La settimana della Dieta Mediterranea

La settimana della Dieta Mediterranea: luci e ombre della dieta migliore al mondo.

Torna dopo il grande successo della prima edizione la Settimana della Dieta Mediterranea. Dal 19 al 24 settembre oltre 1000 biologi nutrizionisti saranno a disposizione dei cittadini per offrire consulenze gratuite e promuovere un’alimentazione sana e equilibrata.

La Settimana della Dieta Mediterranea è un’iniziativa promossa dall’Ordine Nazionale dei Biologi e viene presentata con il nome Mangiare & Salute. Sul sito web www.mangiareesalute.it infatti si possono trovare tutte le informazioni dettagliate riguardo la seconda edizione dell’iniziativa che ha riscosso un notevole successo al suo esordio.

Avevamo già parlato della Dieta Mediterranea in un articolo di qualche mese fa, cercando di far luce sulle zone d’ombra di questa dieta, considerata da molti come migliore in assoluto in termini di salute.

La Dieta Mediterranea “uccide”

L’articolo aveva un titolo chiaramente provocatorio, laddove fosse necessario sottolinearlo. Il nocciolo della questione è capire innanzitutto cosa si intenda per Dieta Mediterranea e quali sono gli alimenti che vengono inseriti nel suo menù. Se facciamo riferimento alle origini del termine, coniato da un fisiologo americano negli anni ’50, la Dieta Mediterranea comprendeva non solo uno stile di alimentazione molto sano, ma anche molte altre pratiche che ad oggi sono andate perdute.

La Dieta Mediterranea originaria comprendeva un largo consumo di legumi e cereali integrali molto probabilmente biologici alla base della piramide alimentare. I pesticidi non erano ancora diffusi in Italia o a Creta nel primissimo Secondo Dopoguerra e non lo erano sicuramente nei piccoli paesini oggetto di studio. Il fisiologo Ancel Keys aveva notato anche come ci fosse un gran consumo di olio extravergine d’oliva e di frutta e verdura fresche. Sempre seguendo lo stesso ragionamento, possiamo ipotizzare che tutti i frutti del raccolto fossero stagionali, biologici e non geneticamente modificati o selezionati.

Non solo, Keys aveva notato che le persone coinvolte nella sua ricerca facevano uno scarso consumo di proteine animali, in particolare consumavano pochissima carne e pochi salumi. Gli abitanti dei paesi rurali che aveva studiato però avevano ancora due assi nella manica, gli stessi che Umberto Veronesi ha individuato nell’attuale popolazione dell’isola di Okinawa in Giappone, che sembra essere la più longeva al mondo.

I segreti della longevità

Quali sono i due segreti della longevità della Dieta Mediterranea e di quella di Okinawa? Sono due variabili che possono a tutti gli effetti essere inserite nel concetto di “dieta”, ma non dipendono strettamente da questioni alimentari.

Si tratta dell’attività fisica e della socialità. Sì, le persone che sono state studiate da Keys, da Veronesi e da moltissimi altri scienziati di discipline differenti e che sembrano godere di una longevità superiore alla media, oltre che ad uno stato di salute migliore, sono molto attive e hanno una fitta rete sociale.

Keys osservava come gli abitanti dei paesi di campagna italiani, anche quelli più anziani, avevano una vita molto attiva sia dal punto di vista fisico che sociale. Lo stesso ha notato Veronesi nella sua analisi sulla popolazione di Okinawa. Fare molta attività fisica e conservare un ruolo sociale attivo anche in età anziana, sono due fattori cruciali per il mantenimento della salute.

La Dieta Mediterranea fa bene?

Il punto è questo: cosa intendiamo per Dieta Mediterranea? Se intendiamo una dieta molto simile a quella degli anni ’50, che comprende un’alimentazione sana, biologica e stagionale, con una grossa base vegetale e priva totalmente del consumo di prodotti confezionati, OGM, conservanti e additivi vari, condita con una radicata abitudine all’attività fisica e un ottima rete sociale, allora sì: la Dieta Mediterranea fa bene.

Ma nel sito dell’iniziativa Mangiare&Salute come nel senso comune e in moltissime trattazioni scientifiche, non vengono presi in considerazione tutti gli aspetti che hanno portato Keys a concludere che la Dieta Mediterranea fosse la più sana al mondo. I nutrizionisti non parlano della qualità degli alimenti, non fanno alcuna differenza tra la frutta e verdura coltivate intensivamente e quelle biologiche. Eppure abbiamo sotto gli occhi da molto tempo gli effetti dei pesticidi e di altre sostanze utilizzate in agricoltura sul nostro organismo.

Uno su tutti il glifosato, le cui tracce sono state trovate in moltissimi alimenti di largo consumo, tra i quali la pasta. Pasta che crediamo sia un alimento sano alla base della Dieta Mediterranea. Un piatto di pasta fa bene, ci dicono da tempo. Così come un buon bicchiere di latte. Ma la realtà è che la pasta è prodotta con frumento selezionato, coltivato intensivamente e ricco di sostanze dannose per il nostro organismo. Tra queste non dimentichiamo il glutine. I casi di intolleranza e celiachia stanno aumentando a vista d’occhio, vuoi per la maggior informazione attuale, vuoi per l’eccessiva esposizione alla proteina e forse anche un po’ per moda.

Il glifosato fa male: è tra le cause dell’ansia

Il terzo segreto della longevità

Le provocazioni servono a mettere in luce questioni che rimangono sepolte sotto l’inconsapevolezza, le leggi del buon senso e le tradizioni. La salute tuttavia è una questione che non può assolutamente essere colpita da queste zone d’ombra. Parlare di Dieta Mediterranea riferendosi a una piramide alimentare abbozzata, ma rimanendo vaghi su dettagli molto importanti come la qualità dei cibi e fattori cruciali non strettamente alimentari non corrisponde a un atteggiamento corretto dal punto di vista scientifico. Non solo, non è nemmeno onesto dal punto di vista informativo e non è saggio nella pratica quotidiana di perseguimento della salute. L’articolo dal titolo La Dieta Mediterranea “uccide” aveva il solo proposito di far emergere queste problematiche, oggi ancora più attuali. Il terzo segreto della longevità è la capacità di cogliere le provocazioni per quello che sono, è quella lettura critica che può salvarci la vita, o se non altro migliorarla, come nel caso dell’alimentazione.

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