Ora è possibile adottare i topi da laboratorio usati negli esperimenti: la Svizzera francese li salva dalla soppressione

Il Politecnico federale di Losanna (EPFL) ha stipulato un accordo con la Protezione svizzera degli animali per fare adottare le ex cavie da laboratorio che non verranno più utilizzate per la sperimentazione di farmaci o per la vivisezione. Per loro si cercano famiglie adottive

Piccoli, ma importantissimi passi avanti per il benessere degli animali da laboratorio nell’area francese della Confederazione elvetica perché l’École Polytechnique Fédérale de Lausanne ha da pochissimo stabilito che diversi topi da laboratorio, i cui esperimenti sono giunti al termine, potranno essere adottati senza essere soppressi, cosa che avviene per le cavie considerate “terminali”.

Ad occuparsi di loro sarà la Protezione svizzera degli animali (PSA), con cui il polo universitario ha firmato un accordo, che, dopo una fase iniziale per far acclimatare gli animali lontano dagli stabulari, cercherà loro una famiglia per la vita.

Non si tratta tuttavia di una novità per la Svizzera, avendo l’Università di Zurigo già nel 2018 acconsentito a far adottare 300 delle sue cavie da laboratorio, sempre grazie ai programmi di ricollocamento della PSA. Dopo tale iniziativa però nulla di simile era stato più ripetuto in nessun altro Cantone.

C’è da dire che la Svizzera è una delle principali sedi di industrie farmaceutiche mondiali, ma, nonostante una severissima legge che controlla rigidamente gli esperimenti condotti sulle cavie e le proteste di chi si batte contro la vivisezione da anni, gli elvetici si sono schierati decisamente a favore della sperimentazione animale nel referendum dello scorso 13 febbraio con una maggioranza del 75% che ha respinto la richiesta di vietare i test sugli animali.

Sebbene i motivi di tale posizione sembrino essere puramente di natura economica, la scelta del Politecnico federale di Losanna è stata accolta dagli animalisti come una grandissima vittoria. 

Tutti gli animali, in particolare quelli utilizzati per la ricerca, dovrebbero avere l’opportunità di vivere una nuova vita dopo il loro utilizzo”

ha dichiarato Julika Fitzi della PSA.

Il numero di topi da laboratorio che l’università cederà all’associazione è ristretto, ma questo potrebbe crescere nel tempo se il progetto dovesse avere successo, cosa che tutti si augurano. L’ateneo federale coprirà inoltre le spese di mantenimento degli animali per i primi 30 giorni.

I ratti saranno accolti in parte dal Club des amis des rats di Argovia e dal Tierschutzverein di Brügg che sono pronti ad accudire le ex cavie, aiutandoli ad adattarsi ad una seconda vita che non comprende esperimenti e dolorosi test.

Fonte: EPFL

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