Yoga in carcere: ritrovare la libertà interiore grazie alle asana e alla meditazione

Lo Yoga in carcere aiuta i detenuti a ritrovare la libertà a partire dall’introspezione, grazie alle asana e alla meditazione. Trascorrere un po’ di tempo praticando Yoga permette di allontanarsi da tutte le preoccupazioni e di rifugiarsi in uno spazio tranquillo che si trova dentro di sé, cosa non facile, soprattutto in carcere.

Lo Yoga in carcere aiuta i detenuti a ritrovare la libertà a partire dall’introspezione, grazie alle asana e alla meditazione. Trascorrere un po’ di tempo praticando Yoga permette di allontanarsi da tutte le preoccupazioni e di rifugiarsi in uno spazio tranquillo che si trova dentro di sé, cosa non facile, soprattutto in carcere.

I detenuti si trovano in carcere per scontare i propri reati ma spesso nello stesso tempo durante la loro vita sono stati vittime di povertà, abbandoni, violenza sessuale o domestica e di altri crimini.

Lo Yoga in carcere viene praticato in molti luoghi del mondo. Tra gli esempi di questa iniziativa troviamo il progetto offerto da Charleston, in West Virginia, senza scopo di lucro. L’iniziativa Laotong Yoga – The Prison Project introduce le asana e la meditazione nel carcere femminile di West Columbia e nel carcere maschile di massima sicurezza di Mount Olive.

Secondo Julian Sue Good, co-fondatore dell’iniziativa, la necessità di guarigione all’interno dell’ambiente del carcerario è molto profonda. Ecco allora che lo Yoga diventa uno strumento utile e molto potente per aiutare i detenuti a ritrovare la propria libertà interiore.

I fondatori del progetto propongono una pratica dello Yoga fondata sul non-giudizio, sulla comprensione profonda di se stessi e sull’empatia verso gli altri. La convinzione è che tutti noi siamo collegati l’un l’altro e coinvolti nella guarigione di chi si trova attorno a noi, anche se non ne siamo consapevoli.

I detenuti che partecipano agli incontri di Yoga ottengono benefici emotivi e spirituali. Inoltre, la loro frequenza alle lezioni di Yoga viene documentata in modo che possa entrare a fare parte di un attestato di buona condotta.

Gli esercizi di respirazione e consapevolezza risultano utili in questo contesto per evitare scontri tra i detenuti e per aiutarli ad affrontare la rabbia e la depressione. Centinaia di partecipanti, in entrambe le strutture, hanno completato i propri corsi di Yoga e ne hanno tratto benefici evidenti.

Lo Yoga in carcere viene proposto anche in Italia. Ad esempio, la scuola Sathya Yoga porta lo Yoga e la meditazione gratuitamente tutte le settimane presso l’istituto carcerario di Monza. I detenuti più costanti nella pratica hanno la possibilità di ottenere un attestato di Istruttore Yoga che potrà aiutarli nel reinserimento nella società e nel lavoro.

Conoscete altre iniziative dedicate allo Yoga in carcere che si svolgono in Italia?

Marta Albè

Fonte foto: Doyouyoga

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