Amaranto: il “cereale” degli Inca e degli Aztechi

Dopo aver parlato di miglio e grano saraceno, in questo post vedremo le caratteristiche di un altro cereale senza glutine: l’amaranto. Insieme al mais, è considerato uno degli alimenti più antichi, veniva infatti utilizzato già dalle civiltà centroamericane degli Inca e degli Aztechi come fonte di sostentamento quotidiano. In realtà, anche se comunemente viene considerato un cereale, non appartiene alle graminacee e dunque non lo è. Si colloca a metà strada tra legume e cereale in quanto a valori nutrizionali, un po’ come il grano saraceno ma è un seme. Viene chiamato per comodità cereale perchè si usa come tale e si trova negli scaffali affianco ai tradizionali cereali! lo chiamerò anch’io dunque “cereale”, i puristi non me ne vogliano. 😉

L’amaranto, che è stato riscoperto solo negli anni 60 dai ‘salutisti’ degli Stati Uniti, è senza dubbio un alimento di nicchia. Grosso errore quello di dimenticarlo per tutti questi anni, l’amaranto, infatti, ha proprietà nutrizionali molto interessanti. Innanzitutto è ricco di proteine, in particolare contiene l’aminoacido lisina (quasi tutti i cereali ne sono invece carenti), e di sali minerali come ferro, calcio, magnesio e fosforo. Inoltre, contiene molte fibre ed è di facile digeribilità e metabolizzazione da parte del nostro organismo. Grazie a tutte queste proprietà, è un alimento particolarmente consigliato a bambini, donne in gravidanza e anziani.

L’amaranto si trova soprattutto integro in chicchi ma esiste anche la farina che, non contenendo glutine, viene utilizzata nella preparazione di prodotti per celiaci. Si possono mangiare anche le foglie di amaranto bollite, preziosa fonte di vitamine e ferro. Sono però molto difficili da trovare…. Se volete acquistare l’amaranto in grani sappiate che non si trova nei comuni supermercati ma solo nei negozi di alimentazione biologica e nelle erboristerie ben fornite.

COME CUCINARE L’AMARANTO

Per cuocere questo cereale basta bollirlo seguendo la proporzione di 1 parte di amaranto per 2/3 parti di acqua. In 30-40 minuti sarà pronto (meglio spegnere quando è ancora un po’ croccante) e poi lo potrete condire a piacimento o, meglio, utilizzare per comporre sfiziose ricette. Da solo questo cerale ha una consistenza che può risultare fastidiosa, meglio quindi trovare modi più originali e gustosi di cucinarlo. Vi propongo questa ricetta: polpettine di amaranto al profumo di basilico e paprika, che ne pensate? In alternativa c’è questo sformatino di amaranto noci e uvetta…niente male. 😉

Con l’amaranto, infine, potete anche fare i popcorn!!!! Il procedimento è identico a quelli fatti con il mais.

Alla prossima

Francesca

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