Homehostedmeals.com: residenti e turisti a cena insieme. Nasce il network internazionale per farli incontrare attorno a un tavolo.

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Vi è mai capitato di camminare per le strade di una città sconosciuta e immaginare come possa essere la vita dietro le finestre delle case che incontrate? Magari di annusare cosa “bolle in pentola” in quelle cucine?
Da questa considerazione è partito il progetto “Homehostedmeals.com“: condividere un semplice pasto con uno straniero può essere il primo passo per conoscere e accettare la vita degli altri. D’altronde si sa, la cucina è il più immediato degli scambi culturali.
L’idea è danese ed è venuta a Thomas Rathje dopo anni di lavoro e ricerca sul turismo di comunità e la riduzione della povertà nei Paesi in via di sviluppo, con diverse ONG.
Attraverso il sito internet dedicato, “Homehostedmeals.com” vorrebbe facilitare i contatti tra i viaggiatori e le famiglie residenti nelle destinazioni turistiche. Da una parte, i viaggiatori possono fare un’esperienza e una conoscenza del Paese visitato che va al di là del mercato turistico. Dall’altra parte, per i residenti la visita è soprattutto un modo per avere uno scambio interpersonale e interculturale, ottenendo allo stesso tempo un piccolo guadagno.
“Sono consapevole che in questo periodo di crisi finanziaria ci sono molte famiglie che hanno davvero bisogno di una mano per creare introiti extra, e spero che HomeHostedMeals.com possa servire a quelle persone come piattaforma per raggiungere un mercato internazionale”, racconta Thomas.
Come funziona? Tutti gli host sono liberi di impostare sulla piattaforma una presentazione e cosa offrono per pranzo o cena, a qualsiasi prezzo ( si trovano sia i pasti di fascia alta e che a buon mercato). I viaggiatori possono poi scegliere dal sito l’ospite che preferiscono, mandare la propria richiesta attraverso la mediazione di Homehostedmeals.com e una breve descrizione di loro stessi. Sarà poi la famiglia ospite a decidere se accettare o meno.
In questo momento ci sono 60 famiglie ospiti in più di 20 Paesi diversi, ma, dice Thomas, tutte le nazionalità e tutti i tipi di pasti sono i benvenuti.
“Quanto a me”, conclude, “lavoro per HomeHostedMeals.com senza compenso, perché credo che se tutti noi ci conoscessimo un po’ meglio saremmo più tolleranti delle differenze culturali – che credo sia ciò di cui il mondo ha bisogno.
Non essendoci fondi, non ho grandi possibilità di promuovere il network di HomeHostedMeals.com, ma è molto importate è la rete di persone coinvolte, che si impegnano a spargere la voce su questa nuova opportunità”.
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