Come proteggere i nostri cani dai forasacchi?

In estate i forasacchi sono un pericolo per i nostri cani; come possiamo proteggerli? Quali sono i sintomi a cui fare attenzione al ritorno di una passeggiata?

E’ primavera, è più piacevole la vita all’aperto, con le belle giornate che accompagnano le lunghe passeggiate insieme al nostro amico a quattro zampe; ma con la bella stagione aumentano anche le insidie per i nostri animali : pulci, zecche, zanzare che aumentano con il caldo e l’umidità (molto importante la prevenzione; in proposito potete anche leggere “Liberiamoci dalle fastidiose zecche!…e con i rimedi della natura” e “Quali rimedi naturali contro le fastidiose pulci?“), colpo di calore (“Come proteggere i nostri cani e gatti dal calore estivo?“), forme allergiche, ma non meno importanti e pericolose le spighette di graminacee, comunemente definite “forasacchi.

Sono lunghe da 1 a 3 centimetri, e fin quando sono verdi non rappresentano un pericolo, ma con l’estate seccandosi diventano dure, acuminate; sono dotate di tanti piccoli dentelli che permettono loro di avanzare in un’unica direzione.

Sintomi e segnali che il nostro cane ha un forasacco

Durante la stagione calda sono abbondanti in campagna, nei prati, ma anche in città è facile vederle nei giardini ma anche lungo la strada. Non è difficile quindi che si attacchino al pelo dei vostri cani, soprattutto quelli con un mantello fitto e lungo, e da qui migrare verso la cute; ma possono entrare anche attraverso gli orifizi naturale, e le relative conseguente e i sintomi che i nostri cani possono manifestare sono quindi diversi in base alla via d’ingresso:

CUTE: si possono creare dei veri e propri tragitti fistolosi, inizialmente con rossore cutaneo nel punto di penetrazione, edema, gonfiore, ma successivamente è possibile notare anche la fuoriuscita di materiale purulento. Il forasacco infatti dalla cute può penetrare sempre più in profondità interessando anche gli strati muscolari sottostanti, e questo grazie alla sua particolare struttura che gli permette di avanzare (e non retrocedere), il tutto facilitato dal movimento dell’animale. Il cane avverte dolore, tende a leccare e morsicchiare il punto interessato.

SPAZIO INTERDIGITALE: anche in questo caso le manifestazioni del cane sono sovrapponibili a quanto detto sopra, in più potrebbe cominciare a zoppicare, anche molto vistosamente, ed in caso di dolore particolarmente intenso potrebbe evitare di appoggiare l’arto colpito

ORECCHIE: quando il forasacco penetra nell’orecchio, l’animale comincia a grattarselo, a scuotere la testa inclinandola verso il lato interessato; questo movimento facilita a sua volta l’avanzamento della spighetta in profondità, fino alla perforazione del timpano se non si interviene tempestivamente

NASO: mentre fiuta il terreno il cane potrebbe inspirare un forasacco; comincerà a starnutire violentemente e ripetutamente, e questa energica fuoriuscita d’aria dalle narici (con possibile presenza di tracce di sangue) potrebbe determinare anche l’espulsione della spighetta, ma molto spesso essa si porta invece più in profondità; in qualche caso raggiunge l’orofaringe ed essere così ingerita raggiungendo lo stomaco, oppure insinuarsi nelle vie respiratorie e quindi arrivare ai polmoni.

OCCHI: solitamente la spighetta si insinua dietro la terza palpebra, causando rossore, dolore, lacrimazione; può insorgere una vera e propria congiuntivite, ed il cane tende a grattarsi, con la possibilità di peggiorare la situazione a causa dell’azione meccanica delle unghie; nei casi più gravi potrebbero manifestarsi ulcere o la stessa perforazione corneale, con eventuale perdita della vista

GOLA: l’irritazione provocata dal forasacco causerà tosse intensa, con la possibile fuoriuscita anche di sangue; da qui potrebbe essere ingoiato oppure insinuarsi nelle vie respiratorie, raggiungere i polmoni e qui causare una broncopolmonite.

Altre zone del corpo possono essere interessate, anche se meno frequentemente, come la zona perianale e i genitale.

Come ci si può difendere dai forasacchi?

L’ideale sarebbe quello di evitare spazi aperti e con ricca vegetazione, soprattutto d’estate quando quest’ultima tende ad essiccare, ma a parte il fatto che di forasacchi ce ne sono in grandi quantità anche nei centri urbani, non sarebbe nemmeno giusto privarci del piacere di una gita fuori porta in mezzo alla natura in compagnia del nostro cane (quante volte infatti anche negli scorsi articoli abbiamo vi ho esortato a trascorrere un po’ più di vita all’aperto, approfittando delle belle giornate per svolgere attività fisica insieme ai nostri amici a quattro zampe?).

C’è chi consiglia di mettere al cane la museruola o fasciare le orecchie per evitare l’ingresso di forasacchi, ma quanti dei vostri animali accetterebbero tale costrizione? Io consiglio quindi di vivere le vostre passeggiate tranquillamente, di fare scorrazzare i vostri cani liberamente, naturalmente tenendo in considerazione il pericolo e facendo attenzione a particolari sintomi o un cambiamento d’atteggiamento dei vostri animali.

In caso dovessero presentarsi uno dei sintomi elencati sopra, rivolgetevi tempestivamente al vostro veterinario, anche se dovessero attenuarsi (ad esempio, il cane potrebbe smettere di starnutire non perché la spighetta è stata espulsa, ma semplicemente perché si è posizionata in una zona che causa meno fastidio; idem nel caso in cui Fido dovesse cessare di zoppicare): è necessaria una visita accurata per individuare il corpo estraneo e procedere alla sua estrazione, operazione che spesso richiede la sedazione o l’anestesia generale del cane (a seconda della via d’accesso, della localizzazione del forasacco e della collaborazione dell’animale).

I forasacchi possono essere causa di infezioni più o meno gravi, soprattutto se stazionano nell’organismo per parecchio tempo, quindi una visita medica è sempre raccomandabile. Fondamentale anche controllare il cane dopo ogni passeggiata, la cute, gli spazi interdigitali; è raccomandabile spazzolarlo più spesso, soprattutto se a pelo lungo (potete leggere anche Cani e gatti belli, puliti… e sani), e magari tosarlo per ridurre così il rischio.

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