Prima vittima delle sigarette elettroniche negli Stati Uniti. Ma è davvero così?

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Nello stato dell'Illinois un paziente sarebbe morto a causa dell'uso di sigarette elettroniche. Ma il caso lascia dei seri dubbi.

Lascia un po’ di stucco una notizia degli ultimi giorni: una persona sarebbe morta negli Stati Uniti a causa del fumo delle sigarette elettroniche. Le e-cig, in pratica, avrebbero fatto la prima vittima. Possibile?  I Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) statunitensi stanno indagando.

Sebbene le sigarette elettroniche contengano meno nicotina e non includano catrame né gas tossici che invece si trovano nelle normali sigarette, i rischi per la salute – secondo un parere dell’Oms – ci sarebbero comunque.

Ma secondo gli esperti, la notizia del primo decesso “da svapo” negli States va presa con le pinze.

Tutto è accaduto in Illinois, dove un paziente sarebbe morto a causa di una non meglio specificata malattia polmonare ed è stato dichiarato prima vittima nota delle sigarette elettroniche. A renderlo noto sono state le autorità sanitarie dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), che stanno ora monitorando altre 193 persone colpite dagli stessi sintomi (fiato corto, difficoltà respiratorie, tosse, dolore al petto, spossatezza e in alcuni casi vomito e diarrea) dalla fine di giugno ad oggi.

L’indagine di CDC è in corsoscrivono dalla CDC. Stiamo lavorando con i dipartimenti sanitari statali e locali e la FDA per conoscere la causa o le cause di questo focolaio in corso.

Questa tragica morte in Illinois rafforza i gravi rischi associati ai prodotti di sigarette elettroniche. Lo svapo espone gli utenti a molte sostanze diverse per le quali abbiamo poche informazioni sui danni correlati, inclusi aromi, nicotina, cannabinoidi e solventi. CDC ha avvertito dei pericoli identificati e potenziali delle sigarette elettroniche e dello svapo da quando questi dispositivi sono apparsi per la prima volta. Le sigarette elettroniche non sono sicure per i giovani, i giovani adulti, le donne in gravidanza o gli adulti che attualmente non usano prodotti del tabacco”.

Sintomi comuni, insomma, ma non è ancora chiaro se siano riconducibili a una sola e comune origine: secondo il personale medico i danni polmonari non dipenderebbero da virus o batteri. E in più, anche se la causa è ancora sconosciuta, l’unico elemento che accomuna i pazienti sarebbe proprio l’abitudine a svapare.

Escluse quindi patologie infettive, i medici ipotizzano si tratti di manifestazioni di lesioni da inalazione, come se i polmoni reagissero a una sostanza irritante. Finora, però, le indagini non sono riuscite a individuare una causa comune.

Anche se i casi sembrano simili, non è chiaro se abbiano una causa comune o se si tratti di malattie diverse con una manifestazione simile”, ha commentato  Ileana Arias, vicedirettore per le malattie non infettive dei Cdc, rendendo noto che in molti hanno ammesso di aver svapato THC o tetraidrocannabinolo, il principale principio attivo della cannabis.

Cosa è successo allora? Un’ipotesi non ancora provata è che i danni possano essere stati provocati da alcuni ingredienti potenzialmente tossici contenuti nei prodotti da svapare, come il “particolato ultrasottile, alcuni metalli pesanti, come il piombo, e alcuni aromi”, come spiega Brian King, vicedirettore delle ricerche dell’Ufficio su fumo e salute dei CDC. Ma per ora nessun ingrediente specifico è stato collegato a quel tipo di danni.

Insomma, al di là dei titoloni che volevano già la “prima vittima delle sigarette elettroniche”, la questione pare in realtà piuttosto complessa. Quel che è certo è che si ripropone già il tema discusso sulla sicurezza e sull’efficacia delle e-cig per aiutare a smettere di fumare. La scarsità di informazioni sui loro effetti a lungo termine è un elemento che non consente facili conclusioni, ma scegliere di fumare una sigaretta elettronica non dovrebbe comunque essere presa alla leggera.

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Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing. Scrive per greenMe dal 2009. È volontaria Nati per Leggere in Campania.

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