La straordinaria lettera di supporto di Albert Einstein a Marie Curie è la cosa più incoraggiante che leggerai oggi

Quando Marie Curie si ritrovò sommersa dallo scandalo, Albert Einstein la esortò ad andare oltre le calunnie per ritirare il premio Nobel che tanto meritava. La lettera che le scrisse per incoraggiarla conteneva un enorme messaggio valido ancora oggi

06All’inizio del XX secolo, quando molti scienziati raggiunsero lo status di celebrità di culto nel mainstream, la straordinaria Marie Curie venne presa di mira per una relazione che ebbe a seguito della morte del marito.

Nel bel mezzo di un enorme scandalo che minacciava di distruggere la sua eredità e il lavoro di una vita, un altro luminare della scienza, il grande Albert Einstein, venne in suo soccorso. Lo fece scrivendole una straordinaria lettera di sostegno che, nel suo stile caratteristico, è piena di saggezza che è ancora attuale.

L’accusa di non essere meritevole

Nel 1903, Marie Curie divenne la prima donna a vincere il Premio Nobel per la Fisica, che condivise con il marito Pierre per le loro rivoluzionarie ricerche sulla radioattività, termine da lei coniato.

Nel 1911 Marie vinse un altro premio Nobel per la chimica per la scoperta degli elementi polonio e radio, grazie alle tecniche da lei inventate per isolare gli isotopi radioattivi. Ad oggi, è l’unica persona nella storia ad aver vinto un premio Nobel in due campi diversi.

Ma, nonostante i suoi notevoli risultati accademici, Marie subì molte ingiustizie. Immaginate Madame Marie Sklodowska Curie, doppiamente premiata con il Nobel, che viene respinta per l’unico posto vacante per un fisico all’Accademia delle Scienze francese per il quale aveva fatto domanda: è esattamente quello che è successo.

Dopo aver presentato formale domanda per il seggio vacante nel novembre 1910, i tabloid francesi iniziarono a occuparsi della sua reputazione quasi quotidianamente. Su Marie furono dette ogni sorta di calunnie e falsificazioni, tra cui che era ebrea, non veramente francese e quindi per i criteri dell’epoca “non meritevole” di essere ammessa all’Accademia di Francia.

La stampa di destra amava anche toccare altri argomenti che non avevano nulla a che fare con la sua straordinaria carriera scientifica, quanto piuttosto riguardanti la vita di Marie, mentre elogiava il suo rivale, il fisico Edouard Branly, pioniere nello sviluppo delle onde radio e della trasmissione.

La sua candidatura all’Accademia di Francia venne messa in discussione sulla base di affermazioni razziste e di presunte analisi scientifiche della sua calligrafia e delle sue caratteristiche facciali. Branly vinse le elezioni il 23 gennaio 1911 per due voti e Curie reagì come aveva sempre fatto di fronte a una grave battuta d’arresto, buttandosi a capofitto nel lavoro. Tuttavia, questa esperienza non era nulla in confronto allo scandalo che stava per scoppiare quello stesso anno.

Il rapporto con Paul Langevin

Nel 1906, Pierre Curie morì in uno strano incidente stradale a Parigi, dopo essere inciampato e caduto sotto le ruote di una carrozza trainata da cavalli, riportando una frattura fatale del cranio. Marie fu devastata dalla perdita, così come Paul Langevin, ex dottorando e protetto di Pierre.

Langevin era brillante e acclamato per una tesi sui gas ionizzati. Essendo francese di nascita e uomo, non ebbe difficoltà a farsi eleggere al College de France e all’Accademia delle Scienze. Fu anche audace, avendo scalato la Torre Eiffel nel tentativo di trovare l’aria più pura della città per uno studio sulle correnti elettriche nell’atmosfera.

Uniti dal dolore e dalla genialità, i due iniziarono una relazione. Tuttavia Langevin era sposato, nonostante non fosse per nulla soddisfatto del suo rapporto con la moglie. Madame Langevin era a conoscenza delle occasionali infedeltà del marito, ma trovava la sua relazione con Marie più sconvolgente delle altre e in breve tempo tra le due donne nacque una violenta ostilità.

I due amanti avevano affittato segretamente un appartamento a Parigi e anche questa cosa non era un segreto per la moglie di Langevin, Jeanne. La moglie assunse un investigatore privato che si introdusse nell’appartamento mentre la coppia era assente e rubò le lettere scritte l’uno all’altra.

La pubblicazione delle lettere

Jeanne minacciò di portare le lettere alla stampa e di renderle pubbliche così Curie e Langevin rimasero separati per gran parte del 1911. Si riunirono in ottobre alla Conferenza Solvay di Bruxelles, una conferenza internazionale a cui parteciparono altri 20 scienziati di fama mondiale, tra cui Albert Einstein.

Curie era l’unica donna presente alla conferenza accademica di Bruxelles del 1911. Quando Curie tornò a casa dalla conferenza, scoprì che la sua relazione con Langevin era finita in prima pagina su tutti i tabloid francesi. Fu persino accolta da una folla inferocita che si radunò davanti alla sua casa di Sceaux, cosa che sconvolse terribilmente le sue figlie, Irène di 14 anni e Eve di 7 anni.

Curie e le sue figlie dovettero rifugiarsi a casa di amici a Parigi, tra cui quella del matematico Emile Borel, direttore scientifico dell’Ecole Normale Supérieure, minacciato di perdere il lavoro dopo che il Ministro dell’Istruzione Pubblica lo aveva accusato di aver infangato l’onore accademico francese.

