Il Sole ha raggiunto il suo massimo solare, regalando aurore mozzafiato a latitudini inusuali, ma rischiando di mandare in tilt le nostre infrastrutture tecnologiche
Negli ultimi tempi, il Sole ha deciso di mettersi in mostra, offrendoci spettacoli degni di una première hollywoodiana. Gli scienziati confermano che stiamo attraversando il massimo solare, la fase più intensa del ciclo di undici anni della nostra stella. Un evento che ha spinto le aurore boreali a colorare i cieli di luoghi impensabili come l’Italia, ma anche India, Bahamas, Florida e Turchia, ma non senza qualche controindicazione per le nostre amate tecnologie.
Il ciclo solare è come l’umore di una persona un po’ lunatica: alterna periodi di calma piatta a momenti di vera e propria follia. Ora siamo nel pieno della fase di “fuoco e fiamme”, con il Sole che spara espulsioni di massa coronale e tempeste geomagnetiche a più non posso. Il risultato? Aurore dai colori incredibili, come rosso, viola e sfumature che farebbero invidia a una tavolozza di Monet.
Se pensate che sia un’esagerazione, sappiate che quest’anno una tempesta solare di livello 4 su una scala di 5 ha permesso a moltissime persone di godersi lo spettacolo in luoghi davvero insoliti come l’Europa, il Sudafrica e persino la Giamaica. Ma non lasciatevi ingannare da questi arcobaleni cosmici: quando il Sole si attiva, i suoi raggi non sono certo carezze.
Quando l’incanto diventa rischio: impatti tecnologici
Non c’è bisogno di essere esperti di astrofisica per capire che un Sole così irrequieto non porta solo belle foto su Instagram. La nostra stella ha un lato oscuro, e le sue tempeste possono mettere a dura prova le infrastrutture tecnologiche. Durante le tempeste solari, infatti, le particelle cariche provenienti dal Sole interagiscono con il campo magnetico terrestre, creando interferenze nei sistemi di telecomunicazione e navigazione. A maggio, una tempesta geomagnetica ha provocato problemi non da poco ai sistemi GPS, causando danni stimati in circa mezzo miliardo di dollari all’agricoltura. Insomma: da un lato ci godiamo i cieli colorati, dall’altro incrociamo le dita sperando che il GPS non decida di portarci in tutt’altra direzione.
Secondo Lisa Upton, co-presidente del Solar Cycle Prediction Panel, siamo solo a metà di questo massimo solare e ci aspettiamo che il periodo turbolento duri almeno un altro anno. Ma non cantiamo vittoria troppo presto: se è vero che in futuro la frequenza delle tempeste solari diminuirà, la loro intensità potrebbe non fare altrettanto. La scienziata NASA Kelly Korreck avverte che i cicli solari sono tutto tranne che prevedibili, e alcune delle tempeste più devastanti si sono verificate proprio quando sembrava che il Sole si fosse placato.
Teniamo gli occhi al cielo, ma con un occhio di riguardo anche alla Terra. Perché se da una parte abbiamo aurore da mozzare il fiato, dall’altra abbiamo satelliti, GPS e comunicazioni che traballano come una bicicletta senza ruote. E se il massimo solare ci regalerà altri colpi di scena, speriamo solo che il Sole decida di fare il bravo… o almeno di lasciarci con un po’ di batteria per continuare a guardare il cielo con la giusta playlist in sottofondo.
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Fonte: NOAA
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