcal al giorno di cui il 43% da proteine, il 22,5% da grassi ed il 34,5% da carboidrati”. Trattandosi di una dieta fortemente ipocalorica e tendenzialmente iperproteica è associata ad un dimagrimento rapido come conseguenza di uno stato di leggera chetosi. Questa dieta si correda inoltre di due principi particolari. Uno è quello del “two-on, two-off” vale a dire dell’alternanza di due settimane di dieta a due settimane di mantenimento. Questa alternanza può essere ripetuta più volte fino al raggiungimento del peso obiettivo. Una volta raggiunto il peso forma entra in gioco il secondo principio che consiste nel mettere in atto un costante controllo del peso. Nel caso in cui si dovesse verificare un aumento pari o superiore ai 2 chili bisognerà riprendere il protocollo dietetico in modo da riportare il peso sul valore basale”.

In sostanza come si struttura questa dieta?

“È una dieta fortemente impositiva nella quale non c’è margine per poter fare delle scelte autonome. Sono previsti tre pasti al giorno (colazione, pranzo e cena) mentre negli intervalli tra un pasto e l’altro è possibile mangiare solo carote e sedano. Non è previsto nessun condimento se si escludono aceto e limone. Bisogna eliminare il grasso visibile dalla carne, astenersi dal consumo di latte e derivati ed evitare di bere alcolici. La colazione consigliata consiste nel consumo esclusivo di caffè o the ed agrumi (soprattutto pompelmi). Sono previste piccole quantità di pane proteico mentre i pasti principali comprendono carne o pesce, molta verdura e parecchi pompelmi. Nelle due settimane off le imposizioni diventano meno rigide: in questa fase sono previste due fette di pane proteico al giorno ma niente pasta e patate, niente latte e derivati, niente dolci, dessert e zuccheri aggiunti”.

È una dieta consigliabile?

“Nel corso della mia carriera di biologa nutrizionista prima e di medico poi non ho mai suggerito questo tipo di dieta. Non mi piacciono le diete impositive, quelle in cui abbondano le regole empiriche, non basate su alcuna evidenza scientifica. Così per esempio nella dieta Scarsdale viene imposto di sfamarsi con carote e sedano tra un pasto e l’altro. Perché non dovrebbe essere possibile mangiare i finocchi? Il dottor Herman Tarnower a questa domanda rispondeva che era così e basta. Probabilmente al cardiologo newyorkese i finocchi non piacevano proprio. Devo ammettere però che le diete impositive hanno una certa probabilità di successo in quella categoria di persone che fa fatica a seguire un regime alimentare basato sull’autocontrollo e sulla moderazione. In genere in queste persone la fedeltà al piano alimentare è bassa. Quando però gli si dice che, se non seguono alla lettera le indicazioni sostituendo anche solo uno degli ingredienti, il risultato è compromesso allora sono in grado di dare il meglio di sé. Io la chiamo “la sindrome della formula magica” ed Herman Tarnower non è stato l’unico a sfruttarla perché è alla base del successo di tutte le diete impositive. Mi piace, ogni volta che mi confronto con i vari argomenti inerenti la nutrizione, andare a sbirciare nella bibliografia scientifica e l’unico articolo sulla dieta Scardsale risale al lontano 1982. Titolo dell’articolo, pubblicato su Journal of Clinical Psychology, è “The effect of increasing initial weight loss with the Scardsale Diet on subsequent weight loss in a behavioral treatment program”. Mi dispiace non essere riuscita a procurarmi il full text dell’articolo ma il titolo mi da lo spunto per fare una riflessione. La dieta Scardsale promette una perdita giornaliera di mezzo chilo. La rapida perdita iniziale è senza dubbio di incoraggiamento soprattutto in chi deve perdere tanti chili. Compito di un buon nutrizionista è comunque quello di consigliare al meglio perseguendo non tanto l’obiettivo di un rapido dimagrimento quanto piuttosto quello di un risultato persistente. La storia di Herman Tarnower finisce purtroppo con un triste fatto di cronaca. Muore per mano di Jean Harris con la quale aveva una relazione da 15 anni. La donna si era convinta che il compagno la tradisse con la sua segretaria e presa dalla gelosia lo uccise. Herman Tarnower si trovava all’apice del suo successo. In un solo anno era riuscito a vendere 5 milioni di copie del suo libro.
Perché citare questo spiacevole epilogo? Perché questo è il motivo per cui la dieta Scarsdale è ferma al 1978. Curioso il fatto che in quello stesso anno venne pubblicato, sulla prestigiosa rivista The British Journal of Nutrition, un articolo ad opera degli scienziati Jackson e Pollock. Gli Autori misero a punto un’equazione, ancora in uso, per predire la densità corporea. Conoscere la densità corporea significa conoscere la quantità di massa grassa e di massa magra. È attraverso lo studio della composizione corporea che è possibile stabilire se la perdita di peso è legata a perdita di grasso o a perdita di tessuto muscolare. Ovviamente Herman Tarnower non ha avuto il tempo di sottoporre il proprio programma dietetico a questo tipo di verifica mentre d’altra parte ha fatto da apripista a quanti hanno compreso che la nutrizione poteva trasformarsi in un grande business. I progressi compiuti in campo nutrizionale dal 1978 ad oggi sono talmente grandi che non farei affidamento ad una dieta così “antica” per risolvere un problema di sovrappeso/obesità”.

Francesca Biagioli

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