La donna negò le accuse fino a quando un altro tabloid pubblicò alcune delle lettere d’amore, insieme a editoriali arrabbiati dei redattori che definivano Curie una “rovinafamiglie” e una vergogna per la Francia.

A quel punto Jeanne chiese formalmente il divorzio e la data del processo fu fissata proprio quando Marie avrebbe dovuto ritirare il suo secondo Premio Nobel a Stoccolma, il 10 dicembre. I membri del Comitato per il Nobel stavano diventando molto nervosi e procedettero a invitare privatamente Marie Curie a non presentarsi alla cerimonia di premiazione, per paura di creare imbarazzo.

La lettera di incoraggiamento di Einstein

Ed è proprio in queste circostanze che intervenne Albert Einstein e ritorniamo al punto di partenza del nostro discorso. Einstein (che aveva già avuto un figlio illegittimo con una sua ex studentessa) la pensava in modo radicalmente diverso e scrisse una lettera di incoraggiamento a Marie Curie, esortandola a non dare retta a tutte quelle calunnie.

Nella missiva si legge:

Stimatissima signora Curie,

Non rida di me che le scrivo senza avere nulla di sensato da dire. Ma sono così infuriato per il modo meschino in cui l’opinione pubblica osa occuparsi di lei che devo assolutamente dare sfogo a questo sentimento. Tuttavia, sono convinto che lei disprezzi costantemente questa gentaglia, sia che la rispetti ossequiosamente, sia che cerchi di saziare la sua brama di sensazionalismo!

Sono costretto a dirle quanto ho ammirato il suo intelletto, il suo slancio e la sua onestà e che mi considero fortunato ad averla conosciuta personalmente a Bruxelles. Chi non fa parte di questi rettili è certamente felice, ora come allora, di avere tra noi personaggi come lei e Langevin, persone vere con cui si ha il privilegio di entrare in contatto. Se la plebaglia continua a occuparsi di voi, allora semplicemente non leggete quelle sciocchezze, ma lasciatele al rettile per cui sono state create.

Con i più cordiali saluti a lei, Langevin e Perrin, il mio più sincero saluto,

A. Einstein

P.S. Ho determinato la legge statistica del moto della molecola biatomica nel campo di radiazione di Planck per mezzo di una battuta comica, naturalmente sotto il vincolo che il moto della struttura segua le leggi della meccanica standard. La mia speranza che questa legge sia valida nella realtà è però molto piccola.

Albert Einstein, 23 novembre 1911.

Curie alla fine andò a ritirare il premio Nobel

La lettera di Einstein contiene un saggio consiglio che è di grande attualità:

Se la plebaglia continua a occuparsi di voi, allora semplicemente non leggete quelle sciocchezze, ma lasciatele al rettile per cui sono state create.

È sicuramente qualcosa che tutti noi dovremmo prendere a cuore, soprattutto in un’epoca in cui sui social abbondano commenti spregevoli di ogni tipo da parte dei classici “leoni da tastiera”.

Vi starete sicuramente chiedendo com’è finita. Marie Curie avrà ascoltato le parole di Einstein? Forse incoraggiata proprio da questa lettera, si recò a Stoccolma per ritirare il premio per la sua storica scoperta del radio e del polonio. La cerimonia si svolse senza incidenti di rilievo, con grande sollievo dei burocrati del Nobel.

In realtà, non solo tutto andò bene, ma Curie ebbe addirittura una cena di 11 portate con il re di Svezia, che non era certo un santo. Anni dopo, si scoprì che il re Gustavo aveva una relazione con un uomo sposato, alla faccia del perbenismo tanto richiesto a Marie.

Curie e Langevin si separano, ma l’amicizia con Einstein divenne intensa

E per completare il quadro, dieci giorni dopo la cerimonia del Nobel, i Langevin appianarono le loro divergenze in tribunale. Jeanne ottenne la custodia dei quattro figli, mentre Paul ebbe il diritto di visita. Sfortunatamente, lo scandalo aveva avuto ripercussioni sul rapporto tra Curie e Langevin.

I due sarebbero rimasti cordialmente in contatto e avrebbero mantenuto una relazione scientifica, ma la loro storia d’amore era finita. Ma Curie continuò a stringere una stretta amicizia con Einstein, tanto che i due andarono in vacanza insieme ai loro figli nell’estate del 1913.

Quando negli anni Venti la Francia fu scossa da un’ondata di sentimenti antitedeschi, Curie ricambiò il favore. Fece infatti pressioni a favore di Einstein per assicurargli un posto di conferenziere a Parigi.

Alla morte di Marie Curie nel 1935, Einstein ebbe solo parole gentili durante una celebrazione commemorativa al Museo Roerich di New York. Disse al pubblico:

Ho ammirato sempre di più la sua grandezza umana. La sua forza, la sua purezza di volontà, la sua austerità verso se stessa, la sua obiettività, il suo giudizio incorruttibile. Tutto questo era di un tipo che raramente si trova unito in un singolo individuo. Se solo una piccola parte della forza di carattere e della devozione di Madame Curie fosse viva negli intellettuali europei, l’Europa avrebbe un futuro più luminoso.

Parole che, come quelle scritte nella lettera, ad oggi risuonano ancora profetiche.

A questa storia è dedicata anche la seconda puntata del nostro Podcast Lenti che potete ascoltare qui:

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Fonte: Einstein Papers

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