L’Iran ci riprova: a marzo un gatto persiano volera’ in orbita

Dopo la scimmia l'Iran si prepara al lancio di una nuova creatura nello spazio. Questa volta a volare in orbita potrebbe essere un gatto persiano

Dopo la scimmia, tornata per fortuna sana e salva, l‘Iran si prepara al lancio di una nuova creatura nello spazio. Questa volta a volare in orbita potrebbe essere un gatto persiano.

Il paese sta facendo le prove tecniche per l’invio, nel 2018, di astronauti umani nello spazio. Ma a che prezzo? Lo scorso gennaio, l’agenzia spaziale iraniana annunciò l’invio di una scimmia. Molti i dubbi sulla riuscita della missione, ma nonostante tutto il povero animaletto torno sulla Terra sano e salvo.

Ma adesso l’Iran vuole riprovarci, e non la fermeranno i dubbi sulla missione e la scarsa efficacia di studi di questo tipo sugli animali. La conformazione e le caratteristiche fisiche degli animali infatti li rendono molto diversi dagli umani, per cui secondo quanto sostenuto da Michela Kuan, responsabile LAV vivisezione, questo genere di prove è praticamente inutile.

Ma il rapporto diffuso ieri dall’agenzia ufficiale Irna ha riferito che l’ufficiale Mohammad Ebrahimi ha annunciato che il prossimo animale a volare in orbita sarà il gatto persiano, dal pelo lungo e dal viso leggermente schiacciato, simbolo del paese. La razza del gatto infatti viene dall’antico nome dell’Iran, la Persia.

Secondo Ebrahimi, il lancio avverrà entro la fine del corrente anno iraniano, che terminerà il 21 marzo 2014. Secondo il rapporto, tra gli ignari candidati al volo in orbita ci sarebbero anche un topo e un coniglio. La navicella, con a bordo i poveri malcapitati, raggiungerà un’altitudine di 120 chilometri.

Ma l’invio del gatto non è l’unica cosa che puzza in tutta questa vicenda. Molti timori riguardano la possibilità che l’Iran stia guardando con sempre maggiore interesse al nucleare. Ma il paese si difende e promette di inviare i propri satelliti in orbita per monitorare le catastrofi naturali visto l’elevato rischio sismico della nazione, per migliorare le telecomunicazioni ed espandere la sorveglianza militare nella regione.

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