Non chiamatelo più vaiolo delle scimmie! L’OMS raccomanda questo nuovo nome per la malattia

Il vaiolo delle scimmie ha ricevuto un nuovo nome dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la malattia ora si chiamerà "mpox". Il motivo? Secondo quanto riportato l’appellativo “vaiolo delle scimmie” è razzista

Il vaiolo delle scimmie è stato ribattezzato “mpox” dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dopo aver ricevuto lamentele secondo cui il nome attuale della malattia è “razzista e stigmatizzante”.

L’OMS ha deciso che entrambi i nomi saranno usati contemporaneamente soltanto per un anno, poi il vecchio appellativo vaiolo delle scimmie verrà gradualmente eliminato.

“Mpox” è stato proposto dall’organizzazione per la salute maschile REZO, con il suo direttore che ha affermato che la rimozione delle immagini delle scimmie ha aiutato le persone a prendere sul serio l’emergenza sanitaria.

Ma quali sono i sintomi della malattia? I sintomi variano e includono eruzioni cutanee, febbre, brividi, linfonodi ingrossati, spossatezza e mal di testa.

Altri segni identificati in ben 16 paesi sono anche singole lesioni genitali, e piaghe sulla bocca o sull’ano.

A settembre, è stato identificato anche un secondo ceppo di vaiolo delle scimmie, rilevato nel Regno Unito e diagnosticato a una persona che aveva viaggiato in Africa occidentale.

Al momento, afferma l’OMS, ci sono stati più di 80.000 casi in tutto il mondo e 55 morti, e la trasmissione della malattia può verificarsi fino a quattro giorni prima della comparsa dei sintomi.

Secondo i ricercatori, inoltre, più della metà (53%) dei contagi si verifica nella fase presintomatica, il che significa che molte infezioni non possono essere prevenute.

I dati della UK Health Security Agency (UKHSA) hanno rivelato che una singola dose del vaccino contro il vaiolo delle scimmie fornisce una protezione del 78% 14 giorni dopo la vaccinazione, e si prevede che una seconda dose possa offrire una protezione ancora maggiore e più duratura. Finora sono state consegnate più di 55.000 dosi di vaccino.

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Fonte: OMS; UK Health Security Agency (UKHSA)

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