La felicità si impara e a Bari esiste una scuola che la “insegna”

Quando arrivi per la prima volta alla Scuola della Felicità si percepisce subito il calore di una famiglia. Non a caso, ad accoglierti sono proprio due sorelle e la piccola Alice di due anni. Alla Scuola della Felicità si può fare un corso di fotografia, un seminario sull’autostima, un incontro con la psicologa, e naturalmente vari tipi di yoga (Hatha, Kundalini, Power Yoga) e tanto altro.

Chiunque, alla Scuola della Felicità, trova il suo spazio e il modo che più gli è congeniale per raggiungere un solo obiettivo: essere felici.

Il prossimo 12 febbraio, la scuola di Bari soffia la sua prima candelina. Abbiamo incontrato Valeria Dabbicco, vicepresidente dell’associazione.

Come definiresti la Scuola della Felicità?

In una panoramica a 360° la Scuola della Felicità appare come la prima vera realtà in Puglia a dedicare tutte le sue energie all’educazione alla felicità. E lo fa promuovendo un BenEssere psicofisico ed emotivo autogenerativo, promosso da un circuito virtuoso in cui la mente e il corpo vengono onorati nel loro insieme.

Perché “yoga” alla Scuola della Felicità?

Abbiamo pensato che nessuna disciplina può insegnare ad essere felici meglio dello yoga. Con lo yoga, infatti, si impara il benessere e l’ascolto di se stessi e questo è il primo passo per migliorarci e migliorare la propria vita.

Come è stato questo primo anno di “felicità”?

Il bilancio, per noi, è estremamente positivo. I feedback ricevuti, dall’inizio di questa meravigliosa avventura ad oggi, sono entusiasmanti e hanno alimentato la nostra passione e la voglia di fare sempre qualcosa di valido e innovativo nell’ambito dello sviluppo personale.

L’obiettivo che vi siete posti è davvero ambizioso. Ma è davvero possibile imparare ad essere felici?

Noi crediamo che essere felici sia assolutamente possibile, ma che richieda un costante esercizio di volontà, ovvero essere congruenti e leali, in primo luogo, nei confronti dei propri valori, dei propri desideri, di se stessi. Essere felici significa imparare a onorare e a dare spazio alla propria reale natura, imparare ad amarsi. Significa non scendere mai a compromessi con ciò che siamo veramente.

Perché oggi abbiamo bisogno di una “Scuola della Felicità”?

In una società come la nostra, in cui il giudizio e il riferimento esterno hanno un peso notevole, è sicuramente difficile, ma non impossibile essere se stessi e di conseguenza felici. Abbiamo bisogno di una scuola della felicità per reimparare ciò che da bambini sapevamo fare benissimo: pretenderlala felicità, quella delle cose semplici o dei sogni immensi. Serve una scuola della felicità, per reimparare a centrarti a ritrovare il tempo per sé, per le emozioni, per la ‘bellezza’ dell’anima e del contatto con noi stessi e con gli altri.

Il prossimo 12 febbraio ricorre il primo compleanno della scuola. Come intendete festeggiarlo?

Vogliamo invitare tutti a un evento da non perdere, un appuntamento con le emozioni. La parola ‘emozione‘ contiene al suo interno tutto il movimento che serve a generarla, letteralmente questa parola significa ‘portare fuori’. Stati d’animo vicini all’estasi, a quel qualcosa che, per comodità, chiamiamo felicità, passano necessariamente dalle emozioni. La mission che si è data la Scuola della Felicità, quando ancora era allo stato embrionale era, per l’appunto, creare occasioni in cui a farla da padrona fossero le emozioni. Così abbiamo deciso di onorarla la nostra mission, il seme che ha fecondato questo nostro meraviglioso progetto che cresce alimentato dalla nostra passione e non solo. Immaginate di entrare per la prima volta in un parco giochi, immaginate di ricevere in regalo un biglietto su cui c’è scritto: la giostra delle emozioni, biglietto omaggio. E ora immaginate di salire su quella giostra…

Un invito che non si può rifiutare, la giostra delle emozioni ci aspetta.

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