Infrazione per l’Italia da parte dell’UE: “troppo restrittiva sulla vivisezione”.

L'Italia riceve un'infrazione da parte dell'Unione Europea per aver applicato in maniera troppo restrittiva le norme sulla vivisezione.

2010: l’Unione Europea emana la direttiva 2010/63/Eu per regolare in Europa la sperimentazione sugli animali in tutti gli Stati Membri.

2014: l’Italia accoglie la direttiva europea con il decreto legislativo 26/2014 apportandovi però alcune modifiche e restrizioni, salutate come una benedizione da parte degli animalisti italiani.

2016: L’Unione Europea avvia una procedura nei confronti del nostro paese, messo in mora e accusato di aver accolto la direttiva del 2010 in maniera troppo limitativa. Bruxelles, infatti, chiede un controllo e un intervento immediato perché l’Italia si adegui al quadro legislativo Comunitario. Le restrizioni applicate dalla legge italiana riguardano in particolare il divieto di allevare gatti, cani e primati non umani ai fini della sperimentazione scientifica, ma anche limitazioni sull’utilizzo di animali per testare sostanze d’abuso come alcol, droga e tabacco.

Gianluca Felicetti, presidente LAV (Lega AntiVivisezione), ha dichiarato che “se l’Ue avesse voluto una normativa identica in tutti i Paesi, avrebbe dovuto emanare un Regolamento; invece in questo caso si tratta di una Direttiva che, quindi, dà modo a ogni Stato membro di poter essere più restrittivo, anche in ossequio al art.13 del Trattato di Lisbona che ha inserito la tutela degli animali come esseri senzienti”.

L’Italia ha detto “no” a questo tipo di pratiche fin dal 1992 e le restrizioni applicate dal nostro paese non sono altro che un adeguamento alla legge italiana. “Supporteremo il Governo italiano nella difesa del decreto legislativo 26/2014 – ha aggiunto Felicetti – perché siamo convinti che il Governo voglia difendere il provvedimento in ogni maniera a Bruxelles e che il nostro ministro della Salute non voglia essere ricordato come il ministro che si è piegato a una comunicazione di messa in mora“.

La controversia si risolverà solo se e quando l’Italia adeguerà la propria legge alla direttiva UE, ma gli animalisti insorgono: le associazioni chiedono all’Italia di non piegarsi alle intimidazioni di Bruxelles, anche perché questo rappresenterebbe un enorme passo indietro nella tutela dei diritti degli animali per il nostro paese. Tanto più che lo scorso 24 aprile è stata celebrata l’ennesima giornata mondiale dedicata agli animali “da laboratorio” per richiamare l’attenzione pubblica su questo tema scottante e controverso.

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