Oggi è in arrivo una tempesta geomagnetica che colpirà la Terra, cosa significa (e perché non preoccuparci)

La tempesta che colpirà l'atmosfera terrestre non provocherà danni alle infrastrutture umane, come assicurato dagli esperti NOAA

I ricercatori della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) hanno annunciato l’arrivo nell’atmosfera terrestre di due fenomeni di tempesta geomagnetica nelle giornate di ieri e oggi, in seguito ad una moderata esplosione avvenuta nell’atmosfera solare alcuni giorni fa. Entrambi i fenomeni sono stati classificati nella categoria G2 sulla scala in cinque livelli delle tempeste solari elaborata da NOAA – secondo la quale il livello 1 rappresenta il minimo rischio e 5 il rischio più elevato.

@NOAA

Niente paura quindi per eventuali danneggiamenti al nostro Pianeta: gli esperti assicurano che è improbabile che queste tempeste possano causare danni alla vita sulla Terra – se non, al massimo, compromettere la stabilità e la qualità delle trasmissioni radio e della rete elettrica alle alte latitudini. Oltre a questo, lo spettacolo dell’aurora boreale sarà fruibile anche a latitudini insolitamente basse – anche fino agli stati americani di New York e Idaho.

Come abbiamo detto, la tempesta geomagnetica è il risultato dell’esplosione di alcune particelle che si verifica nella parte più esterna dell’atmosfera solare, detta corona: tale esplosione è chiamata in linguaggio scientifico espulsione di massa coronale (CME). L’energia magnetica generata dall’esplosione si disperde poi all’interno del sistema solare, spinta dai venti solari, e occasionalmente può raggiungere l’atmosfera terrestre: il contatto con lo scudo magnetico del nostro Pianeta dà luogo alla tempesta geomagnetica.

La maggior parte delle tempeste geomagnetiche che colpiscono la Terra sono innocue e prive di conseguenze, ma ci sono stati nella storia episodi in cui tali fenomeni hanno provocato ingenti danni alle infrastrutture umane: è il caso del Carrington Event avvenuto nel 1859, che provocò correnti elettriche tanto forti da dare fuoco alle apparecchiature telegrafiche dell’epoca.

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Fonte: NOAA

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