Consumo di suolo: serve una legge efficace per tutelare il nostro territorio

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FAI, Legambiente, Lipu, Slow Food Italia, Touring Club Italiano e Wwf hanno inviato un documento in cui propongono alcuni emendamenti migliorativi al disegno di legge sul consumo di suolo

Consumo di suolo. Urge subito una normativa efficace e moderna che possa arginare questo ma che, al contrario, negli ultimi anni avanza inesorabilmente a causa dell’invadenza dell’uomo nei confronti dell’ambiente. A chiederla 6 note associazioni in vista del confronto sull’argomento promosso dai deputati Mario Catania e Pippo Civati.

FAI, Legambiente, Lipu, Slow Food Italia, Touring Club Italiano e Wwf hanno inviato un documento in cui propongono alcuni emendamenti migliorativi, punti qualificanti e irrinunciabili, al nuovo testo unificato del disegno di legge “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato” che entro il mese di marzo dovrebbe essere votato in via definitiva dalle Commissioni riunite per poi passare all’esame dell’Aula alla Camera dei Deputati e in seguito al Senato.

Ma vediamo nello specifico cosa chiedono a gran voce le associazioni ambientaliste, come riportato nel comunicato FAI:

1) evitare che le definizioni contenute nel provvedimento favoriscano nuovo consumo di suolo (a cominciare da quelle relative al “consumo del suolo”, alla “superficie agricola naturale e seminaturale”, alla “impermeabilizzazione” e alla “area urbanizzata”);

2) armonizzare il testo con i principi e criteri della Delega Appalti, che prevede il superamento del Programma delle infrastrutture strategiche (attraverso un’attenta selezione delle opere);

3) rendere davvero efficace il censimento delle aree e degli edifici dismessi (che deve diventare obbligatorio, in modo da spingere i Comuni al recupero e riqualificazione di edifici e aree dismesse piuttosto che consumare nuovi suoli);

4) migliorare la delega al Governo sulla rigenerazione urbana (prevedendo un coordinamento e un’armonizzazione delle norme e procedure nazionali e regionali);

5) evitare il rischio di sub-urbanizzazione del territorio che potrebbe essere favorito dai cosiddetti Compendi agricoli neorurali periurbani (grazie a cambiamenti di destinazioni d’uso consentiti che favoriscono l’insediamento di attività improprie amministrative o turistico-ricettive);

6) fare in modo che il periodo transitorio per la piena applicazione della nuova legge non sia una sanatoria di tutte le previsioni anche solo enunciate (evitando che siano fatti salvi i piani urbanistici anche solo adottati e non approvati).

Francesca Biagioli

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