Le piante succulente: dai deserti un concentrato di bontà e proprietà benefiche

Le piante grasse sono una risorsa per l'alimentazione e il mantenimento della salute. Scopriamone alcune!

Sono di ritorno da un nuovo viaggio in Florida, dove ho soggiornato nelle bellissime Florida Keys, un gruppo di isole a pochi km da Miami, collegate alla terraferma da lunghissimi ponti.

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Curiosando tra mercatini rionali di frutta e verdura, ho passato una buona mezz’ora a farmi spiegare le virtù di alcuni frutti che non avevo mai visto o semplicemente mai assaggiato da un simpatico commerciante sudamericano. Tra i mucchietti di frutti disposti ad arte, spiccava un piccolo manifesto sulle proprietà miracolose delle piante del deserto, dal quale prendo ispirazione: ma cosa sono le piante succulente e perché sono un concentrato di sostanze nutritive?

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Il deserto è un luogo caldo e secco, in cui le precipitazioni annue sono inferiori ai 10 cm, di solito concentrate in un breve lasso di tempo. L’irraggiamento solare è forte e continuo, spesso soffiano forti venti, il terreno è sabbioso o roccioso, e quindi non è in grado di trattenere molta acqua. Le piante, che si sono dovute adattare a temperature estreme e siccità, si hanno evoluto strategie per trattenere tutta l’acqua possibile: le piante succulente immagazzinano acqua nei loro fusti, spesso trasformando le foglie in spine o peli, oppure producendo piccole foglie soltanto nella stagione delle piogge, per ridurre la perdita di acqua dovuta alla traspirazione. Per questo i loro fusti sono verdi, provvedono loro al nutrimento della pianta tramite la fotosintesi, e sono “grassi” perché trattengono tutta l’acqua possibile per poter arrivare alla successiva stagione delle piogge. Le foglie trasformate in spine scoraggiano gli animali assetati a nutrirsi della pianta, se sono sottili come peluria, proteggono la pianta da sole e vento, mentre il rivestimento ceroso, che da alle piante succulente quella consistenza un po’ simile alla plastica, riduce al minimo la traspirazione, e quindi la perdita di acqua.

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Spesso i fiori sbocciano la notte, in quanto gli impollinatori sono più attivi che durante il calore diurno.

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Tra le succulente, le specie benefiche per la nostra salute e importanti per l’alimentazione sono davvero tante, alcune famosissime, come l’Aloe, altre che si stanno guadagnando uno spazio, come la Pitaya.

Ecco una carrellata di notizie utili su queste piante:

Pitaya o Dragon Fruit: Con il nome Pitaya si riuniscono genericamente i frutti di diverse specie di cactus, in realtà “Pitaya“si riferisce al genere Stenocereus, mentre “Pitahaya” il vero “Dragon fruit” appartiene al genere Hylocereus.

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Questi frutti sono ormai coltivati in tutto il mondo, dove il clima lo permette. La polpa può essere banca, gialla, rosata o fucsia.

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E’ un frutto ricco di vitamina C e fibre, e l’alto contenuto di flavonoidi potrebbe aiutare a contrastare la formazione di radicali liberi (anche se sono contenuti soprattutto nella buccia, che non si mangia). La consistenza a me ha ricordato un po’ quella di un kiwi maturo, e ha avuto un effetto leggermente molto lassativo :O, ci credo che ripulisce il corpo dalle tossine….

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Nella la medicina tradizionale sudamericana il succo delle foglie, del fiore e del frutto è utilizzato per curare e far cicatrizzare le ferite, e lo confermano studi di laboratorio.

Hoodia: Hoodia gordonii è una pianta succulenta spinosa che cresce spontaneamente in Sud Africa e in Namibia. I fiori hanno un odore di carne marcia, essendo impollinati prevalentemente dalle mosche. Gli indigeni popolo San utilizzano queste piante per il trattamento di indigestioni e piccole infezioni, ma ad attirare l’attenzione delle ditte farmaceutiche è stato il loro uso della pianta per sopprimere l’appetito nei lunghi viaggi di caccia nel deserto del Kalahari.

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Nel 1977, il Consiglio sudafricano per la ricerca scientifica e industriale ha isolato nell’Hoodia il composto P57, effettivo nell’inibizione dell’appetito e lo ha brevettato nel 1996. Sembra che sia poi stata interrotta la sintetizzazione del principio attivo di Hoodia in laboratorio, essendo troppo complicata, oltre ad aver riscontrato effetti collaterali sul fegato, e questi composti, anche se in commercio, non hanno ancora ottenuto l’approvazione della Food and Drug Administration . State dunque attenti ad utilizzarli come dimagranti.Nel 2002 , il CSIR ha ufficialmente riconosciuto i diritti del tribù San ad avere unapercentuale sui prodotti a base di , almeno una buona notizia per chi viene sempre derubato delle proprie conoscenze, mentre altri si arricchiscono.

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Fico d’india : Il suo nome scientifico è Opuntia ficus-indica (L.) Mill., 1768), e si tratta di una pianta succulenta della famiglia delle Cactaceae, originaria del Messico ma naturalizzata in tutto il bacino del Mediterraneo e nelle zone temperate di America, Africa, Asia e Oceania.

I suoi frutti sono ricchi di proprietà benefiche e depurative, mentre i fusti giovani si possono mangiare come verdura, oppure utilizzare il loro gel come quello dell’Aloe.

Come fare? Ecco un’articolo sui frutti, uno su come cucinare le pale per gustarle al meglio, e uno su come utilizzare il gel curativo.

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Aloe: Aloe vera, Aloe arborescens, Aloe vera, Aloe saponaria…sono solo alcune delle piante succulente appartenenti alla famiglia delle liliacee, la stessa famiglia di aglio e cipolla, ma sono adattate a climi caldi e secchi. In questo caso la parte succulenta sono le foglie, e le spine fanno parte di queste ultime. Le incredibili proprietà di questa pianta per la salute sono ormai note e a tutti: cliccando qui trovate tutte le informazioni in merito all’utilizzo cosmetico del gel, mentre qui il modo giusto per utilizzarle il gel estratto dalle vostre piante anche per via interna senza correre rischi.

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Saguaro: Carnegia gigantea. Avete presente i cactus giganti simbolo dei deserti americani? Crescono nel deserto di Sonhora tra Arizona e Messico e sono minacciati di estinzione a causa della lentezza con cui crescono e per il fatto che vengono saccheggiate le piante giovani dai commercianti di piante.

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Per centinaia di anni gli abitanti del deserto di Sonora hanno fatto uso dei frutti del saguaro, una risorsa importante: in estate produce una messe copiosa di frutti succosi simili a fichi d’India. Gli indiani Tohono O’Odham utilizzavano lunghi pali per raccogliere questi frutti con cui preparavano marmellate, sciroppi e vino per le cerimonie.

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