Il caso dell’arbitra di pallavolo che si è dimessa perché stanca di essere pesata per regolamento

Dal 2007 ad oggi ha lavorato al servizio della Federazione arbitrando le partite di pallavolo dando il massimo e con grande senso di responsabilità. Tuttavia, ciò non basta. Per il regolamento sportivo è troppo "grassa", qualche centimetro di girovita di troppo le costa una penalizzazione e l'esonero dall'attività. Una situazione che l'arbitra Martina Scavelli non è più disposta ad accettare, innanzitutto per il suo bene. "La salute mentale, l'integrità di un individuo, la passione e il sacrificio di un essere umano valgono molto di più di qualche centimetro di troppo! - ha dichiarato a gran voce su Facebook, annunciando le sue dimissioni - Da oggi inizia la mia battaglia per superare la discriminazione imposta da certe norme."

Per anni ha svolto il suo lavoro con grande dedizione e professionalità, ma adesso è stufa di un sistema che dà più valore ai numeri rispetto alla passione e ai sacrifici di chi fa parte del mondo dello sport. “Non sopporto più di essere misurata e pesata come si fa con le vacche!”: con queste parole Martina Scavelli, arbitra di volley di serie B alla FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo), ha comunicato due giorni fa le sue dimissioni da un ruolo a cui era tanto affezionata.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso? Il suo girovita che sfora di qualche centimetro il limite previsto dal regolamento, che ha le ha comportato la penalizzazione di 3 punti e l’esonero dall’impiego fino al raggiungimento dei valori previsti. Ciò significherebbe un inevitabile grosso passo indietro nella sua carriera.

L’arbitra catanzarese di 35 anni ha sempre avuto grande rispetto per le regole, ma stavolta ha deciso che non vuole più sottostare ad esse e che la sua felicità e la sua salute mentale valgono molto di più di un regolamento.

E per sensibilizzare tanti altri che si trovano in una condizione simile alla sua ha voluto condividere la propria esperienza ed esasperazione attraverso un bel post pubblicato su Facebook, che ha aperto un acceso dibattito sul binomio fra sport e fisicità:

Egonu, tu sei nera, IO SONO GRASSA!
Per questo motivo stamattina ho comunicato le dimissioni dal ruolo di arbitro di serie B alla FIPAV (Federazione Italiana Pallavolo). Non sopporto più di essere misurata e pesata come si fa con le vacche! Lo sport dovrebbe unire, anziché emarginare. E io non voglio più essere messa all’angolo per qualche centimetro o qualche chilo in più! Ho superato i valori previsti di BMI e circonferenza addominale (nulla di eccessivo). Ho ricevuto una penalizzazione di 3 punti nell’ambito del punteggio Dirigenti di Settore e l’esonero dall’impiego fino al raggiungimento dei valori previsti.

La penalizzazione mi porterà, a fine stagione, a passare dalla serie B al campionato regionale, facendo un enorme passo indietro. Parametri fuori norma, certo, ma di poco. Un poco che non scalfisce la qualità del mio servizio. Come se tre dita in più sul mio girovita potessero mettere a rischio una partita di pallavolo che, tra l’altro, non prevede che l’arbitro corra per il campo come succede nel calcio.

Le regole sono regole, io le ho accettate e le rispetto, ma non vuol dire che siano sacre e immutabili.
Ho operato al servizio della Federazione dal 2007, con grande senso di responsabilità, devozione e disciplina.
Sono sempre stata consapevole dei regolamenti legati all’attività di arbitro e ho mantenuto un comportamento scrupolosamente osservante delle regole, anche in merito ai parametri antropometrici.
Mi sono sempre autodenunciata nel momento in cui ho realizzato di superare i parametri imposti. Mi sono sempre autosospesa.
A oggi, però, non sono disposta ad accettare che una carriera fondata sui sacrifici e sul massimo rispetto possa essere “calpestata” da imposizioni del genere che non prevedono soglie di tolleranza.

Ho deciso di dire BASTA, per me e per tutti i GRASSI.
BASTA a delle regole che non sempre vengono fatte valere erga omnes.
BASTA alle vedute ristrette.
BASTA a un sistema che non si interroga se qui chili in più nascano da problemi di salute o periodi particolari della propria vita.
BASTA a chi si basa sui numeri e sotterra le emozioni.

La salute mentale, l’integrità di un individuo, la passione e il sacrificio di un essere umano valgono molto di più di qualche centimetro di troppo!

Da oggi inizia la mia battaglia per superare la discriminazione imposta da certe norme.
Aiutatemi a fare la sentire la mia voce perché non è solo la mia voce.

SONO GRASSA SÌ!
Ma anche di contenuti, voglia di lottare e speranza.
Buona festa degli innamorati.
Io oggi ho scelto di amarmi un po’ di più!

La risposta della Federvolley

Tantissimi utenti, del mondo dello sport e non, hanno espresso la loro solidarietà di Martina Scavelli, condividendo il suo punto di vista su un sistema eccessivamente ferreo e che discrimina per qualche centimetro di grasso in più.

Non si è fatta attendere la risposta della FIPAV, intervenuta per fare chiarezza con un comunicato:

La normativa federale sui valori massimi di BMI e circonferenza addominale è già in vigore dalla stagione 2017/18 per tutti gli arbitri, compresi gli addetti di staff impiegati nei campionati nazionali, (in realtà introdotta da oltre dieci anni per gli arbitri federali di Serie A e dunque successivamente estesa) sulla base di una delibera del Consiglio Federale che deriva dal recepimento di una normativa della Federazione Internazionale per motivazioni sanitarie: l’health management plan programme. La Fipav, dovendo rispettare la regolamentazione internazionale ha fatto propria la normativa e da quel momento ha fatto sì che tali parametri vengano costantemente rispettati per il corretto e regolare svolgimento delle proprie attività sportive.

Obiettivo primario della normativa internazionale in oggetto è la salvaguardia dello stato di salute della classe arbitrale che, come si potrà immaginare, è costantemente informata e aggiornata su eventuali cambiamenti dei regolamenti stessi.

Ovviamente la Federazione Italiana Pallavolo e il suo settore ufficiali di gara all’inizio di ciascuna stagione agonistica coinvolge i propri tesserati impegnati nel settore arbitrale affinché conoscano la normativa vigente che, come detto, si pone il principale obiettivo della tutela della salute.

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Fonti: Martina Scavelli/FIPAV

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