Ricette antispreco: vellutata agli avanzi di frigorifero

Oramai abbiamo capito: una delle prime regole da seguire per far quadrare il bilancio ambientale ed economico (del pianeta e di casa nostra) è quella di evitare il più possibile gli sprechi. Ma, parlando di casa nostra, capita spesso di fare male i conti quando si fa la spesa, si compra un po’ più di quello che ci serve, o scegliamo cose seguendo chissà quale ispirazione del momento che poi non ci va più di mangiare.

E così, le verdure si accumulano in frigorifero per giorni, e nemmeno ci accorgiamo che stanno cambiando colore (e forse anche odore). Ci sono poi delle parti di ortaggi e verdure che non sono particolarmente appetibili, come gli strati più esterni dei finocchi, duri e spugnosi, o i gambi di cavolfiori e broccoli, decisamente duri ma che non hanno niente di non commestibile (o almeno spero!). E così, o buttiamo tutto nel secchiello del compost, oppure ci ingegniamo un attimo per dare nuova dignità alla verdura solo apparentemente di scarto. E visto che a me zuppe e minestre piacciono molto, converto tutto in simpatiche “vellutate agli avanzi di frigorifero”.

Vista la stagione invernale appena conclusa (ma poi anche un po’ tornata, ahinoi), la vellutata agli avanzi più gettonata di questi tempi è quella composta da: strati esterni di finocchio, foglie esterne e cuori di verza, gambi e foglie di broccoli e cavolfiori. Il finocchio non dà molto sapore, ma contribuisce alla consistenza della vellutata e, perlomeno al palato, è ingrediente che arricchisce di fibre (tutta salute intestinale). Cavoli e broccoli invece danno un po’ più di sapore. Se poi avanza altro, come una carota oramai troppo moscia per essere mangiata cruda, ancora meglio. Taglio tutto in piccoli pezzi, li metto in pentola, copro il tutto con acqua (non troppa o diventa liquida), aggiungo sale e faccio bollire. Mi rendo conto che cavoli vari e finocchi da soli non danno un sapore sconvolgente. Consideriamo poi che per motivi di intolleranze alimentari da anni non uso più dado, estratti di lievito o glutammati vari. Allora per dare un pizzico di “verve” a una zuppa decisamente triste, aggiungo un po’ di zenzero alle verdure in cottura. Lo zenzero, oltre a dare un tocco esotico al piatto, fa anche molto bene alla salute.

Porto a ebollizione quando vedo le verdure ammollate a sufficienza, frullo tutto fino a che non ottengo una poltiglia, cioè volevo dire una vellutata, a quel punto aggiungo un pizzico di salsa di soia, olio a crudo e un po’ di spezie a seconda dell’ispirazione del momento. Nelle rare occasioni in cui ho del pane secco in casa, lo spezzo, lo tosto in padella e lo aggiungo al piatto. E vi assicuro che il risultato finale è decisamente interessante. Altro che avanzi!

(E se sbaglio a mettere acqua e la vellutata è troppo liquida? Beh, riciclando una idea della mia cara amica Lucia – che in una delle sue meravigliose cene ci propose dei tortellini cotti in passato di verdura – lo utilizzo per fare la pasta in brodo)

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