L’incitamento all’odio online aumenta col caldo e con le temperature estreme, la conferma in uno studio

Una recente ricerca ha rivelato la possibile relazione tra incitamento all’odio online e temperature estreme. I ricercatori hanno sottolineato come le persone tendono a mostrare un comportamento online più aggressivo quando fuori fa troppo freddo o troppo caldo

Secondo un nuovo studio condotto dai ricercatori del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), le temperature estreme possono portare a un aumento dell’incitamento all’odio online.

L’incitamento all’odio si riferisce a qualsiasi tipo di comunicazione nel discorso, nella scrittura o nel comportamento, che attacca o usa un linguaggio peggiorativo o discriminatorio con riferimento a una persona o un gruppo sulla base di religione, etnia, nazionalità, razza, colore , discendenza, genere o altro fattore di identità.

Lo studio

Nello studio, il team di ricerca ha esaminato l’effetto che la temperatura ha sull’incitamento all’odio su Twitter, e ha interpretato i risultati attraverso la lente delle relazioni tra comportamento umano, cambiamento climatico e salute mentale.

Abbiamo scoperto che sia il numero assoluto sia la quota di tweet di odio aumentano al di fuori di una zona di comfort climatico. Le persone tendono a mostrare un comportamento online più aggressivo quando fuori fa troppo freddo o troppo caldo.

I ricercatori hanno analizzato circa quattro miliardi di tweet geolocalizzati e hanno scoperto che i tweet misogini, omofobi e razzisti erano maggiori, fino al 22%, quando le temperature hanno raggiunto oltre i 42°. L’incitamento all’odio è aumentato fino al 12% quando le temperature sono scese a -3°.

Tra il 2014 e il 2020, gli scienziati hanno utilizzato l’apprendimento automatico per individuare circa 75 milioni di tweet contenenti incitamenti all’odio in 773 città degli Stati Uniti. Hanno quindi confrontato i dati con le variazioni di temperatura locali.

Il team ha scoperto che il minor numero di tweet di incitamento all’odio è avvenuto a temperature comprese tra 15 e 17°. Tuttavia, quando le temperature erano inferiori a 11° o superiori a 20°, il numero di tweet di odio aumentava.

I ricercatori hanno affermato che i tweet incendiari si sono registrati in tutte le zone climatiche, indipendentemente dal reddito dei residenti o dalla posizione religiosa o politica.

Anders Levermann, ricercatore del PIK e uno degli autori dello studio, ha affermato che anche nelle aree in cui i residenti erano abbastanza ricchi da potersi permettere l’aria condizionata o altri modi per affrontare l’aumento delle temperature, l’incitamento all’odio è aumentato nei giorni eccezionalmente caldi.

L’incitamento all’odio trasmesso online può avere impatti negativi come ansia e depressione per chi li riceve. Essere il bersaglio è una seria minaccia per la salute mentale, tanto che la letteratura psicologica ci dice che l’odio online può aggravare le condizioni di salute mentale soprattutto per i giovani e i gruppi emarginati.

Già un altro studio aveva messo in relazione caldo e aggressività , ma l’ipotesi avanzata secondo cui il calore renderebbe le persone più irritabili ed aggressive era difficile da dimostrare fuori dal laboratorio in cui l’esperimento era stato condotto. Ora questo nuovo studio porta nuove conferme empiriche alla teoria che, in fondo, già tutti abbiamo sempre saputo.

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Fonte: The Lancet Planetary Earth

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