Il finger spinner e la scuola che annoia

Il finger spinner spopola tra i giovani. Da un semplice giochino ad una riflessione sulla scuola di oggi.

In questi giorni a scuola si sente un fruscio continuo. Alunne ed alunni costantemente attratti dall’ultimo giochino in voga, il finger spinner, ossia una piccola elica a tre pale che si può tenere fra le dita e far girare di continuo. La sua funzione? Se chiedi ai ragazzi, rispondono che sia un antistress. Di cui, ovviamente, loro hanno un gran bisogno, dovendo destreggiarsi tra impegni di scuola, sport e altre attività pomeridiane, sapientemente imposte dai genitori per tenerli occupati. Ovvio che una tale mole di lavoro comporti un’alta dose di stress, a cui l’ameno giochino dovrebbe portare sollievo.

squo

Peccato che questo oggetto stia diventando l’incubo dei docenti, che si ritrovano nel bel mezzo di una lezione avendo, di tanto in tanto, davanti qualcuno che improvvisamente tira fuori lo spinner e comincia a farlo roteare tra le dita.

Tutto ciò apre interessanti riflessioni: i ragazzi e le ragazze di oggi hanno ancora il senso di cosa sia opportuno e cosa no? Se negli anni ’80 a scuola aveste tirato fuori il cubo di Rubik o negli anni ’90 vi foste messi a maneggiare il Tamagotchi mentre il prof vi spiegava la Rivoluzione Francese, cosa sarebbe successo? Ma soprattutto, vi sarebbe mai venuto in mente di farlo?

rubik cube

Personalmente la mia risposta è no. Per quanto a volte le lezioni fossero noiose e mi veniva voglia di fare altro, non mi passava per l’anticamera del cervello di tirare fuori un giocattolo e mettermi a giocare davanti agli insegnanti. Avevo – e lo stesso i miei compagni – perfettamente chiaro cosa fosse possibile fare a scuola e cosa no. Avevo imparato a rispettare il lavoro dei miei docenti, il loro ruolo in quel momento, il luogo in cui ero. Avevo imparato ad esercitare la pazienza, anche di fronte a qualcosa che non era così stimolante (e ne ho viste di lezioni soporifere da studentessa!!).

lezioni noiose

Dall’altro lato, però, inizio ad interrogarmi sul perché gli studenti e le studentesse di oggi avvertano il bisogno di evadere, col corpo e con la mente, quando sono a scuola. Inizio a domandarmi perché la scuola di oggi non sia qualcosa che li “acchiappa” totalmente, tanto da non lasciar loro il tempo di annoiarsi. Cosa dovremmo fare noi insegnanti ogni giorno, per avere costantemente catturata la loro attenzione, cosa dovremmo fare per farli mettere al lavoro alacremente, senza fargli sentire il desiderio di doversi sfogare con il finger spinner?

È giusto che la scuola sia un continuo catalizzatore di attenzione attraverso attività divertenti e stimolanti, oppure ogni tanto è giusto esercitare la pazienza di studiare come ai vecchi tempi, quando imparare significava soprattutto ascoltare, riflettere, parlare e discutere, concentrarsi a leggere, a scrivere e a risolvere terribili problemi di matematica?

alunni felici

Da un semplice aggeggio come il finger spinner, noi insegnanti possiamo ricevere un importante messaggio. Un invito, ad essere noi il finger spinner dei nostri alunni e delle nostre alunne. Quell’elica che li possa portare verso cime più alte, che sposti l’aria ferma e stantia di certe lezioni barbose e che li catturi in un vortice di curiosità e voglia di fare.

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