Se fa troppo caldo, le zecche preferiscono gli uomini ai cani. Nuovo dannoso effetto del clima che cambia

Una nuova ricerca ha mostrato, soprattutto nelle zecche tropicali, una nuova tendenza: quella di preferire gli uomini ai cani se fa troppo caldo

Quando le temperature aumentano, le zecche sembrano preferire gli esseri umani ai cani. È quanto sostiene uno studio americano che ci mostra un nuovo dannoso effetto dei cambiamenti climatici: nel futuro vi potrebbe essere un maggior rischio di contrarre malattie trasmesse dalle zecche.

Con l’aumento delle temperature a causa dei cambiamenti climatici, le zecche portatrici della rara ma mortale malattia batterica conosciuta come febbre maculosa delle montagne rocciose (FEMR), stanno cambiando le loro preferenze alimentari.

A dirlo è una nuova ricerca i cui preoccupanti risultati sono stati presentati all’incontro annuale dell’American Society of Tropical Medicine and Hygiene.

“Il nostro lavoro indica che quando il tempo si fa più caldo, dovremmo essere molto più vigili per le infezioni da FEMR negli esseri umani. Abbiamo scoperto che quando le temperature salivano da circa 74 a 100 gradi Fahrenheit [da 23 a 38 gradi Celsius], le zecche marroni del cane portatrici della malattia avevano una probabilità 2,5 volte maggiore di preferire gli esseri umani ai cani” ha dichiarato la dottoressa Laura Backus che ha guidato lo studio presso la Davis School of Veterinary  Medicine dell’Università della California.

La FEMR è una malattia causata dal batterio Rickettsia rickettsii, che viene trasportato appunto dalle zecche. In Arizona, dove sono stati segnalati diversi focolai di RMSF negli ultimi anni, e in altri stati del sud-ovest degli Stati Uniti, è trasmessa principalmente dalla zecca del cane  (Rhipicephalus sanguineus), secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC).

La malattia retrocede facilmente se trattata con i giusti antibiotici entro i primi 5 giorni dal contagio, in caso contrario può invece essere fatale. La presenza di FEMR negli Stati Uniti è aumentata sostanzialmente negli ultimi anni da 495 casi nel 2000, a un picco di 6.248 casi nel 2017, sempre secondo i dati dei CDC.

Prevedere i focolai di FEMR è difficile, ha dichiarato la dottoressa Backus, ma c’è comunque qualcosa di utile che la ricerca può fare:

“Se riusciamo a identificare le situazioni, i fattori ambientali, che portano gli esseri umani a essere morsi più spesso, possiamo sperare di essere in grado di identificare e intervenire più rapidamente e ridurre i casi”.

Il lavoro di precedenti ricerche aveva suggerito che la temperatura potrebbe essere uno di quei fattori da tenere in considerazione e per confermare questa ipotesi il team di studiosi americani ha condotto un esperimento su un campione di uomini e cani esposti in un luogo chiuso a 20 zecche alla volta (di 2 tipi: tropicali o dei climi temperati) a differenti temperature (23,3 C e 37,8 C).

Hanno potuto osservare così come le zecche, che scelgono i loro ospiti dall’olfatto, si muovevano verso il cane, verso l’umano o rimanevano ferme, a seconda delle condizioni. Vi erano delle barriere che impedivano alle zecche di raggiungere effettivamente i loro obiettivi, dunque nessuno, né umano né animale, è stato messo in pericolo.

Guardando tutte le prove combinate, le zecche tropicali avevano maggiori probabilità di spostarsi verso i cani a temperatura ambiente, con una media di 5,2  zecche che si muovevano verso il cane contro le 2,9 zecche che andavano invece verso l’uomo. Ad alte temperature, tuttavia, la loro preferenza cambiava virando verso gli umani: una media di 4,4 zecche si sono spostate verso il cane, mentre 7,5 zecche andavano verso l’uomo.  I risultati erano meno chiari per le zecche tipiche dei climi temperati.

Quello che questa ricerca evidenzia ha implicazioni su come il cambiamento climatico potrebbe influenzare l’incidenza di FEMR.

“C’è certamente una preoccupazione basata sul fatto che il cambiamento climatico che si traduce in eventi climatici più caldi porterà a più focolai di malattie” ha concluso la dottoressa Backus.

Nel nostro paese la febbre maculosa delle montagne rocciose (FEMR) fortunatamente non esiste ma non si esclude comunque il rischio che, se davvero questa è la tendenza delle zecche sottoposte ad alte temperature, possano veicolare in futuro altre malattie.

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Fonte:  The Guardian / WebMd

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