Cenerentola

Salve amici di “C’era una volta…”, con oggi concludiamo la saga delle fiabe al contrario, che tanto vi sono piaciute.

Quest’ultima fiaba, tratta dal web, più che al contrario, fa un po il verso al celebre racconto di Charles Perrault: “Cenerentola”.

Eccola qui, scelta per voi in una veste davvero originale.

Cenerentola

C’erano una volta due sorelle con cui Madre natura non si era particolarmente sprecata: una aveva le gambe storte che in mezzo ci sarebbe passato un freccia rossa, le orecchie a sventola che sembrava la coppa UEFA e un occhio definitivamente in trasferta. L’altra non era da meno. Si ritrovava con un naso che quando faceva sì con un cenno della testa tagliava il pane e quando faceva no sparecchiava… i piedi così lunghi che cadeva sempre in piedi, e i denti così storti che quando il dentista le faceva le impronte dell’arcata, conservava il calco per le lezioni agli apprendisti sui casi senza speranza.

Come se tutto questo non bastasse la loro madre, fra tutti i bellissimi nomi da bambina esistenti al mondo, aveva scelto di chiamarle Anastasia e Genoveffa: roba che, a scuola, le prendevano in giro anche i supplenti.

Un bel giorno arrivò in casa delle sorelle il nuovo compagno della mamma, che, non solo era antipatico come il puzzo dei piedi, non solo era straricco e se la tirava come se non ci fosse un domani, ma aveva portato con se anche l’unica figlia… Bionda come l’oro zecchino,con gli occhi azzurri come il mare più turchino, la boccuccia come un bocciolo di rosa rossa, la pelle bianca come la sabbia fine delle spiagge della Polinesia e le caviglie sottili come le clessidre più delicate. Tanto per peggiorare la situazione, aveva un nome così bello da non poter neanche essere diffuso e una voce così suadente che incantava gli usignoli. Mica come Genny e Anny, che erano stonate come la sveglia dell’iPhone, quella che se alla seconda non apri gli occhi, esce una manina che ti prende per un orecchio e ti schiaffeggia a ritmo di merengue .

Le due sorelline iniziarono a essere gelose, ma scusate,voi che avreste fatto? Iniziarono a chiamarla dispregiativamente ‘Cenerentola’, ma così come si fa tra ragazzine dispettose .

Cenerentola cresceva sempre più deliziosa e aveva anche un carattere particolare e un po’ esoso.

Non solo maltrattava il gatto di casa tirandogli la coda e deridendolo per il suo bellissimo pelo tutto nero, ma aveva questa strana mania di salvare ratti dalle apposite trappole per catturarli e poi vestirli in look anni 80.

Quando il padre di Cenerentola venne prematuramente a mancare, effettivamente Genny e Anny si fecero prendere un po’ la mano, strappandole i vestiti più belli e insistendo perché pulisse i camini della casa…diciamo anche che relegarla in soffitta insieme ai suoi topi non fu il massimo esempio d’amore e sorellanza fra individui che potessero esprimere…Ma in fondo Cenerentola era bellissima anche vestita di straccetti e le faccende domestiche le rassodavano glutei cosce e addome meglio di quattro sessioni di GAG a settimana.

Un bel giorno giunse notizia che il principe cercasse moglie e avesse organizzato un festoso ballo per conoscere le dame del reame. Ovviamente le due sorelle si imbellettarono meglio che per il battesimo della biscugina Pinuccia e lasciarono Cenerentola a pulire gli argenti. Ma…. Signori miei diciamocelo,quando una nasce fortunato, non si sfugge alla buona sorte, e così arrivò la fata Smemorina, che non solo mandò Cenerentola al ballo, ma la vestì di seta bianca e azzurra, la pettinò come Charlize Theron all’ultima serata degli Oscar, le mise ai piedi due Manolo Blahnik e via verso l’infinito e oltre.

Dato che la fata era una donna di mondo, disse a Cenerentola:

“fatti furba e tiratela, a mezzanotte non ti buttare tra le braccia del principe ma fuggi e lascia una scarpina sulla scalinata del palazzo reale”

“Infatti, il principe il giorno dopo era cotto come una speedy pizza e mandò a cercare la sua bella per le case di tutto il regno.

Genny e Anny erano atterrite, la loro sorellastra era stata al ballo a loro insaputa, aveva sedotto un principe e aveva anche finito di pulire gli argenti!

Cioè… Ma nemmeno flash Gordon.

E insomma vedete… le vere vittime di questa storia, sono proprio loro, Anastasia e Genoveffa, che finirono per rimanere lì, con il loro brutto gattaccio e un branco di topini vestiti vintage, a rimpiangere di non essere state più buone e gentili d’animo…

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook