
Quante volte abbiamo tentato, tra le luci delle nostre città, di scorgere qualche costellazione o di qualche fenomeno celeste? Per molti di noi è davvero difficile andare oltre la luce dell’illuminazione pubblica, delle insegne dei locali e più in generale di quell’alone di luce artificiale che chiude come in una cappa i centri abitati. Ma presto, forse, riusciremo ad andare oltre e a vedere lo splendore di un cielo notturno, soprattutto quando non è illuminato dalla luna piena.
Quello dell’inquinamento luminoso è un problema spesso sottovalutato. Chi di noi non si è lamentato almeno una volta del fatto che l’aria che respiriamo è “cattiva”, che l’acqua che beviamo contiene chissà cosa e che mangiamo alimenti trattati e poco genuini? Ma chi di noi si è mai soffermato sul fatto che anche la luce artificiale è dannosa per la nostra salute, oltre ad impedirci di ammirare le bellezze del cielo stellato?
Il problema sembra finalmente essere finito sotto gli occhi dei riflettori, e soprattutto di quelli del Governo, che qualche giorno fa ha varato la Legge di Stabilità. Come spiega il comunicato stampa che il Governo ha diffuso, il Commissario straordinario per la Spending Review Enrico Bondi ha ricevuto in pochi mesi ben 135mila segnalazioni di cittadini e associazioni, e di queste 8mila provenivano dal mondo dell’astrofilia (ed in particolare dall’Unione Astrofili Italiani – UAI e dall’Associazione CieloBuio). Così, ascoltando queste tante segnalazioni il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha proposto di inserire la norma “Cieli Bui” all’interno del nuovo decreto sulla Spendinw Review.
In cosa consiste? Bastano quattro parole: taglio all’illuminazione pubblica. Come spiegano anche gli esperti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, da oltre un ventennio gli astrofili si battono sul tema dell’inquinamento luminoso. È bene sottolineare, dice l’Inaf, che si tratta di un vera e propria forma di inquinamento da onde elettromagnetiche nella frequenza del visibile, che danneggia la vita e modifica il ciclo circadiano delle piante, degli animali e dell’uomo, oltre a impedirci di osservare il cielo stellato. Non è solo l’uomo a pagarne le conseguenze ma anche la Natura ed i suoi abitanti.
E la sicurezza, vi starete chiedendo? Diversi studi, citati anche da Mario Di Sora, Presidente Unione Astrofili Italiani e Direttore dell’Osservatorio Astronomico di Campo Catino, spiegano che una diminuzione dell’illuminazione pubblica non è strettamente connessa ad un aumento della criminalità. Al contrario, come è emerso da un esperimento svolto a Chicago nel 2000 dall’Unità di Ricerca e Analisi di Giustizia Criminale dell’Illinois a seguito del potenziamento di parte dell’illuminazione del West Garfield Park (passando da lampade da 90 W ad altre da 250 W). Dice l’esperto che nella zona interessata all’incremento di potenza i reati notturni sono aumentati del 21% con 519 denunce contro le 428 dell’anno precedenti, mentre in tutte le zone dove gli impianti sono rimasti con l’originaria potenza non è stato registrato alcun aumento di fatti delittuosi. Maggior luce, maggior sicurezza e vie di fuga anche per chi non è motivato da buone intenzioni.
Domani, 13 ottobre, sarà la 19esima Giornata nazionale contro l’inquinamento luminoso. Sotto le cupole dei Planetari italiani verrà simulato il vero aspetto del cielo notturno, pieno di migliaia di stelle, così come è visibile dai luoghi privi di inquinamento luminoso.
Uno spettacolo che forse, tra non molto tempo, potrebbe tornare ad essere nostro.