Come fare in casa l’oleolito di calendula

Un modo semplice per ottenere in casa l'oleolito di calendula.

Questa primavera ho seguito una tavola rotonda sull’agricoltura sostenibile in cui, dopo vari interventi sul biologico, il sinergico, ecc. ha dato il suo contributo anche un esperto di botanica che, non molto appassionato di incontri accademici, ha deciso di portare tutti i presenti a fare una passeggiata, per dimostrarci quante piante selvatiche commestibili e utili per la salute esistessero.

Ci trovavamo in un posto meraviglioso, la riserva naturale di Monte Minerva, a Villanova Monteleone, in provincia di Sassari. Ed è così che ho scoperto che la calendula altro non era che quel fiorellino giallo che qui in Sardegna trovo persino per strada in città!

Scoperte tutte le sue proprietà, ho così deciso di raccoglierne in quantità e di produrre in casa l’oleolito, uno dei modi più semplici per avere sempre con sé un prodotto cosmetico che conservi tutti i principi attivi della sostanza di cui è fatto.

Il procedimento è facilissimo e, anche se su internet si trovano decine di ricette a volte anche contrastanti tra loro, ho deciso di seguire i suggerimenti presenti nel libricino di Elisa Nicoli “L’erba del vicino”, che vi consiglio se volete avere una piccola guida per la raccolta e l’uso delle erbe selvatiche.

Ecco come l’ho realizzato. Una volta raccolti i fiori di calendula, li ho lasciati seccare completamente per diversi giorni in un luogo fresco e asciutto, in modo che liberassero tutta l’acqua che contengono (e che farebbe andare a male l’oleolito). Ho messo i fiori secchi in un vasetto di vetro, che ho poi riempito con olio extravergine di oliva sardo biologico. La proporzione tra fiori e olio dovrebbe essere di circa 1:10.

Oleolito calendula sole

Il vasetto va poi esposto al sole per almeno 3 settimane (io l’ho tenuto un mese sul davanzale della mia camera, che ad agosto riceve i raggi solari per quasi tutta la giornata) e, una volta terminata la fase di macerazione, si filtrano i fiori con una garza o un ritaglio di tessuto sottile (tipo un vecchio lenzuolo) e si travasa l’oleolito così ottenuto in una bottiglietta di vetro scura (io ho usato una boccetta di propoli con il contagocce), dove si può conservare anche per qualche anno.

L’oleolito di calendula ha proprietà cicatrizzanti, lenitive, antisettiche e antinfiammatorie. È quindi utile, ad esempio, come rimedio dopo le punture di insetto, contro i geloni o per piccole ferite e scottature. Non mi è ancora capitato di usarlo (l’ho filtrato qualche giorno fa), ma vi farò sapere presto se funziona! E voi, l’avete mai provato?

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