L’importanza della biodiversità

Preservare la biodiversità è fondamentale per la sopravvivenza degli ecosistemi, del loro equilibrio e per la salvaguardia del pianeta Terra.

Si parla troppo poco spesso di biodiversità, o forse è più vero il contrario, e cioè che soprattutto negli ultimi anni se ne parla sì più spesso, ma purtroppo in termini sempre più allarmistici.

La biodiversità è la varietà di esseri viventi, animali e vegetali, esistenti sulla Terra; può essere valutata in termini di geni (cioè la variabilità genetica all’interno della stessa specie, per la quale ogni individuo è unico), di specie (data dal numero di specie in un dato habitat), di ecosistemi (data dalla molteplicità degli habitat e dall’interazione ad essa collegate).

Vivendo sempre meno a contatto con la natura, e sempre più su distese di cemento, circondati dai frutti di una tecnologia sempre più avanzata, luci e rumori artificiali delle nostre metropoli, si è alterata quella che è la nostra vera essenza, ciò che effettivamente siamo, e cioè uno dei tanti milioni e milioni di esseri viventi presenti su questo pianeta. Questo purtroppo ha alterato anche la visione di tutto ciò che ci sta intorno, quella ricchezza che Madre Natura ci ha donato, un patrimonio che una volta depauperato non può essere più ricostituito.

A partire dagli anni dello sviluppo industriale, l’uomo cominciò a concretizzare un concetto di sviluppo mediante lo sfruttamento di tutte le risorse naturali a sua disposizione; soprattutto le politiche adottate in campo economico venivano adottate in chiave “antropocentrica”: la natura non venne più vista come un grande regno di cui far parte, ma una fonte di risorse da sfruttare. La cosa preoccupante è che l’uomo ha continuato ad adottare tale comportamento ignaro del fatto che qualsiasi ricchezza prima o poi si esaurisce. Abbiamo sì raggiunto una migliore qualità di vita (anche se io personalmente non ci credo pienamente), ma con un forte impatto ambientale.

La natura, grazie appunto alla biodiversità, è in grado di autoregolarsi; ogni tassello è lì presente per svolgere una propria funzione, ogni pianta, ogni animale, persino ogni microrganismo presente svolge un proprio ruolo all’interno di questo macrosistema; tutto in natura è in equilibrio perfetto. Ma le “ferite” apportate dall’uomo cominciano ad essere troppe e i danni irreparabili.

L’estinzione di un essere vivente viene visto come una perdita a sè stante, senza considerare come questa possa invece ripercuotersi a livello molto più ampio; e tanto più velocemente avviene il processo tante più profonde possono essere i risvolti negativi. Inoltre le nostre azioni influenzano non solo la nostra esistenza e qualità di vita oggi, ma anche quelle dellle generazioni future che troveranno ciò che noi avremo lasciato loro.

La biodiversità ha un impatto sulla qualità del suolo, dell’acqua, sul clima; se un habitat è in equilibrio, risulta essere anche più resistente nei confronti delle catastrofi naturali, quelle che invece negli ultimi anni stanno prendendo il sopravvento.

Ci sono alcuni ambienti sulla Terra che sono particolarmente ricchi di biodiversità (vedi le barriere coralline, la foresta pluviale), ma rappresentano una percentuale quasi esigua di tutta la superficie terrestre (a parte il fatto che l’azione dell’uomo è riuscita a raggiungere anche queste magnifiche realtà naturali). Per il resto la spinta attività agricola, l’uso di mono-sementi, l’utilizzo di fertilizzanti e diserbanti, sta avendo un impatto tutt’altro che positivo sui vari ecosistemi e quindi sulla biodiversità.

L’uomo ha la responsabilità ed il dovere di riparare i danni fatti, ma la domanda è: esiste ancora un margine di tempo per fare tutto ciò? L’aumento della popolazione umana che si ripercuote inevitabilmente sullo sfruttamento delle risorse, lo sfruttamento delle risorse che si ripercuote sulla biodiversità, la biodiversità sugli equilibri naturali, ai quali bisogna aggiungere il surriscaldamento globale…fin quando non verrà riconosciuto tutto questo come un dato di fatto, fin quando si continuerà a mettere in discussione ciò che ormai è assodato, temo che non verrà mai fatto nulla di veramente concreto per cambiare la rotta. Il primo passo importante ma fondamentale è quello di renderci conto che noi esseri umani siamo solo uno dei tanti tasselli e che nulla ci appartiene; noi della natura ne facciamo parte, non ne siamo i padroni.

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