Attenzione alle password memorizzate: scopri se sei tra le principali vittime degli hacker

Attenzione alla memorizzazione delle password sul browser. I lavoratori in smart working sono le principali vittime degli hacker

Attenzione alla memorizzazione delle password sul browser. I lavoratori in smart working sono le principali vittime degli hacker

Salvare la password su browser come Chrome o Edge è un’azione che molto spesso si compie senza pensare più di tanto alle sue conseguenze.

Complice la semplicità nell’effettuare il log in con i dati già memorizzati e la sicurezza di non perderli, gli informatici mettono però in guardia i lavoratori da remoto su questa impostazione che può essere molto più  pericolosa del previsto, specialmente in un momento storico in cui, a causa dell’emergenza COVID, tantissimi dipendenti hanno svolto e stanno continuando a svolgere la propria professione dietro ad uno schermo. 

Ciò avverrebbe, nella maggior parte dei casi, per via della VPN, la rete virtuale privata adoperata dall’azienda dove il lavoratore condivide i dati sensibili e lo fa in maniera inconsapevole e del tutto innocente quando si collega al pc per poter lavorare da casa.

Sebbene il computer sia dotato di una sua protezione, il furto di informazioni avverrebbe tramite un malware chiamato Redline Stealer che sarebbe in grado di aggirare gli antivirus, diffondendosi facilmente nel sistema informatico, come spiega la società di sicurezza informatica Ahnlab.

Il malware sarebbe iniziato a circolare ad inizio del marzo 2020, proprio in concomitanza con la prima ondata mondiale di Covid. Non è perciò un caso che i lavoratori in smart working siano i più colpiti dai furti di dati dall’inizio della pandemia. 

Gli esperti di Ahnlab consigliano agli utenti di astenersi dalla memorizzazione dei dati aziendali su reti poco chiare anche perché questo malware si ottiene molto facilmente dal dark web ed ha un costo irrisorio, di circa 150 dollari, se si pensa all’enorme mercato che si cela dietro l’illecito utilizzo che i dati rubati.

Fonte: Ahnlab

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