Ferrovie italiane: patrimonio a rischio

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Ferrovie dimenticate in Italia. 1.300 chilometri di linee secondarie rischiano di essere cancellate per sempre

Stillicidio di “sospensioni” su parecchie linee ferroviarie periferiche. È quanto denuncia la Confederazione Mobilità Dolce (Co.Mo.Do.) a cui aderiscono numerose associazioni quali WWF Italia, Touring Club Italiano, Ass. Italiana Greenways, CAI, Ass. Go Slow Social Club, Legambiente, Federazione FIFTM-Ferrovie Turistiche Italiane, FIAB e Italia Nostra.

“Dopo la crisi petrolifera degli anni Settanta avevamo assistito a qualche riapertura (spesso ottenuta al prezzo di costose ricostruzioni) delle ferrovie secondarie, come la Casalecchio-Vignola e la Saronno-Seregno – ripristinate rispettivamente a beneficio delle aree metropolitane di Bologna e Milano – la linea della Val Seriana – recuperata come tranvia veloce da Albino a Bergamo – e la nuova Merano-Malles – che ha potentemente favorito la valorizzazione turistica della Val Venosta“. È quanto dichiara Co.Mo.Do in risposta alle ultime dichiarazioni dell’ing. Moretti, AD del Gruppo Fs, il quale ha pubblicamente annunciato che le regioni italiane rischieranno di restare senza treni locali nel 2013 per mancanza di fondi. “Allo stato attuale, pertanto, circa 1.300 chilometri di linee (in gestione a Trenitalia, alla Sangritana ed alle Ferrovie della Calabria) risultano “sospese”. Quasi il 10 per cento del patrimonio ferroviario nazionale”.

Eppure le linee locali esistono già, sono ampiamente ammortizzate e perfettamente integrate nel paesaggio, oltre a essere una valida alternativa ai limiti della motorizzazione individuale, a cui la crisi economica induce molte famiglie a rinunciare del tutto.

Il loro costo è, inoltre, marginale: hanno già subito tagli con l’impresenziamento di quasi tutte le stazioni e grazie alle nuove tecnologie, che hanno consentito di dimezzare il numero dei dipendenti. Ed è ulteriormente comprimibile: molti treni locali potrebbero circolare con il solo conducente a bordo, esattamente come un autobus, ma svincolati dalla congestione viaria.

“E allora – conclude Massimo Ferrari, Presidente Assoutenti/Utp (Ass. Utenti del Trasporto Pubblico) – perché non sfruttarne le potenzialità, talvolta davvero notevoli, come dimostrano le migliori esperienze estere ed anche qualche virtuoso caso nazionale (vedi la Foggia-Lucera, riaperta da qualche stagione con successo dopo mezzo secolo d’abbandono)?”

http://ferroviedimenticate.it/

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