Orti spaziali: coltivare verdure sulla Luna grazie all’idrocultura

Coltivare un orto sulla Luna o su Marte? Da oggi Si può! Grazie all’idrocoltura, che consente di far crescere gli ortaggi senza usare il terreno, la realizzazione di coltivazioni in luoghi fino a poco tempo impensabili potrebbe presto diventare una realtà.

Coltivare un orto sulla Luna o su Marte? Da oggi Si può! Grazie all’idrocoltura, che consente di far crescere gli ortaggi senza usare il terreno, la realizzazione di coltivazioni in luoghi fino a poco tempo impensabili potrebbe presto diventare una realtà.

Lo hanno evidenziato alcuni ricercatori del Ceac (Controlled Environment Agriculture Center) dell’Università dell’Arizona, che stanno attuando alcuni esperimenti su prototipi di serre idroponiche, in grado di adattarsi ad ambienti decisamente inospitali, come la superficie lunare.

La particolarità di queste serre spaziali, scoperte grazie agli amici di NextMe è che sembrano pure funzionare tanto da rendere le coltivazioni degli ortaggi sulla luna non più fantascienza o pura utopia.

Ma vediamo esattamente come funziona questo sistema di coltura. Studiato nel laboratorio dell’Extreme Climate del Ceac, questo particolare sistema messo a punto dagli scienziati occupa al momento una superficie minima (appena 5,5 metri) rispetto a quella tubolare ed enorme che verrebbe costruita sulla superficie della Luna. È composta da grandi strutture tubolari, che una volta innestati sotto la superficie, iniziano a funzionare come una serra e a dare i loro primi frutti…pardon ortaggi, protetti da raggi solari, raggi cosmici e frammenti di vario tipo presenti nell’universo.

Le piante hanno la possibilità di germogliare, dando origine agli ortaggi, grazie ad alcune membrane, che contengono sacchetti di semi, e lampade al vapore di sodio raffreddate ad acqua: insomma un po’ quello che succede nei sotterranei di Napoli, dove stanno crescendo piante di diverso tipo.

In questo caso però, l’acqua e l’anidride carbonica potrebbero essere fornite grazie al riutilizzo delle urine e dal respiro degli astronauti. A partecipare a questo progetto rivoluzionario sono scese in campo due aziende italiane, la Thales Alenia Space, che realizza strumenti hardware per la Stazione Spaziale Internazionale, e Aero Sekur, che produce strutture gonfiabili.

Siamo in grado di spiegare il modulo e avere acqua corrente per le lampade in soli 10 minuti – ha fatto sapere Phil Sadler della Sadler Machine Co., realizzatore della serra spaziale – In 30 giorni circa gli ortaggi sono maturi”.

E chissà che queste serre non vengano realizzate prima sulla Terra, in luoghi inospitali e poco adatti alle coltivazioni tradizionali. Sarebbe un bel passo avanti per combattere la fame nel mondo.

Fonte: NextMe

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