Le ragioni scientifiche ed etiche per non abusare dei cibi 2: GLI ANACARDI

le ragioni scientifiche ed etiche per non abusare degli anacardi

Fino ad una decina di anni fa, gli anacardi costavano come l’oro ed era anche difficile trovarli nei supermercati, se non salati in confezioni piccolissime. Ora le cose sono cambiate: come mai?

Quando sono stata in viaggio in Costarica nel 2000, ero golosa del frutto dell’albero dell’anacardo (Anacardium occidentale), chiamato marañon: quando ben maturo, giallo, aranco o rosso, ha un delizioso sapore simile ad un incrocio tra pesca, ananas e fragole, con un retrogusto piccante.

In molti paesi latinoamericani è più consumato il falso frutto (un peduncolo polposo e ingrossato) del seme (contenuto nel frutto, una noce), che anzi, in passato veniva gettato.

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Il seme dell’anacardo, qualcuno ancora lo ricorda per le lesioni alla bocca subite dal tentativo di consumarlo appena staccato dall’albero: gli anacardi crudi contengono urushiolo, la stessa sostanza che si trova nella famosa “poison Ivy” (edera velenosa) americana, cardolo e acido anacardico: possono causare forti dermatiti di origine autoimmune, fino a veri e propri shock anafilattici se ingeriti in grande quantità.

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Quindi, gli anacardi che consumate sono stati cotti a vapore prima di essere messi in commercio, altrimenti sarebbero velenosi e non commestibili, a causa dei residui di oli che restano all’apertura del frutto. Ho visto in commercio anacardi “raw” per i crudisti, ma non ho trovato da nessuna parte informazioni sul processo di estrazione e sul dove viene effettuato. Possono non essere arrostiti o cotti nell’olio come quelli di produzione industriale, ma una passatina sul vapore dovrebbero averla fatta.

Ora possiamo consumare anacardi quando vogliamo: in pochi anni il loro prezzo è sceso vertiginosamente e sono incredibilmente versatili per creare deliziose creme vegan, oltre a fare bene alla salute, tanto da essere ormai tra i superfood ad alto contenuto di minerali, fibre, proteine ​​e grassi insaturi, praticamente una panacea in grado di prevenire tutti i mali.

In realtà, qualunque alimento, consumato troppo spesso non fa bene alla salute, perché qualunque pianta contiene anche sostanze non benefiche, che con l’accumulo nel nostro organismo possono causare problemi di salute. L’anacardo, ad esempio è uno dei frutti secchi a più alta concentrazione di nichel, e dato il propagarsi a macchia d’olio di questa allergia da accumulo, se avete già sintomi di allergia ai gioielli e ai capi di abbigliamento contenenti questa sostanza, evitate di consumarli.

Inoltre gli anacardi sono annoverati tra gli allergeni più pericolosi, potendo causare shock anafilattici mortali negli individui sensibili: uno studio del 2007 pubblicato sulla rivista Allergy ha confermato gli anacardi come importanti allergeni, che si classificano ad un livello superiore a quello delle arachidi per la loro potenzialità di causare gravi reazioni (Clark, Anagnostou, Ewan, 2007).

In più, se siete consumatori “green” e consapevoli, non potete ignorare ciò che si nasconde dietro al calo di prezzo e all’aumento di disponibilità di questo prodotto: come spesso accade, sono le persone che lavorano nella catena di produzione di questi deliziosi semi a soffrire, a tal punto che è stato coniato il termine “anacardi di sangue: estrarli è un lavoro difficile e pericoloso per la salute, dato che oltre ad essere tossici per contatto, i fumi derivati dalla tostatura del frutto possono causare, se non adeguatamente rimossi dall’ambiente, dermatiti simili ad ustioni.

In Vietnam, il paese maggior esportatore di anacardi, la terapia per le persone che si devono riabilitare dal consumo di dorga, consiste nel farli lavorare 10 ore al giorno alla loro preparazione in speciali campi di concentramento, torturando chi si rifiuta, tanto che questa pratica la ritrovate nei siti che combattono la piaga della tortura e dei campi di lavoro in Vietnam. Il tutto molto spesso viene prodotto per conto di ditte americane ed europee.

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Lo stesso succede in India dove viene processato il 60% degli anacardi a livello mondiale (ed in problema inizia in Africa, che ha incrementato la sua produzione): soprattutto donne (stimate in un numero di 500,000) lavorano per turni massacranti in condizioni insalubri e pericolose, per pochi dollari al giorno, riuscendo appena sopravvivere e riportando danni permanenti alla salute. Qualche mese fa 17.000 persone hanno scioperato per chiedere un aumento di stipendio, e questo facendo aumentare i costi delle esportazioni indiane, sicuramente favorirà la produzione vietnamita e la necessità di detenuti.

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Come per quanto riguarda il tanto controverso articolo che ho scritto sulla soia, non sto cercando di criminalizzare nessun alimento, ma di dare una visione più completa su prodotti che vengono introdotti in modo massiccio nelle nostre diete con aloni di santità e salubrità immeritati. Essendo allergica al nichel, ed essendo caduta io stessa nella trappola dell’utilizzo massiccio dei deliziosi anacardi, spero di essere stata utile a qualcuno di voi, oltre che a sensibilizzarvi sul fatto che spesso è meglio mangiar un prodotto che costa di più e in quantità inferiore, scegliendolo proveniente dal commercio equo e rendendo il mondo un posto migliore per tutti.

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