Caccia alle foche: in Canada i cuccioli muoiono ancora a bastonate

Un triste e amaro appuntamento che si rinnova ogni primavera. È quello del più grande massacro di mammiferi marini, la caccia ai cuccioli di foche, che anche quest’anno è ricominciato ufficialmente in Canada, dove la terribile mattanza si chiuderà solo a fine aprile, nonostante nel 2011 l’80% dei cuccioli sia già morto a causa dello scioglimento anticipato dei ghiacci provocato dal riscaldamento globale.

Nel “civilissimo” Canada, dove negli ultimi 4 anni sono stati uccisi un milione e mezzo di cuccioli di foca, la stagione della caccia al mammifero è aperta dal 15 novembre al 15 maggio, ma si intensifica tra l’inizio di marzo e la fine di maggio perché è proprio in questo periodo che nascono i cuccioli di foca della Groenlandia, obiettivo principale della sanguinosa caccia per la morbidezza del manto e la facilità di cattura. La loro pelle verrà probabilmente utilizzata nel settore dell’abbigliamento per la realizzazione di pellicce e altri indumenti, per marchi come Prada, Dolce e Gabbana, Gucci, Versace, che ancora commercializzano anacronisticamente e crudelmente prodotti in pelle di foca. Il loro grasso sarà usato per lucidare e ammorbidire le calzature in pelle. L’olio verrà impiegato nel settore alimentare e cosmetico e i loro organi genitali diventeranno l’ingrediente per la preparazione di afrodisiaci illegale in Asia. Ma questi prodotti sono vietati, invece, negli Stati Uniti, in Europa e in Russia.

Così, questa pratica cruenta, a cui è contraria la maggioranza della popolazione canadese e che vede le foche vittime di una tra le morti più violente e crudeli, con i cuccioli uccisi a picconate con gli “hakapics”, bastoni di legno con un gancio di ferro all’estremità senza avere la possibilità di fuggire davanti ai cacciatori e con le loro madri che cercano di difenderli fino alla morte usando il proprio corpo come scudo, non è più nemmeno redditizia e, anzi, ha bisogno dei sussidi governativi per continuare a sopravvivere, come quei 3,6 milioni di dollari prestati dal governo provinciale del Newfoundland e del Labrador all’azienda norvegese Carino Processing Limited per garantire l’acquisto degli esemplari cacciati. “Quando un’azienda non può più ricevere finanziamenti – spiega Sheryl Fink, direttore dell’International Fund for Animal Welfare (Ifaw) – attraverso i canali tradizionali, è chiaro che ci troviamo di fronte a un segnale che la caccia alle foche rappresenta un cattivo investimento. Basta dare un’occhiata ai numeri per capire che non porta a profitti economici, che ormai l’intero settore è morente e che siamo di fronte a un tipo d’investimento che non è fiscalmente responsabile”.

Anche il Capitano Paul Watson di Sea Shepherd, che ha combattuto la caccia alle foche in Canada fin dal 1974, rincara la dose e spiega in una nota che “il massacro delle foche in Canada è commercialmente morto e non avrà alcun posto nel 21° Secolo. Questa anacronistica e barbara industria è stata gettata nella pattumiera della storia, unico posto cui appartiene, e finalmente, dopo una vita di lotte per porvi fine, questo osceno imbarazzo è a tutti gli effetti morto. È passato mezzo secolo da quando, all’età di dieci anni, vidi una foca bastonata a morte sulle rive di New Brunswick, il mio paese natio, nel Golfo di San Lorenzo. Porre fine a questa realtà era il mio sogno e quel sogno è quasi realtà”.

Già dall’anno scorso, per una ridicola ripicca, il Ministro Federale Canadese della Pesca Gail Shea ha fissato la quota di caccia a 400.000 esemplari, pur sapendo che non esisteva un mercato praticabile per questo prodotto, ecologicamente distruttivo e basato sulla crudeltà. Le uccisioni reali sono state meno del 10% di quella quota, intorno ai 38.000 cuccioli di foca. E lo scorso anno l’intero settore ha incassato meno di un milione di dollari ed è costato ai contribuenti canadesi molto di più in sussidi, relazioni pubbliche e servizi gratuiti di rompighiaccio per gli assassini di foche. Certo, ci vorrà ancora qualche anno prima che le uccisioni si fermino del tutto, “dato che alcuni sadici selvaggi nelle isole Maddalena del Quebec e alcuni avamposti a Terranova amano uccidere per divertimento”, spiega il Capitano. Ma è questione di qualche anno e la caccia alle foche non esisterà più: “abbiamo vinto. Le foche hanno vinto. La caccia alle foche in Canada è morta! Lunga vita alle foche”, esulta Watson… Intanto, però, purtroppo altri cuccioli moriranno anche quest’anno a bastonate e il loro sangue sporcherà il sempre più sottile e candido ghiaccio di rosso.

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