Tumore ai polmoni, il legame con l’inquinamento atmosferico e perché anche i non fumatori lo possono sviluppare

Gli scienziati avrebbero scoperto cosa unisce lo smog al cancro ai polmoni e perché, a livello globale, così tanti non fumatori sviluppano la malattia

L’inquinamento atmosferico provoca il cancro ai polmoni. Fin qui nulla di nuovo, se non fosse che una ricerca definita rivoluzionaria avrebbe scoperto qualche mese fa in che modo e quale sarebbe il meccanismo che genera il cancro, facalizzando l’attenzione sulle persone che non fumano.

Loro sono i ricercatori del Francis Crick Institute, che in uno studio presentato alla conferenza della Società europea di oncologia medica a Parigi, sono partiti dai dati secondo cui il fumo rimane la principale causa di cancro ai polmoni, ma l’inquinamento dell’aria esterna provoca circa un caso su 10 solo nel Regno Unito, mentre circa 6mila persone che non hanno mai fumato muoiono di cancro ai polmoni ogni anno.

A livello globale, circa 300mila decessi per cancro ai polmoni nel 2019 sono stati attribuiti all’esposizione al particolato fine, noto come PM2,5, contenuto nell’inquinamento atmosferico.

Al netto di ciò, la base biologica di come l’inquinamento atmosferico provochi il cancro è rimasta sempre poco chiara. A differenza del fumo o dell’esposizione al sole, che causano direttamente mutazioni del DNA legate al cancro ai polmoni e alla pelle, l’inquinamento atmosferico non provoca il cancro innescando tali cambiamenti genetici.

I risultati delineano come le particelle fini contenute nei fumi delle auto “risveglino” le mutazioni dormienti nelle cellule polmonari e le spingano in uno stato canceroso. Il lavoro aiuta a spiegare perché così tanti non fumatori sviluppano il cancro ai polmoni ed è un “campanello d’allarme” sull’impatto dannoso dell’inquinamento sulla salute umana.

Il rischio di cancro ai polmoni dovuto all’inquinamento atmosferico è inferiore a quello dovuto al fumo, ma non abbiamo alcun controllo su ciò che tutti respiriamo, ha affermato il professor Charles Swanton del Francis Crick Institute. A livello globale, più persone sono esposte a livelli pericolosi di inquinamento atmosferico che a sostanze chimiche tossiche nel fumo di sigaretta e questi nuovi dati collegano l’importanza di affrontare la salute del clima al miglioramento della salute umana.

Invece, secondo lo studio, i pazienti nIon fumatori con cancro ai polmoni tendono a portare mutazioni che si osservano anche nel tessuto polmonare sano: piccoli errori che accumuliamo nel nostro DNA per tutta la vita e che normalmente rimangono innocui.

Chiaramente questi pazienti si ammalano di cancro senza avere mutazioni, quindi deve esserci qualcos’altro in corso, ha affermato Swanton, che è anche il capo clinico di Cancer Research UK. L’inquinamento atmosferico è associato al cancro ai polmoni, ma le persone lo hanno ampiamente ignorato perché i meccanismi alla base non erano chiari.

Quest’ultimo lavoro svela questo meccanismo attraverso una serie di meticolosi esperimenti che dimostrano che le cellule che trasportano mutazioni dormienti possono diventare cancerose se esposte alle particelle PM2.5. L’inquinante è l’equivalente della scintilla di accensione di un piano cottura a gas.

In studi di laboratorio, il team di Swanton è arrivato alla conclusione, insomma che tutti noi portiamo mutazioni dormienti nelle nostre cellule che hanno il potenziale per trasformarsi in cancro – e l’esposizione cronica all’inquinamento atmosferico aumenta le probabilità che ciò accada.

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Fonte: Oncolosy & Cancer

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