L’Alveare che dice Sì! Un progetto per sviluppare la filiera corta e ristabilire un legame tra consumatori e produttori.

L'Alveare che dice Sì! Un progetto per sviluppare la filiera corta e ristabilire un legame tra consumatori e produttori.

Il mese scorso, grazie a Cinzia, un’amica che sta portando avanti un “alveare” a Torino, ho scoperto l’esistenza di un progetto davvero interessante: “l’Alveare che dice Sì!”

Questa organizzazione vuole raggiungere l’obiettivo di sviluppare la filiera corta per ritrovare il sapore dei propri territori, lottare contro i cambiamenti climatici e ristabilire un legame tra consumatori e produttori.

Il progetto inizia a svilupparsi in Francia nel 2011 con La “Ruche qui dit Oui!” e continua ad espandersi come “The Food Assembly” in Inghilterra, Spagna, Germania e Belgio, contando più di 700 Alveari.

In Italia il progetto inizia a svilupparsi a Settembre del 2014 aprendo i primi Alveari a Torino a fine Novembre. Da allora la Rete si sta espandendo, non solo in Piemonte, ma nel resto del paese.

Aprendo un alveare, come ha fatto Cinzia, si creerà un luogo virtuale e reale di aggregazione, dove si potranno comprare i migliori prodotti degli agricoltori e degli artigiani della vostra regione. Cinzia tiene particolarmente a creare aggregazione tra le donne, e “Le api di Gaia” raccoglie piccole realtà agricole femminili che utilizzano tecniche antiche di coltivazione, tramandate dalle generazioni precedenti e senza uso di prodotti dannosi.

Per esempio Romina vive da sola in un paese ai piedi del Monviso e parla alle sue api, Claudia ed Ilizia portano il loro gregge di pecore sugli alpeggi d’estate e nei boschi di inverno, e vivono sulla serra morenica di Ivrea. Barbara vive sopra Pinerolo ed alleva le sue capre Saanen con il cui latte produce splendidi formaggi con il solo utilizzo di caglio vegetale. Antonella vive sulle colline dell’astigiano ed offre i cestini per andare a raccogliere la verdura direttamente nell’orto, mentre Emilia é il braccio gentile del forno che accoglie i prodotti di farine antiche e selezionate lavorate sotto la guida di occhi che aperti dai detenuti delle carceri di Torino…

I prodotti si acquistano online con un paniere di offerta che varia a seconda del periodo e della stagione e acquisto ritirato poi direttamente dalle mani delle produttrici.

Scoprite qui come funziona il progetto ed unirvi alla rete, entrando a far parte di uno dei 900 alveari già esistenti, oppure aprendo un alveare voi stessi. Se siete produttori, potete proporre i vostri prodotti agli Alveari iniziare a rifornire i gruppi di consumatori locali. Nell’Alveare, il Produttore vende direttamente i suoi prodotti ai Membri e paga delle spese di servizio che corrispondono al 20% del suo fatturato. Non ci sono intermediari, si tratta di una vendita diretta seguita da un servizio di fatturazione.

L’Alveare che dice Sì! propone un modello giusto e solidale : ogni produttore fissa liberamente i prezzi della vendita perché è colui che ha il maggior numero di elementi per valutare quale siano quelli giusti. Le spese del sistema sono fisse e modeste. C’è anche un video che vi darà ulteriori chiarimenti e informazioni.

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