L’ ippoterapia per bambini con difficoltà

Benefici dell' ippoterapia per i bambini con disturbi cognitivi comportamentali e con disabilità neuromotorie. Cos'è e da chi è praticata.

Il cavallo è uno degli animali più affascinanti e che desta maggiore curiosità nei bambini.

E’ un animale sociale, molto recettivo verso tutti i tipi di comunicazione e intelligente e, non a caso, è diventato un compagno e un aiuto efficace per tutta una categoria di bambini affetta da disabilità neuromotorie o disturbi di tipo cognitivo comportamentale. Parliamo di Ippoterapia

chiamata anche Terapia con il Mezzo del Cavallo (Tmc) che in Italia è stata introdotta nel 1975 da una dottoressa belga, Danièle Nicolas Citterio.

Ne voglio parlare come terapia applicata al mondo dei bambini.

L’ Ippoterapia in realtà è la prima parte di un più lungo processo terapeutico, che vede come protagonista la relazione bimbo-cavallo.

Particolarmente indicata per disabilità come la paralisi cerebrale infantile, l’ autismo, la sindrome di Down, o per disturbi quali l’iperattività e l’ anoressia.

1° L’ippoterapia propriamente detta consiste in un un primo momento, a terra, di avvicinamento e cura dell’animale.

Il bambino impara ad approcciarsi al cavallo e a prendersene cura appunto, con piccoli gesti di accudimento che lo aiutano a sentirsi utile, ad assimilare modelli di comportamento positivi e a sviluppare sentimenti di empatia e gentilezza, controllando comportamenti aggressivi.

In questo avvicinamento, fondamentale è il carattere del cavallo che, con la sua docilità, trasmette un senso di calma, fiducia e serenità al bambino.

Pensiamo ai vantaggi di questa fase per un bimbo autistico che può “usare” il cavallo come mezzo per un primo timido approccio con un altro essere e per esprimere le sue emozioni, o per bambini con disturbi comportamentali che possono concentrarsi su piccoli obiettivi da raggiungere e imparare a gestire le relazioni interpersonali e l’ aggressività.

2° La parte seguente della terapia è la rieducazione equestre che vede il bambino impegnato in un ruolo attivo: la conduzione del cavallo.

In questa fase si ottengono benefici sul piano neuro motorio, grazie alle sollecitazioni che il movimento del cavallo trasmette e grazie agli esercizi in sella che impegnano più gruppi muscolari e aiutano l’ equilibrio, migliorano il tono muscolare, la coordinazione e la consapevolezza motoria del bambino.

Dal punto di vista cognitivo-sensoriale imparare a condurre l’animale migliora la concentrazione e la memoria e in più vengono stimolati i sensi intensamente, a partire dal tatto, col contatto fisico col cavallo, per finire all’ambiente, dove si svolge la terapia: la natura, i profumi, i colori: una cornice assolutamente piacevole che predispone da subito, anche inconsapevolmente, il bambino.

Il principale beneficio sul piano psicologico è sicuramente un’iniezione di autostima, perchè montare a cavallo di un essere così grande e potente, pensate quali sensazioni possa innescare in un bambino!!

Lo fa sentire protetto e insieme protagonista e può dimostrare ciò che sa fare.

E poi il legame affettivo che si crea con l’ animale è qualcosa che va al di là della capacità verbale, si intravede negli sguardi e nei piccoli gesti! È uno scambio di calore, contatto e gratificazione.

3° L’ultima fase della terapia a cavallo è il pre-sport, non inteso come equitazione a livello agonistico, ma piuttosto come un momento ludico di condivisione con gli altri ragazzi che frequentano l’attività sportivo-terapeutica, volto a promuovere la socializzazione.

L’insieme delle attività di riabilitazione equestre non sono pensate per guarire, ma per agire sulla qualità della vita dei pazienti, attraverso un’ampia serie di benefici che la relazione uomo-cavallo è in grado di offrire, grazie alla mediazione del terapista.

Infatti, particolare fondamentale, l’Ippoterapia prevede in tutti i casi la presenza di tecnici abilitati: figure professionali formate per massimizzare l’effetto terapeutico del movimento del cavallo, in favore di soggetti diversamente abili, attraverso la predisposizione di programmi terapeutici personalizzati sulle caratteristiche e le peculiarità di ciascuna situazione e di ciascun bambino.

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