Rete 4: ennesimo dibattito (scorretto) tra vegetariani e carnivori

La trasmissione di Rete 4 dà spazio ad un dibattito sul consumo di carne e la scelta vegetariana. Peccato che in studio siano tutti carnivori.

Il dibattito tra vegetariani e carnivori è un argomento scottante, di attualità e ultimamente sulla bocca di tutti; per questo molte trasmissioni televisive vi si sono dedicate nell’ultimo periodo, dando spazio a ospiti più o meno illustri nel campo dell’alimentazione. Questa volta è stato il turno della trasmissione di Rete 4 “Quinta Colonna”, condotta dal giornalista toscano Paolo Del Debbio.

Che dire, i presupposti per il solito dibattito “pro carnivori” sono evidenti fin dai primissimi minuti: a fronte di diversi partecipanti più o meno esperti sull’argomento e sfavorevoli all’alimentazione vegetale, non c’è nessun ospite competente che invece rappresenti la posizione vegetariana e vegana. Le uniche due persone intervistate che si schierano (almeno apparentemente) nei confronti della dieta vegetariana sono la cantante Fiordaliso e la conduttrice tv Rita Dalla Chiesa: peccato che dopo un inizio brillante all’insegna delle motivazioni etiche e animaliste, la prima dichiari di consumare regolarmente pesce perché “i pesci sono animali stupidi” e la seconda – dopo essersi dichiarata una vegetariana contraria alla macellazione di cavalli e cervi – affermi di cedere qualche volta alla tentazione della bresaola ma “di vergognarsi sempre come una ladra”.

Gli ospiti della trasmissione – tra i quali diversi politici, un paio di chef e un solo medico – siedono attorno a una tavola imbandita, animando il dibattito a suon di battute e frecciatine contro i vegetariani e i vegani. A completare il simpatico quadretto, sullo sfondo si vede un macellaio toscano, certo Dario Cecchini, in collegamento dal suo negozio circondato da pezzi di carne che lui continua a baciare e ad accarezzare.

Ma andiamo con ordine: il primo servizio lanciato vuole dimostrare quanto il veganismo sia una moda assolutamente sconosciuta ai più e, udite udite, le persone intervistate non sono un pubblico eterogeneo e vario per sesso ed età, ma sono tutte e soltanto persone anziane. Quando la giornalista domanda loro se siano vegani, queste non sanno (ovviamente) cosa rispondere e, una volta capito il concetto, si rifanno (sempre ovviamente) alla propria esperienza dichiarando fermamente di essere favorevoli al consumo di carne. Ci aspettavamo forse il contrario? Certo che no, è risaputo che le persone anziane siano le più restie al cambiamento ed è normale che si dimostrino ostili verso una dieta così diversa da quella praticata per tutta la vita.

Certo è che il servizio proposto risulti un po’ debole di argomentazioni.

Al ritorno in studio il conduttore si rivolge all’unico medico presente al dibattito – la dottoressa Stefania Ruggeri – ponendole la fatidica domanda che noi tutti aspettavamo con ansia: “ma allora, dottoressa, la carne fa male?” Inutile dire che la risposta è ancora quella che noi tutti aspettavamo: la solita apologia della dieta mediterranea, che non esclude la carne ma prevede di limitarne il consumo a soli 400 g a settimana. La dottoressa prosegue poi con la difesa della carne come alimento proteico indispensabile nell’alimentazione di tutti, specialmente delle donne in gravidanza e dei bambini. A sostenere questa ormai notissima tesi interviene nientemeno che l’On. Roberto Formigoni, il quale afferma che “il corpo umano ha bisogno di una dieta varia ed equilibrata, non si può escludere la carne”. E, ultimo ma non ultimo, lo chef Gianfranco Vissani dice la sua affermando che “i vegani sono una setta pericolosa, un bambino figlio di vegani stava per morire a Livorno. Ognuno può scegliere cosa fare della propria vita, ma imporre la dieta vegana ai bambini non è giusto”.

I soliti luoghi comuni triti e ritriti supportati da solide basi scientifiche, insomma.

Andando avanti il dialogo prosegue tra botta e risposta a sostegno del consumo di carne (ma non mi dire?), senza che nessuno si schieri a favore della scelta vegetariana ad eccezione della signora Dalla Chiesa, la quale dichiara di vedere nei pezzi di carne accanto al macellaio in collegamento degli animali morti e che la cosa le provochi turbamento. Ma come, non era lei che non sapeva resistere alla bresaola?

Inaspettatamente l’unica persona a tirare in ballo la questione etica insieme alla Dalla Chiesa è proprio il macellaio in collegamento, il quale afferma di essere “un carnivoro responsabile, che si preoccupa della felicità degli animali negli allevamenti, della loro salute ma soprattutto che vadano incontro a una morte compassionevole”. Il tutto, secondo lui, si ripercuoterebbe non solo sulla qualità delle carni, ma renderebbe anche la morte dei capi da allevamento decisamente più etica. Quando la signora Rita Dalla Chiesa gli domanda cosa ne pensi dell’uccisione di animali come cavalli, conigli o capretti, il signor Cecchini le fa notare che la morte sia uguale per tutti e che non esistono animali di serie A e animali di serie B. Ma non basta: il macellaio tiene a ricordare a tutti i suoi compagni carnivori che prima del pezzo di carne tra le sue mani esisteva un animale, il quale merita rispetto e compassione. E come ottenere questo rispetto e questa compassione? Semplice, consumando tutte le parti degli animali senza sprechi, in modo da ucciderne il meno possibile.

Inutile dire che queste parole in bocca a un macellaio risultino ai limiti della provocazione. Tanto più che il dibattito si conclude poco dopo con l’esclamazione di quest’ultimo: “W la ciccia e chi la stropiccia!”.

Un altro dibattito inconcludente, evidentemente a favore del consumo di carne e senza uno spazio dedicato all’argomentazione vegana, che di cose da dire ne avrebbe e anche tante. Che senso ha una discussione in cui tutti i partecipanti la pensano allo stesso modo e non fanno che darsi ragione a vicenda? Ci chiediamo quando finalmente alla scelta vegana e vegetariana verrà dato lo spazio adeguato anche in televisione. Fino ad allora, aspettiamoci soltanto talk show scorretti come questi.

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