Termitaio: fonte di ispirazione nella bioarchitettura

I termitai sono un esempio di sofisticata architettura ed ingegneria presente in natura e dal quale spesso l'uomo prende ispirazione.

Diversi articoli di questo blog sono stati dedicati agli insetti, non perché particolarmente animali belli, piacenti e simpatici, ma perché troppo spesso sottovalutati: sono spesso fonte di disgusto e di fobie nella maggior parte delle persone, forse perché così piccoli, forse perché così insidiosi, ma la motivazione principale credo possa essere solamente il fatto che siano poco conosciuti da chi li teme e li tiene a distanza. L’insetto viene visto per lo più come un essere inutile o magari persino dannoso. Basterebbe riflettere invece sulla loro importanza e funzione nei diversi ecosistemi e quindi sulla qualità e benessere del nostro pianeta (ciò che invece noi esseri umani stiamo mettendo in serio pericolo) per vederli con occhio diverso, più curioso e positivo.

Molto spesso purtroppo si parla di sfruttamento animale da parte dell’uomo, un tema sentito da pochi e ignorato da molti. Oggi però vorrei parlarvi di uno “sfruttamento” diverso, e cioè l’utilizzo da parte dell’uomo delle abilità innate degli animali per realizzare qualcosa di utile per sé; e molto spesso l’ispirazione arriva proprio dal mondo degli insetti.

Avete mai visto costruzioni che riproducono in grande un alveare? O la realizzazione di materiali che prendono spunto dalle proprietà delle ragnatele? (potete leggere La ragnatela: prodotto di elevata ingegneria)?

Ci sono però degli insetti in particolare che hanno attirato la mia attenzione e che mi hanno portato a confermare ancora una volta “Ma come è grande e sorprendente la natura!”. E questi insetti sono le termiti.

Le termiti (o isotteri) sono un ordine di insetti terrestri, sociali, che comprende 2800 specie raggruppate in 5 famiglie.

Non ci soffermeremo sulle loro caratteristiche morfologiche, anatomiche o su come è organizzata la loro società (seppur interessante) perchè quello che mi preme mettere invece in evidenza sono sostanzialmente due aspetti a mio avviso per nulla trascurabili: la funzione e importanza di questi piccoli animaletti nell’ecosistema e la loro abilità nella costruzione di strutture sorprendenti e nei confronti delle quali anche l’uomo non è riuscito a rimanere indifferente.

Le termiti sono organismi xilofagi, cioè divorano il legno: sono dotate di robuste mandibole che utilizzano per frantumare il legno del quale si nutrono. E cosa succederebbe in un ecosistema terrestre, dove la materia vivente viene prodotta in continuazione? Lo spazio si esaurirebbe molto velocemente e nuovi organismi non avrebbero la possibilità di nascere e crescere: Le termiti rivestono così il ruolo di demolire questa materia morta (legno, altre parti vegetali e residui organici) e renderla ancora utile e biodisponibile, restituendo al terreno nuove sostanze e permettere così che il ciclo ricominci.

Una delle caste in cui è divisa la loro società è quella degli operai; sono loro che provvedono a tutte le necessità della colonia, tranne quella riproduttiva, ed è ad essi quindi che si deve la costruzione dei così detti termitai. Questi ultimi sono delle vere e proprie opere architettoniche, e nulla può essere messo in paragone a quelli presenti nella savana africana: quelli che si trovano in gran parte dell’Africa sub-sahariana, sfiorano i 10 metri d’altezza; anche in profondità possono spingersi per qualche decina di metri. Dall’esterno si presentano come delle strutture grezze e semplici, ma all’interno invece sono suddivise in camere, gallerie di collegamento, il tutto areato grazie ad un sistema di ventilazione che rende possibile la sopravvivenza di milioni di termiti nello stesso termitaio (il consumo di aria di una colonia infatti è notevole); questo scambio di ossigeno e aria fresca dell’ambiente esterno con anidride carbonica e aria calda dell’interno fa sì che la temperatura si mantenga intorno ai 30°C, ideale per la crescita della colonia. Il fango utilizzato per la costruzione di tali strutture le termiti lo recuperano in profondità, nelle falde acquifere sottostanti, al di fuori della stagione delle piogge, mescolandolo poi con la propria saliva e le feci.

Alcune strutture sono veramente sorprendenti e ingegnose, come quelle delle termiti del nord dell’Australia, le “compass termites” (termiti bussola, genere Amitermes), le quali sono dotate di un sistema di ventilazione meno sofisticato, ma il tutto è compensato dalla loro disposizione nell’ambiente: sono alti circa 5 metri per una larghezza di 2-3 metri, con uno spessore di un metro, allineati rigorosamente in direzione nord-sub; questo fa sì che la struttura venga riscaldata dal sole della mattina e della sera, mentre i raggi più caldi di mezzogiorno andranno a colpire una superficie più ristretta, evitando così il surriscaldamento.

Le termiti possono essere definite come i più grandi architetti tra gli artropodi presenti sulla Terra (anche se altri insetti non scherzano mica: vedi le formiche, le api,…), e l’uomo non ne è riuscito a rimanerne indifferente, tanto da ispirarsene per costruire delle strutture, degli edifici che si rifacessero a dei termitai; un esempio è dato dall’Eastgate Centre nel centro di Harare (Zimbabwe). Questo desiderio dell’uomo di rifarsi all’ingegno degli animali risulta molto importante, in termini di risparmio energetico e quindi di benefici sull’impatto ambientale. La cosa più sorprendente e che secondo me dovrebbe far riflettere, proprio come esseri umani, è il fatto che nessuno insegna niente a questi artropodi, ma che tali capacità e così tanto ingegno essi ce l’hanno già scritto nel loro DNA.

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