Il rischio acqua nel mondo: è online la nuova mappa del WRI

Qualche giorno fa ci siamo soffermati sul problema della sempre minore disponibilità di acqua potabile in Cina, a causa del grave inquinamento di gran parte delle sorgenti, dei laghi e dei fiumi. Per restare più o meno in tema, il WRI – World Resources Institute ha appena lanciato Aqueduct, una mappatura interattiva e aggiornata del “rischio acqua” nel mondo: attraverso l’uso di colori che vanno dal giallo tenue al rosso intenso, la mappa offre un’immediata visione delle aree del globo che più soffrono (o che, in un futuro non troppo lontano, più potrebbero soffrire) per la scarsità di questo bene primario e prezioso.

La mappa è stata realizzata incrociando diversi tipi di fattori e di indicatori, quali ad esempio la frequenza di siccità e alluvioni, lo sfruttamento delle falde acquifere e la qualità dell’acqua, per offrire a governi e aziende un quadro il più possibile dettagliato della situazione attuale. Lanciando la nuova mappatura (realizzata con dati raccolti nel 2010), il WRI avverte che il rischio acqua è sensibilmente aumentato rispetto al 2000, che le previsioni fatte a quell’epoca erano fin troppo ottimistiche (il rischio acqua è oggi più grave e diffuso di quanto si potesse prevedere allora) e che ormai il problema interessa tutti i continenti, con situazioni più critiche in Asia centrale e meridionale e in Africa.

Dalla nuova mappatura emerge anche che il pericolo non riguarda (più) soltanto le regioni aride, caratterizzate da un clima particolarmente caldo: anche in Europa (soprattutto in Italia e Spagna) e lungo la costa orientale degli Stati Uniti sono “comparse” aree ad alto rischio, che mostrano come la situazione globale si stia facendo sempre più critica. Insomma: una presa di coscienza da parte dei governi non solo è auspicabile, ma non è più procrastinabile.

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